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Pdci: «Con il Prc, ma non saremo ospiti»

Publie le venerdì 13 febbraio 2009 par Open-Publishing
3 commenti

Pdci: «Con il Prc, ma non saremo ospiti»

di Daniela Preziosi

Alle europee con Ferrero sotto una falcemartello comune

«Il Pdci accetta l’invito di Ferrero a far parte di una lista anticapitalista e comunista. Di più: senza polemica, questa proposta l’ho fatta io sei mesi fa. Sono felice che il segretario Prc l’abbia accettata». Oliviero Diliberto, segretario Pdci, ha lanciato a luglio la proposta dell’unità dei comunisti e del ’ricongiungimento familiare’ con il Prc, da cui dieci anni fa i Comunisti italiani erano usciti in dissenso con la scelta bertinottiana di rompere con Prodi.

Segretario, per ora Ferrero non parla di unità dei comunisti, ma di una lista anticapitalista e comunista.

I comunisti sono anticapitalisti.

Ma non sempre viceversa...

Se c’è un anticapitalista di un movimento di lotta, ben venga.

Allo stesso invito, il Movimento per la sinistra di Vendola ha detto no perché ritiene che sia un arretramento e una scelta sulla base di una pregiudiziale ideologica.

Mi limito ad osservare che l’esperienza dell’Arcobaleno verrà ricordata sui liberi di storia come la più catastrofica per la sinistra. Riproporre di mettere insieme le forze più disparate è un suicidio. Mettere insieme i più simili, quelli che si riconoscono nella falcemartello, mi sembra una scelta di buon senso.

Prc e Pdci hanno una falcemartello simile, ma diversa.

Le falcemartello del mondo sono diverse, ma si tratta dello stesso simbolo. Noi siamo per l’unità delle forze comuniste, che parta dalla pari dignità delle forze medesime.

Entrate da ’ospiti’ delle liste di Rifondazione? Non c’è il rischio che sia un’iscrizione al Prc?

Nella maniera più assoluta. Credo che Rifondazione si renda conto che è impensabile. Tant’è che Ferrero dice ’a partire da noi si apre un percorso’. Anche noi partiamo da noi. Troveremo un punto d’incontro.Questo percorso, poi, è aperto ad altri, né si esaurisce nel Prc. Il processo dovrebbe arrivare, rapidamente, alla nascita di un partito unico dei comunisti. La nostra posizione è nota: non ha senso avere due partiti comunisti, a parte gli altri più piccoli.

Per le europee riesumerete la falcemartello pre-scissione ’98?

Le questioni simboliche hanno a che fare con il vissuto dei compagni e delle compagne. Non mettiamo il carro davanti ai buoi. Lavoreremo insieme a un simbolo condiviso.

Nel Prc ferreriano c’è chi teme che voi darete man forte alle componenti più legate all’identità comunista di Grassi e Giannini.

Il nostro non è un ingresso nel Prc. Né in questo momento creerei problemi a Ferrero, che ha fatto una scelta giusta. E comunque: non ho nessuna intenzione di sciogliere il mio partito in Rifondazione comunista.

Verdi, Sd e vendoliani dicono: la sinistra è più ampia di quelli che voterebbero una falcemartello.

Il Pci era un grande partito. Lo si è sciolto dicendo che togliendo la falcemartello sarebbe cresciuto, perché ’la sinistra è più grande’. Di lì si è passati al Pds, ai Ds, al Pd. Oggi il partito democratico ha meno voti di quanti ne aveva il Pci da solo. E ha dentro anche gli ex Dc. Disperdere radici e identità non sempre fa guadagnare voti. Anzi: vedi il caso Arcobaleno.

Tornare insieme, Pdci e Prc, non è tornare indietro di dieci anni?

Non si torna mai indietro. Dieci anni fa ci fu una profonda frattura su una scelta politica di fondo. Oggi le ragioni di quella frattura non ci sono più. Ci sono ovviamente delle differenze di cultura e pratica politica, persino di linguaggio. Ma quello che ci unisce è molto più forte.

Come sceglierete i candidati?

Li sceglieremo insieme.

Lei si candiderà?

Lo decideremo con Ferrero. Com’è noto, sono l’unico che ha fatto un passo indietro alle politiche. Sono sempre disponibile a un passo indietro, se serve a un progetto collettivo. L’ho dimostrato con i fatti.

Messaggi

  • I comunisti sono anticapitalisti se rompono con le politiche della borghesia a livello locale,nazionale,europeo. Altrimenti è un nuovo arcobaleno con un poco di rosso in più. Ma non basta.

  • diliberto è l’unico leader che dopo la disfatta dell’arcobaleno non se n’è andato, eppure lui quella lista l’ha voluta eccome! nel 2004 la proprose pe primo. ora fa il duro e puro di cosa? di un simbolo? che è, un religioso? contano i fatti e i fatti dicono che diliberto, ma come lui ferrero, è un riformista convinto, altro che anticapitalista!
    il prc e il pdci devono presto fondersi e stimolare una partecipazione di massa dalla base per impedire che questi omuncoli comntinuino a rappresentarci senza averne merito.

  • Certamente sono omuncoli,ma tra tutti gli omuncoli che abbiamo avuto a dirigerci , perlomeno questi ricominciano a parlare di unione
    Intanto apprezziamo questo,ricominciamo dalla falce e martello sicura, poi..tranquilli compagni ,questa crisi economica ne porterà di gente nuova,tanti che si renderanno conto di quanto il pensiero unico ed il capitalismo li abbiano presi per il culo
    Sarà la stessa situazione economica a determinare la fine del riformismo,questa che abbiamo di fronte non è una crisetta è" LA CRISI"quella prevista da Marx,quella che ci dà ragione
    Stiamo già assistendo a cose impensabili fino a qualche anno fà,cose che noi sempre avevemo considerato come un sogno, stanno avverandosi,un America latina antiimperialista che puo’ permettersi di fare delle cose che una volta avrebbero sfociate in un immediato golpe della CIA,un presidente americano nero, mancino , di sinistra,addirittura per lo standard americano un estremista di sinistra.
    Per questi motivi (che molti sembrano non avere ancora ben compreso) pensiamo intanto a unire le forze rimaste,poi sarà la stessa situazione a spingere tutti verso una vera sinistra non riformista ma di vero cambiamento
    ALEX