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Per un 2005 all’insegna del riconoscimento del diritto all’acqua : lettera aperta alla GAD

Publie le lunedì 17 gennaio 2005 par Open-Publishing

Per un 2005 all’insegna del riconoscimento del diritto all’acqua. Lettera aperta ai Segretari dei Partiti della GAD

Il 2005 vedrà il lancio, da parte delle Nazioni Unite, del Secondo Decennio internazionale dell’acqua . Sarà quindi un anno determinante rispetto all’obiettivo del riconoscimento da parte della comunità internazionale dell’accesso all’acqua come un diritto inalienabile e imprescrittibile. Questo impegno dovrà però confrontarsi con diverse pressioni finalizzate ad affermare la privatizzazione e l’affidamento al libero mercato della gestione della risorsa idrica come la soluzione più efficace per garantire l’accesso all’acqua per tutti, anche in quei Paesi asiatici colpiti dalla recente "catastrofe".

Da questa preoccupazione nasce questo appello alla politica ed ai suoi rappresentanti, per un impegno etico che travalichi le appartenenze. Un impegno che rivolgiamo anche a tutto l’associazionismo. Arrestare il processo di privatizzazione dell’acqua è nel XXI secolo un problema di civiltà, che chiama i causa politici e cittadini, chiede ad ognuno di valutare i propri atti, con la propria coscienza ed assunzione di responsabilità verso le future generazioni.

Permetteteci quindi di esplicitare le preoccupazioni alla base di questo nostro appello.

Il primo livello è quello nazionale; in Aprile del 2005 si svolgeranno infatti le Elezioni regionali ed inoltre si sta avviando il processo di definizione del programma di governo della GAD. In prossimità delle scadenze elettorali stiamo però assistendo ad una accelerazione dei processi di privatizzazione dei servizi idrici locali in diverse regioni. Una vera e propria offensiva: combinata e proditoria,che vede amministratori ed amministrazioni, deliberare senza consultazione con i cittadini e le associazioni, processi di privatizzazione dei servizi idrici. Una brutta cosa, nella quale si mischiano ignoranza, malafede, interessi trasversali economico burocratici e doppiezza culturale. Una accelerazione invocata da mesi da alcuni settori, alla quale il ministro Matteoli ha voluto dare copertura con una circolare, priva di valore legale, perché cerca di interpretare in termini riduttivi le modalità di applicazione di una legge approvata dal parlamento relativa all’art 14, cioè la possibilità riconosciuta dalla stessa Commissione europea di gestire l’acqua pubblicamente ed in house.

Un alibi, fornito a quelli amministratori che sono i promotori delle delibere di privatizzazione, non contrastate, per impreparazione, timore, vincolo di maggioranza o forse semplicemente per lontananza culturale, indifferenza per i grandi problemi del mondo, anche da quei partiti che si dichiarano più vicini ai movimenti , il che dimostra come sia spesso contraddittoria e strumentale l’adesione al Movimento ed ai Forum Sociali. Nel giro di poche settimane abbiamo visto. La privatizzazione dell’acqua di Napoli, voluta dal Presidente candidato alle regionali, deliberato dal Consiglio comunale di Napoli e sostenuta dal Presidente della Provincia. Il tentativo in Lombardia di privatizzare l’acqua della città di Lodi all’interno di una holding con Mantova, Cremona, Pavia, per il momento fermato dai movimenti. Il caso di Bergamo, con l’assorbimento della società cittadina nella holding ASM di Brescia, deciso alla vigilia di Natale, in 4 giorni di tempo,con richiesta di un voto di fiducia posto dal Sindaco e votato da tutti. In molte di queste delibere di privatizzazione è possibile riscontrare anche richiami di adesione a principi del Manifesto per un Contratto Mondiale dell’Acqua in pieno contrasto con le decisioni adottate, e profusione di belle parole espresse in questi anni da parte di tanti forze politiche , di parlamentari ed amministrazioni sui beni comuni.

La coscienza di cosa è in gioco con la mercificazione di questo bene, sembra non esistere spesso nella attuale classe politica nazionale. L’acqua, la sua mercificazione, le privatizzazioni, restano fuori dai tavoli del confronto "visibile", liquidate di fatto in fretta e furia da molte delle delibere adottate a livello "locale". Così si fanno i "programmi"elettorali, anzi così si attuano, trasversalmente, prima ancora di scriverli e di fare le elezioni. Le privatizzazioni in Italia finora, a destra come a sinistra, si sono fatte e si fanno, votandole in silenzio, in assenza di dibattiti nei consigli comunali. Francamente c’è da preoccuparsi e vergognarsi rispetto ai livelli di sensibilità espressi dalla politica.

Per togliere ogni equivoco ed in funzione anche delle prossime scadenze elettorali, come Associazioni impegnate a difesa dell’acqua come bene comune, vogliamo ricordare ai partiti , ai singoli parlamentari ed ai candidati, che le nostre posizioni già espresse pubblicamente alle varie forze politiche, sono le seguenti :

Siamo contrari alle SPA. Giuridicamente sanciscono il passaggio dal soggetto pubblico al privato.

Siamo impegnati per promuovere e chiedere una ripubblicizzazione dei servizi idrici, a livello locale (leggi regionali) e nazionale ( nuova legge quadro che riconosca l’acqua come servizio pubblico ed escluda la gestione dalla categoria dei servizi.)

Consideriamo positiva la mediazione dell’art. 14 che permette la gestione in house, totalmente pubblica e chiediamo alle amministrazioni di impegnarsi a favore di questo modello, legittimo perché previsto ed accolto dalla normativa italiana ed europea.

Consideriamo le SPA miste, anche se a maggioranza pubblica, delle privatizzazioni a tutti gli effetti . Le valutazioni negative da parti di quanti hanno sperimentato questo modello sono note: aumento delle tariffe, peggioramento della qualità dei servizi, impossibilità da parte del pubblico di condizionare la gestione del privato. D’altra parte anche gli esempi italiani parlano da sé: ACEA di Roma, HERA di Bologna, META di Modena, AEM di Milano, AGMA di Genova.

Ricordiamo che le fusioni e le holding in Italia e in Europa sono la premessa con la quale si accumulano capitali per andare all’assalto dell’acqua nei paesi in via di sviluppo e dell’est europeo. Infine evidenziamo che la privatizzazione dei servizi è solo il primo passo, la prospettiva è quella di sottrarre l’acqua migliore dagli acquedotti e dal circuito dei rubinetti, per metterla e commercializzarla in bottiglia.

Nonostante queste forti preoccupazioni per le scelte fatte a livello di gestione delle risorse idriche, a livello nazionale per alcune minacce a livello di scadenze internazionale, abbiamo ancora fiducia in un riscatto da parte della politica e nel ruolo che i singoli cittadini e l’associazionismo possono svolgere. Grazie alla mobilitazione dei cittadini, nel corso del 2004 alcuni successi significativi si sono già registrati : la nuova legge sull’acqua come servizio pubblico in Belgio, la vittoria del referendum contro la privatizzazione dell’acqua in Uruguay , la scelta in Italia di alcune città e Province, a livello dei rispettivi ATO, per una gestione in house, la presentazione da parte di Movimenti ed Associazioni di una proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato nella Regione Toscana, sono segnali positivi Il Comitato italiano, quello Internazionale e le Associazioni impegnate a difesa dell’acqua continueranno nel 2005 la loro azione di mobilitazione In occasione del prossimo 5° Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre (26-31 gennaio 2005) i Movimenti impegnati sull’acqua cercheranno di far assumere al Movimento l’impegno a battersi per ottenere dalla comunità internazionale il riconoscimento dell’acqua come un diritto universale, un bene comune, che esprime la sacralità della vita umana. A Ginevra, dal 17 al 20 marzo del 2005, in occasione del 2° Forum Alternativo Mondiale, i Movimenti impegnati sull’acqua presenteranno proposte rispetto ai 4 principi fondativi di un servizio pubblico mondiale : il diritto all’accesso all’acqua, il riconoscimento dell’acqua come bene comune, il finanziamento del diritto all’acqua, la democrazia partecipativa dei cittadini rispetto alla gestione. Infine nel 2006 i Movimenti dell’acqua saranno impegnati a realizzare a Bruxelles la 1° Assemblea Mondiale dei cittadini e degli eletti impegnati a difesa dell’acqua .

Difronte a queste scadenze, vogliamo concludere il nostro appello, pensando che sia ancora possibile innescare anche in Italia un processo virtuoso sull’acqua : fermare le delibere in corso, recuperare modalità di confronto e di impegno della società civile a difesa dell’acqua nel corso del 2005. In una lettera aperta ai segretari nazionali dei partiti italiani, inviata ai primi di Dicembre del 2004, avevamo già chiesto che il tema di una nuova politica di gestione dell’acqua fosse uno dei punti prioritari nel programma della Gad. Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto hanno risposto dichiarandosi d’accordo ad accogliere questa richiesta. Noi vorremmo che l’impegno per una nuova politica dell’acqua, ed il suo riconoscimento come "bene comune", non resti però solo un auspicio.

Chiediamo pertanto ai Segretari dei partiti della GAD di assumere l’impegno ad inserire il riconoscimento dell’acqua come un diritto ed il confronto sulla gestione pubblica dei servizi idrici, a livello del programma di governo; Chiediamo a tutte le forze politiche, ai sindaci ed agli amministratori a livello locale di congelare ogni decisione a livello di scelta di affidamento delle gestione dei servizi idrici, soprattutto in quelle Regioni dove sono previsti le prossime scadenze elettorali. Noi vorremmo che i candidati ed i programmi delle prossime elezioni regionali si pronunciassero per una gestione pubblica dell’acqua congiuntamente all’ impegno ad informare i cittadini prima di prendere delle decisioni sulla gestione dei servizi idrici. Chiediamo ai Parlamentari europei, in funzione delle prossime decisioni sui negoziati Gats della OMC,di impegnarsi per riconfermare la delibera, adottata dal parlamento europeo nel marzo del 2004, con la quale è stata dichiarata l’acqua come un bene comune, la cui gestione fa esclusa dalle regole del mercato interno. Il 23 febbraio 2005, a Strasburgo, il Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale per l’acqua chiederà nuovamente, in una pubblica audizione, ai parlamentari europei la conferma dell’esclusione dell’acqua dalle direttive europee sulla liberalizzazione dei servizi e presenterà un Manifesto Europeo per una gestione pubblica dell’Acqua..

Sono queste le richieste che il Contratto Mondiale sull’Acqua ed i Movimenti impegnati su questo tema, rivolgono ai partiti ed ai singoli parlamentari ed amministratori per il 2005 appena iniziato , volte a sapere da che parte si vogliono collocare i partiti e quindi la "politica". Se l’acqua è vita, come noi crediamo noi, vorremmo che nel 2005 espressioni come : Beni Comuni, Partecipazione, Solidarietà, diventassero impegni "ineludibili" di una nuova politica riconoscibile e capace di rispondere alle aspettative dei cittadini . Sognare da soli resta forse una utopia. Sognare insieme è l’inizio della realizzazione dei sogni ! Che il 2005 sia l’anno del riconoscimento e dell’impegno della politica per garantire a tutti l’accesso all’acqua potabile!

Lettera aperta sottoscritta da:
Riccardo Petrella ( Segretario del Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale sull’acqua)
Emilio Molinari, Rosario Lembo (Vicepresidente e Segretario -Comitato Italiano Contratto Mondiale dell’acqua)
Alex Zanotelli ( Comboniano - Rete di Lilliput)
Raffaella Bolini ( Arci Nazionale)
Giorgio Riolo, ( Presidente Associazione Punto Rosso)
Marco Bersani ( Attac Italia)
Maurizio Gabbiotti ( Legambiente)
Toni Dell’Olio ( Pax Christi)
Giulio Marcon ( Lunaria)
Fabio Alberti ( Un ponte per)
Mauro Cereghini ( Osservatorio Balcani)