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Pd. Il partito sempre più incrinato ascolta la lectio di Scalfaro

Publie le venerdì 13 febbraio 2009 par Open-Publishing

Pd. Il partito sempre più incrinato ascolta la lectio di Scalfaro

di Tommaso Vaccaro

Tra i democratici aumentano le tensioni sulla questione della laicità. Marino cacciato dalla Commissione Sanità viene sostituito dalla teodem Bianchi. Scalfaro difende la Costituzione e chiede partecipazione “unitaria” allo sciopero

“Cari amici, non ci sto”.

L’ennesima giornata convulsa del Pd si apre con queste parole prese in prestito dal segretario dei democratici Walter Veltroni da un famoso discorso pubblico del presidente emerito, Oscar Luigi Scalfaro. Quest’ultimo salirà sul palco di piazza SS. Apostoli soltanto qualche ora più tardi per difendere la Costituzione dai pesanti attacchi del governo. Ma Veltroni ha bisogno di parole forti da spendere immediatamente nella lettera che invia a Repubblica.it sui ‘casi’ politici che continuano a logorare il Pd. Quella citazione è, dunque, necessaria. Eluana è ormai sepolta e Ignazio Marino fa buon viso a cattiva sorte, accettando di fatto la sua cacciata dalla presidenza della Commissione Sanità del Senato. La sua posizione laica sul tema del testamento biologico apre l’ennesima crepa negli organismi dirigenti piddini, tanto che sarà “rimpiazzato” dalla teodem, Dorina Bianchi. Rutelli, in un’intervista, sottolinea come il Partito democratico non sia stato fatto “per decidere a maggioranza sulle questioni bioetiche”. La risposta dell’ulivista Parisi è tanto immediata quanto dura: “Se Rutelli e quanti da più antica data usano spendere sotto varie denominazioni il nome cristiano in politica vogliono essere ascoltati dismettano le loro casacche religiose e si impongano di parlare sempre e solo in nome della loro responsabilità”.

Veltroni tenta di inserirsi in questa lotta intestina, tentando di far emergere con la sua missiva una posizione unitaria che nella realtà dei fatti è difficile da riscontrare. “Cari amici,
non ci sto”, esordisce. “Il Pd ha sostenuto sulla vicenda Eluana una dura battaglia contro la destra. Chiunque abbia seguito in questi giorni il dibattito attorno alla terribile vicenda di Eluana sa quali posizioni ho personalmente assunto in quanto segretario del Pd e anche quale è stata la posizione presa (per prima cosa al Senato, dove si svolgeva la discussione) dai gruppi parlamentari e dal Partito democratico”. Parole, queste, che stridono rumorosamente con le aperture al centrodestra, proprio in materia di testamento biologico, della neopresidente della Commissione Sanità, Bianchi.

In difesa della Costituzione

Il Partito democratico tenta così di ricomporsi attorno alla manifestazione tenutasi in serata in Piazza SS. Apostoli. Sul palco l’ex presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, tiene una lezione sulla Costituzione e sulla Democrazia. Quella Carta, ha detto, “è stata scritta per tutto il popolo italiano, è destinata a tutti gli italiani e serve a unirli. Nessuno la usi per dividere”.

Riferendosi a quando dichiarato nei giorni scorsi dal Premier, Silvio Berlusconi, aggiunge come “affermare che la Costituzione è filo-comunista è solo frutto di ignoranza”.

Il presidente emerito viene più volte interrotto dagli applausi. Il pubblico si scalda soprattutto quando tocca l’argomento del “diritto al lavoro”. Riferendosi allo sciopero convocato per domani dai metalmeccanici della Fiom e dalla Funzione Pubblica della CGIL, l’ex Capo dello Stato dice a gran voce: “Domani c’è una grande manifestazione del sindacato ed è una sofferenza per tutti che i sindacati si siano rotti, perchè vuol dire dare una parte di vittoria alla controparte. Invece, vorrei che domani partecipassimo tutti con spirito unitario”. Parole, queste, che appaiono “rivoluzionarie” a fronte della posizione mantenuta in questi mesi dai vertici del Pd e dallo stesso Veltroni nei confronti della Cgil e delle rivendicazioni dei lavoratori.

Tornando sul tema della democrazia, Scalfaro si riferisce al Cavaliere, dichiarando: “Berlusconi ci ha fatto preoccupare. Prima ha minacciato di ricorrere al popolo per cambiare la Costituzione. Qualche giorno dopo ha detto che aveva giurato sulla Costituzione, ha parlato di rispetto delle procedure, ha detto che ci vogliono due testi in Parlamento per modificare la carta, ha ricordato il suo rapporto con il Quirinale che è sempre stato buono...”. Senza volersi arrogare il compito di “giudicare” o di dare valutazioni su questo comportamento, l’ex presidente della Repubblica si è però definito “testimone, come ciascuno di voi, della prima dichiarazione e della seconda e quindi ho titolo per chiedere, con rispetto, al presidente del Consiglio: non ci faccia vivere nel timore per la nostra patria e per la nostra democrazia. Non lo faccia. Dobbiamo essere uniti se vogliamo superare tempi duri come quelli che abbiamo di fronte”.

Ribadendo il proprio sostegno al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in quanto “tutore della Costituzione”, Scalfaro specifica di non aver “mai detto che non si può toccare” quella Carta, ma - prosegue - “vogliamo aggiornarla” senza stravolgerla. “Non si possono toccare i valori di fondo, la libertà, la giustizia, i diritti primari delle persone”. Il saluto a Napolitano viene accolto dal pubblico con un lungo applauso, immediatamente stoppato dal presidente emerito. “Qui ci fermiamo – ha detto – perché rispetto vuole che non si esageri e non si dia adito ad interpretazioni che queste nostre dimostrazioni siano il tentativo di tirare il presidente da una parte”.