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Pegolo: alle amministrative Prc con il proprio simbolo. Non c’è altra strada

Publie le venerdì 7 novembre 2008 par Open-Publishing

Pegolo: alle amministrative Prc con il proprio simbolo. Non c’è altra strada

di Alessandro Cardulli

ROMA - Rifondazione comunista torna a far notizia. Ma così come era accaduto per il congresso a ridosso della sconfitta elettorale i media non sono interessati alle iniziative del partito, alle lotte che porta avanti, alle manifestazione che promuove o alle quali partecipa, all’impulso dato alla costrizione di una opposizione forte e unitaria, di sinistra al governo Berlusconi e alle sue scelte politiche disastrose, a partire da quelle per la scuola e l’università. Niente di tutto questo.

Ormai da diversi giorni Rifondazione è nel mirino dei media, anche di quelli “ amici” interessati solo a fare pronostici su quando avverrà la scissione, quando se ne andranno i “vendoliani”, i quali, per le verità non fanno niente per tacitare voci non disinteressate. Anzi le alimentano. Gianluigi Pegolo, membro della segreteria e responsabile dell’area “democrazia e istituzioni” ha nelle mani questa patata bollente. Con lui abbiamo già parlato delle scelte programmatiche, di contenuto con cui Rifondazione intende dar vita alla campagna elettorale. Ora affrontiamo la questione delle alleanze e della turbolenta vita interna del partito.

L’accordo che il Prc ha fatto per le prossime elezioni in Abruzzo con il Pd, l’Italia dei Valori,la presentazione della lista del partito può essere preso a modello per le prossime elezioni amministrative?

Possiamo parlare di una cartina di tornasole del nostro modo di agire, di fare politica. Abbiamo posto come centrali le questioni della moralità e della trasparenza, avanzando a tutte le forze del centrosinistra precise richieste: il candidato presidente non poteva essere espressione del precedente ceto politico di governo e non poteva perciò essere espresso dal Pd. Per la scelta delle candidature che venissero categoricamente esclusi eventuali indagati. Per il programma che fosse caratterizzato da scelte di nette di discontinuità e da interventi di carattere sociale. L’iniziativa di Rifondazione ha certamente scompaginato i giochi politici nel centrosinistra e creato le condizioni per ridefinire le alleanze sulla base delle discriminanti poste.

Allora tutto va bene e questo ha consentito a Rifondazione di assumere un ruolo centrale e di presentare così una lista del Partito in un’ alleanza ridefinita nei contenuti e nei valori?

Direi che ci possiamo considerare moderatamente soddisfatti. Le decisioni fino ad oggi prese, sono positive anche se esprimiamo riserve su pratiche politiche basata su un esasperante gioco tattico fra alcune forze del centrosinistra che ha paralizzato per lungo tempo trattative ancora non concluse. Naturalmente avremmo potuto fare meglio, per esempio -avendo il tempo - coinvolgere nella definizione del programma un insieme di soggetti sociali, allargare ancora di più le nostre liste. C’è anche da dire che non abbiamo ottenuto molti appoggi dalle altre forze della sinistra, attirate dalla partecipazione ad un’alleanza quale che sia col PD. Per molti versi abbiamo dovuto combattere da soli una battaglia molto difficile.

Hai parlato delle scelte abruzzesi come di una cartina di tornasole, ma evidentemente c’è chi guarda oltre Rifondazione e pensa a liste locali, civiche di sinistra. Anche tu lo avrai letto sui giornali.

La nostra scelta è inequivocabile. Noi ci presentiamo con il nostro simbolo sia nelle provinciali che nelle comunali. Non sono proponibili soluzioni alternative come quella di presentare liste civiche di sinistra. Non si tratta solo della necessità evidente di garantire la visibilità del partito che è cosa non disdicevole, mi pare. A maggior ragione dopo il più che deludente esito delle liste arcobaleno. Questa scelta è l’unica plausibile in relazione al tipo di sistema elettorale vigente nei comuni e nelle province dove, come è noto, se si vuole favorire l’intesa fra le forze della sinistra sono possibili apparentamenti fra liste diverse. Naturalmente ci possono essere eccezioni nei casi in cui condizioni obiettive rendono impossibile la presentazione delle liste di Rifondazione, ma solo in questo caso.
La linea del Partito sulle elezioni è chiara e non intendiamo transigere dall’orientamento che abbiamo scelto, che il congresso ha scelto. Se qualche struttura locale volesse operare forzature dando vita a liste civiche di sinistra, che di civico avrebbero ben poco, entrerebbe in contrasto diretto con gli orientamenti generali e se ne dovrebbe assumere la responsabilità.

Certo in un partito si devono rispettare regole, anche se non condivise, ma non ti sembra un po’troppo sbrigativo il semplice richiamarsi ad orientamenti generali o problemi di apparentamento quando in gioco c’è qualcosa di più di un voto in questo o quel comune?

La tua è una provocazione in piena regola. Allora per completezza dell’informazione ti dico che la eventuale presentazione di liste civiche di sinistra è priva di alcuna giustificazione logica ancor prima che politica. Se si praticasse la scelta di queste liste dove Rifondazione è in grado di presentarsi da sola agli elettori, si finirebbe nella maggior parte dei casi con il disperdere un mucchio di voti regalando rappresentanze istituzionali ad altre forze politiche. Dico regalando, per non usare parole più forti.

Volevi dire vendita di voti, trasmigrazione,magari pattuita, fra Rifondazione ed altri soggetti politici magari il Pd?

Questo lo dici tu. Io più semplicemente dico che chi sostiene queste opzioni in realtà ha in testa altro ed opera forzature dettate dalla volontà di dar vita ad un altro partito abbandonando l’esperienza di Rifondazione. Il nostro Congresso si è espresso chiaramente. Ha detto no a queste ipotesi. Rinnovare e rafforzare l’esperienza di Rifondazione è un bene, un patrimonio da non disperdere per chi ritiene che una forte opposizione di sinistra non può fare a meno di un partito come il nostro. Altre strade portano fuori dal percorso deciso dal congresso.