Home > Pasquetta alla Bertone

Pasquetta alla Bertone

Publie le martedì 10 aprile 2007 par Open-Publishing

Anche nei giorni di festa i lavoratori della carrozzeria, per il settantottesimo
giorno consecutivo, hanno presidiato la loro fabbrica. A rischio ci sono 1.450 posti

Una grigliata davanti allo stabilimento e un cartello sui cancelli con su scritto ’Cosa c’è dentro l’uovo?’. Anche a Pasquetta, dopo Natale, Capodanno e Pasqua, i lavoratori della Bertone, per il settantottesimo giorno consecutivo, hanno presidiato la loro fabbrica. A rischio ci sono 1.450 posti e, secondo le stime sindacali, altri 4-5.000 nelle aziende dell’indotto.

L’attesa è per l’incontro di martedì in Regione, al quale la Bertone ha detto che parteciperà. "Ci sono due ipotesi: una, drammatica, è che ci venga ad annunciare l’apertura della procedura di mobilità, l’altra è che ci sia la possibilità di una ripresa della produzione con un anno di cassa integrazione per tutti", spiegano i delegati.

Martedì i lavoratori bloccheranno i cancelli, poi il pomeriggio il loro camper si trasferirà davanti alla sede della Regione. Mercoledì in fabbrica ci saranno le assemblee per decidere eventuali nuove iniziative di lotta e mezz’ora al giorno sciopereranno i 600 operai in distacco alla Pininfarina e alla Mac.

"Abbiamo organizzato questa festa perchè vogliamo che non ci tolgano la soddisfazione di divertirci, anche se la nostra è una disperata allegria. Speriamo di non essere ancora qui nelle ferie estive", osserva Massimo Russo.

"Speriamo che Lilli Bertone, la proprietaria, abbia la volontà e la capacità - aggiunge Pino Viola - di fare seguire alle dichiarazioni d’intenti di questi giorni degli atti concreti. Visto che dice di avere un sogno nel cassetto, lo tolga fuori prima che diventi un incubo per noi. Serve un manager che creda nel futuro di questa azienda". Siamo molto preoccupati - dice Cono Meluso della Fismic - perchè alla Bertone manca una testa per gestire questo momento di sofferenza e per governare, se ci sarà, il futuro dell’azienda".

(9 aprile 2007)

www.repubblica.it