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Per chi sostiene l’apartheid pretesa dalla Chiesa
Publie le lunedì 8 dicembre 2008 par Open-PublishingCredo che un cristiano dovrebbe cercare di essere migliore di un islamico che appartenesse ad un gruppo integralista sanguinario, ma vedo che il livello dei fanatici non supera un confessionalismo truce di bassa lega, e che essi vorrebbero crociate di persecuzioni anche più forti, non diffondono parole di amore ma cercano motivi di odio.
Forse per qualcuno la megalomania e l’apartheid contano più della missione del Cristo.
Dunque per loro il Vangelo non conta e l’essere cattolico è solo appartenere a una fazione di potere di cui si difende la primazia senza porsi valutazioni etiche.
Mi si dice che non dovrei permettermi di criticare la S. Sede. E perché mai?
La mia matrice cristiana e il fatto che vivo in un paese cattolico mi danno ogni diritto di criticare la Chiesa di Roma quando si esprime in modo tanto feroce come sta facendo Ratzinger, perché essa dovrebbe rappresentare nelle parole e nei fatti uno spirito cristiano che sostengo ma che vedo calpestato.
Ho tutto il diritto di criticare il Vaticano, così come critico la sinistra di governo quando essa dimentica il compito storico per cui è nata.
Non c’è bisogno di essere una monaca per occuparsi di quello che esce dalle gerarchie ecclesiastiche, dal momento che ogni scelta della Chiesa, soprattutto se espressa all’ONU e dunque in faccia al mondo, ha rilevanza politica e, in questo caso, internazionale.
Se pure fossi atea e miscredente, le cattive scelte della Chiesa mi offenderebbero in quanto persona, perché offendono i diritti umani, e avrei ogni ragione di occuparmene.
E poi, in quanto donna, e dunque membro di un gruppo (il 51% dell’umanità!) che la Chiesa ha potentemente discriminato per 2000 anni, mi sento fisiologicamente dalla parte di tutti coloro che essa continua a calpestare, gli illuministi come i democratici, i non credenti come quelli di altre fedi, gli omosessuali come le vittime dei pedofili.
Io non credo che Cristo sia venuto a portare al mondo delle discriminazioni ma delle conciliazioni, non dei rigetti ma delle accoglienze. La discriminazione è sempre stata l’arma del diavolo, che è appunto ‘colui che divide’, il grande separatore. Il potere è il suo figlio prediletto perché è dividendo che si impera.
Non ci vuole molto a capire la verità elementare che chi divide e discrimina non è esattamente il Bene e, se la Chiesa intende compiere scelte di stampo nazista, è fisiologico che qualcuno la chiami nazista. Del resto il nazismo e il fascismo sono sempre stati i suoi alleati.
E quanto essa abbia calpestato i diritti umani è la storia stessa a dichiararlo.
Caratteri propri del nazismo sono
– il credersi una razza superiore (la Chiesa di Roma pretende di essere ’la’ religione superiore),
– darsi pertanto il diritto di schiacciare ogni fede diversa (ancor oggi attacca l’islam - basterebbero gli insulti di Ratisbona - e ci sono vescovi che chiedono di chiudere le frontiere ai non cristiani. E il Papa chiude la porta al Dalai Lama e respinge il colloquio coi cristiani separati. E nella distribuzione dell’8 per mille la Chiesa esclude gli islamici e prende il grosso della torta senza spartizioni eque),
– carattere del nazismo è calpestare la democrazia (e se qualcuno trova democrazia nell’ambito della Chiesa batta un colpo),
– conservare apartheid per gruppi esclusi dai diritti comuni (l’immediata conseguenza è stata il rifiuto delle banche italiane a impiegare disabili),
– prevaricare la legge dello Stato (è un continuo dar ordini alla classe politica),
– imporre valutazioni disumane e contrarie ai principi elementari di etica (sta sconfessando addirittura il Vangelo insieme alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e ai fondamenti della Costituzione italiana).
Caratteri del nazismo sono: la misoginia, l’antisemitismo (sostituito dall’opposizione agli altri culti), l’omofobia, l’elitarismo (credersi l’aristos del mondo), l’imperialismo (espansione forzata universale), l’isolazionismo, il segregazionismo e la capacità di plagiare menti umane.
Mi pare che ci siamo al 100%.
Se non si vuole ricevere accuse di nazismo ci si comporta diversamente.
Non io offendo la Chiesa ma è lei stessa che infanga la propria missione.
I paesi europei che hanno parte della popolazione cattolica si sono tutti emancipati dalla schiavitù della Chiesa di Roma per un laicismo rispettoso delle differenze. Solo l’Italia ristagna in una dipendenza feudale prodiga di favoritismi indebiti grazie a cui siamo gli ultimi in Europa in fatto di diritti umani. E questo è avvenuto per uno scambio di favori a cui la casta politica più corrotta d’Europa si è piegata di buon grado in modo bypartisan e in cui la Chiesa ha badato solo a interessi finanziari e di supremazia politica.
Di fronte a tanto allontanamento dal Vangelo è facile profetizzare una fine vicina.
Del resto la secolarizzazione aumenta, le vocazioni sono in calo, scende l’8 per mille, si esauriscono le donazioni, aumentano i matrimoni civili e le unioni di fatto, cala la pratica religiosa, nelle scuole private gli iscritti alle scuole cattoliche sono scesi da due terzi a metà.
E non sarà lottando per conservare apartheid ad omosessuali e invalidi, o inique protezioni a pedofili e bancarottieri, o forzate beatificazioni a papi filonazisti, o mettendosi a fianco dei paesi più barbari del mondo, non sarà con questi mezzi che la Chiesa di Roma riconquisterà prestigio morale.
Né sarà con le minacce di qualcuno che si scagionerà dall’accusa di nazismo.
Chiudo con parole che stimo, le ha dette il Cardinale Maria Martini, uno a cui Ratzinger non è degno di baciare la scarpa: “Chi ha imparato ad avere fiducia non trema, ha il coraggio di darsi da fare, di protestare quando viene detto qualcosa di spregevole, di cattivo, di distruttivo. E soprattutto ha il coraggio di dire “sì” quando si ha bisogno di lui”
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ripreso nel blog
Masada 838