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Partono le "carovane arcobaleno" il no alla missione fa il giro d’Italia

Publie le lunedì 23 febbraio 2004 par Open-Publishing

Domani l’assemblea che salderà i pacifisti con i pezzi di sinistra contrari all’impegno in Iraq

Partono le "carovane arcobaleno"
il no alla missione fa il giro d’Italia

CLAUDIA FUSANI

ROMA - «Questo è l’effetto del voto al Senato, siamo raddoppiati in 24 ore». Si fregano le mani alla sede del "Comitato Fermiamo la guerra". Il raddoppio riguarda il numero delle adesioni alla marcia della pace del 20 marzo a Roma. Il 18 febbraio erano 88 le associazioni che avevano accettato di tornare in strada con le bandiere arcobaleno. Due giorni dopo erano già 158. In mezzo c’è stato il via libera del Senato al finanziamento delle missioni di pace, compresa quella in Iraq, e le lacerazioni a sinistra tra il listone di Prodi (Margherita, Ds, Sdi) che ha optato per il non-voto e i pacifisti radicali (correntone ds, Verdi, Rifondazione, Comunisti italiani, lista Occhetto-Di Pietro e sinistra sindacale).

Ai primi di marzo toccherà alla Camera votare per le missioni militari. E prima di quella data, ma anche dopo fino alla marcia del 20 marzo e dopo ancora visto che le missioni dovranno essere votate di nuovo a giugno, il popolo della pace intende far pesare il suo nome e i suoi numeri. Ci saranno incontri, dibattiti, campagne via internet e, soprattutto, le carovane della pace: partono sabato prossimo da Trieste, Genova, Sigonella (Sicilia) e Cagliari, attraverseranno l’Italia con appuntamento finale a Roma il 20 marzo. «Il nostro - assicurano i promotori del Comitato - è un piano dettagliato per essere un soggetto della campagna elettorale». La data per cominciare a contarsi è già fissata: domani pomeriggio al teatro Capranica, senatori e parlamentari che hanno detto no alla missione in Iraq hanno invitato le associazioni del "Comitato Fermiamo la guerra" fra cui Arci, Lilliput e Tavola della Pace.

Nascerà una nuova lista? Il fatto è che "Fermiamo la guerra" raccoglie mille anime diverse fra la società civile, cattolici, centri sociali, partiti e sindacati e le tiene insieme con l’unico collante del ritiro immediato delle truppe italiane dall’Iraq e l’invio di reparti Onu di paesi che non hanno fatto parte della coalizione della guerra. Un po’ poco, sembra, per dare vita ad un nuovo partito.
Sabato prossimo da Trieste, Genova, Sigonella e Cagliari partiranno quattro carovane della pace, un pullmino arcobaleno che farà tappa in piccole città e paesi. Ogni volta ci saranno eventi in nome della pace e una specie di referendum per capire e contare cosa vuole la società civile a proposito dell’Iraq e dell’impiego dei nostri militari. Le schede firmate e contate arriveranno a Roma, insieme alla carovane, il 20 marzo. Altre carovane della pace attraverseranno il Medio oriente (info sul sito www.fermiamolaguerra.it).

Don Ciotti, Gino Strada e padre Alex Zanotelli hanno già scritto e continueranno a farlo ai parlamentari di sinistra per chiedere un voto netto e contrario alla missione militare in Iraq. Insieme con i pacifisti della Rete Lilliput hanno anche promesso di togliere la fiducia, e il voto, a quella sinistra che ha scelto la via del compromesso. Tom Benetollo, presidente dell’Arci, ha a sua volta scritto e spiegato perché occorre un voto netto. Sono ottomila le mail inviate finora ai parlamentari. E’ solo l’inizio.