Home > Pd-Prc, gelo dopo il congresso
A rischio le giunte di centrosinistra.
Soro: «Con Ferrero cresce distanza».
Veltroni: «Hanno vinto gli estremisti»
ROMA
«È un dato di fatto: ci sono differenze molto profonde tra l’attuale gruppo dirigente di Rifondazione comunista e i riformisti. Non posso non registrare che ha vinto chi ha avuto le posizioni più estreme». Walter Veltroni fa gli «auguri di buon lavoro» a Paolo Ferrero, neosegretario del Prc, ma sottolinea la distanza tra Rifondazione e il Pd.
Dentro Rifondazione si apre l’era di Ferrero ma il giorno dopo la svolta di Chianciano emergono interrogativi sui rapporti futuri tra il Prc e il Pd e sulla coabitazione nelle giunte locali che si fondano su accordi tra i due partiti. Il congresso del Prc, rimarca Veltroni, «conferma la giustezza della scelta fatta, quella di un partito a vocazione maggioritaria» con «alleanze programmatiche». «Quando sarà disvelato l’inganno di questo governo - conclude il segretario del Pd - deve essere chiaro che c’è una alternativa» con una «propria identità».
Secondo Antonello Soro a Chianciano ha vinto «la sinistra a vocazione minoritaria che rinuncia a governare le sfide del nostro tempo e si limita a coltivare una nicchia autoreferenziale». Il capogruppo del Pd alla Camera, intervistato da "Repubblica" non nasconde la delusione dopo la sconfitta di Nichi Vendola alla segreteria del Prc. Una scelta, quella che vede l’ex ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, come nuovo leader che potrebbe allontanare a forbice le possibilità di una alleanza con il Partito democratico. «Sembra - precisa Soro - che la mozione di Ferrero si ponga come primo obiettivo la lotta al riformismo. Si amplia la distanza tra noi e il Pd».
Dal pd si levano solo voci critiche. Secondo il deputato Giorgio Merlo «nessun accordo politico fra il Pd e Rifondazione comunista sarà possibile dopo l’elezione alla carica di segretario nazionale di Paolo Ferrero». «La sua elezione - ragiona Merlo - segna la rottura definitiva con la prospettiva riformista e di governo del Pd». Duro anche il commento di Nicola Latorre, secondo cui la coalizione che ha vinto il congresso di Rifondazione comunista è un «rassemblement di un’altra epoca, tutto identitario che si rifugia in accampamenti ormai vuoti, vecchissimi, in cui non si danno risposte alla crisi aperta dal voto di aprile e in cui si ripetono parole che non significano più nulla».
Festeggiano invece i Verdi che intravedono una possibile alleanza futura con i bertinottiani sconfitti al congresso di Chianciano. «Massimo rispetto per le decisioni del congresso e auguri a Ferrero», ma «ora Vendola ha le mani libere per costruire il futuro di una sinistra fuori dagli schemi e all’altezza delle sfide del prossimo millennio, cosa che se fosse diventato segretario con una maggioranza risicata, non gli sarebbe stata permessa», spiega Grazia Francescato. La portavoce commenta l’esito del congresso del Prc "chiamando" lo sconfitto Vendola a un impegno per la ricostruzione della sinistra. «Questo - osserva - potrebbe essere un segnale al quale noi guardiamo con interesse».
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