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Per il contratto dei bancari i sindacati chiedono 188 euro nel biennio (+9%)
Publie le sabato 27 gennaio 2007 par Open-Publishing2 commenti
Circa 188 euro in più in busta paga, pari a un incremento complessivo medio del 9 per cento. È l’aumento chiesto per il biennio economico 200607 dai sindacati dei bancari nella piattaforma varata ieri a Roma in vista del rinnovo del contratto di categoria scaduto a fine 2005 (il riferimento è lo stipendio di una figura media del settore, III area IV livello per esempio un impiegato con 10 anni di anzianità). Un documento unitario (anticipato da «Il Sole24 Ore»del 24 gennaio),sottoscritto da tutte le nove sigle di categoria (Dircredito, Fabi, Falcri, FibaCisl, FisacCgil, Silcea, Sinfub, Ugl, Uilca) che rivendica «centralità del lavoro,riequilibrio redistributivo e responsabilità sociale e d’impresa». La parola passa ora ai lavoratori (340mila i bancari in Italia) che discuteranno il documento nelle assemblee, poi a fine marzo sarà presentato all’Abi (Associazione bancaria italiana).
Un aumento richiesto, quello del 9% che comprende un 3,8% di costi inflazione cioè il recupero del potere d’acquisto dei salari, un ulteriore 3,5% medio di riparametrazione. A queste cifre vanno poi aggiunte le richieste fatte sugli incrementi delle indennità, l’aumento dei giorni di permesso, una rivalutazione degli scatti di anzianità, i contributi per la previdenza complementare. Tra le novità annunciate negli assetti professionali l’introduzione di un V livello nei Quadri direttivi (capi d’agenzia e di filiale).Nella piattaforma si ribadisce la volontà di contrastare la precarietà spiega Francesca Furfaro, alla guida della Falcri. «Il contratto di apprendistato dovrà ottenere miglioramenti economici e normativi che ne diminuiscano la durata e il differenziale economico; ilcontratto di inserimento andrà specializzato per utilizzi mirati». Insomma, nessuna ulteriore apertura sulla legge Biagi. Tra i capitoli«caldi » anche quello sull’orario di lavoro «ormai dilatato», sulla formazione,sui sistemi incentivanti e la responsabilità sociale d’impresa, che vuol dire «regole chiare per la vendita di prodotti finanziari a tutela di bancari e consumatori ».Quanto alla contrattazione di secondo livello «c’è la necessità di un ampliamento dei poteri di contrattazione aziendale». «Si tratta di una piattaforma dialtoprofilo — spiega Giuseppe Gallo segretario generale di FibaCisl — perché realisticamente rivendica per i lavoratori una quota di dividendo del risanamento del sistema, per tutti noi un punto fermo».Dall’altra parte, invece, le banche che puntano a una riduzione dei costi e che insistono sull’esigenza di ulteriori recuperi di margini e di competitività. «Per loro — continua Gallo — l’accordo del ’93 per le politiche dei redditi è ancora valido,noi invece lo riteniamo superato come è antistorica ogni ipotesi di gabbie salariali, voci circolate nei giorni scorsi e parzialmente smentite dall’Abi.Cosa diversa —prosegue Gallo — è ragionare su elementi di variabilità nei premi aziendali». Intanto, anche le banche sono allavoro.«Speriamo che non presentino alcuna piattaforma — prosegue Gallo — Sella non ha mai fatto una contropiattaforma. Quella circolata nei giorni scorsi ci auguriamo sia stato un’irrituale esercizio di scuola che non ci venga mai ufficialmente presentato perché gravido di contenuti regressivi e che scatenerebbe un inizio conflittuale».
Insomma, la situazione si prospetta delicata. A guidare la delegazione dei banchieri nella partita del rinnovo è Fabio Innocenzi l’ammininistratore delegato di Bpvn, uomo di punta nella fusione con Bpi. Toccherà a lui mediare tra le diverse anime ed esigenze degli istituti in uno scenario che fa i conti con processi di aggregazione e consolidamento. Una sfida complessa che riguarda l’intero sistema a partire dal sindacato. «Questa piattaforma nasce da un momento di analisi oggettiva del settore — prosegue Cristina Attuati segretario della Fabi — siamo riusciti a mettere insieme storie e sensibilità diverse, le banche sono uscite dalla crisi producendo molti utili che vanno redistribuiti non solo agli azionisti ma anche ai lavoratori ». Insomma, la battaglia sarà dura, senza esclusione di colpi con un sindacato che, stavolta, si presenta al tavolo unito e quindi più forte. «Un passo avanti importante — sottolinea Mimmo Moccia segretario generale FisacCgil — questa piattaforma pone al centro il lavoro e sono molto soddisfatto del risultato raggiunto».
da "Il Sole 24 Ore" 26/1/2007
Messaggi
1. Per il contratto dei bancari i sindacati chiedono 188 euro nel biennio (+9%), 27 gennaio 2007, 16:06
Credito: un contratto nazionale in un contesto di sistema risanato e competitivo.
Ci aspetta un confronto su come rafforzare e migliorare l’investimento economico e professionale sui lavoratori del settore, su come incentivare nuova occupazione in un sistema che va bene anche se ancora in grande trasformazione, su come migliorare il rapporto con la clientela, su come trasformare i principi di responsabilità sociale dell’impresa in strategie concrete e ampiamente condivise a favore dei dipendenti, delle famiglie, delle imprese, delle comunità locali, dell’economia meridionale.
Così, in una nota, il segretario generale del sindacato bancario Falcri, Francesca Furfaro.
http://www.denaro.it/go/a/_articolo.qws?recID=263077
2. Il tormento e l’estasi, 27 gennaio 2007, 20:06
Ce lo daranno l’aumento? Fa rima con tormento, i sindacati si stanno battendo...
Nel frattempo in estasi i compratori, che scoprono di avere uno scoperto "disponibile" di migliaia di euro, i primi a godere sono i bancari a cui nei primi anni 70 veniva negato il conto in rosso anche per poche migliaia di lire, a loro lo scoperto da sempre costa di meno.
E’ stata una conquista sindacale il dare questa distorta realtà di poter campare meglio, che tanto non si poteva chiedere l’aumento.
I buoni pasto, che imperversano in ogni dove, sono il compromesso dignitoso tra privato e sindacato.
La contraparte, cioè i lavoratori, aspetta con dignità il premio di rendimento dei malaffari dei suddetti.
Non ci si paga neanche la carta a rate usata per sei mesi da un figlio, altro solerte compratore, figlio della Delega.
"A me qualcuno ci pensa..." anzi pensa e lotta per me.
Da un’esodata volontaria
Doriana