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Per una Sinistra Europea forte e radicata

Publie le lunedì 3 dicembre 2007 par Open-Publishing

de Guglielmo Bozzolini(*)

Nella nebbia di Praga, all’insegna del motto “Building Alternatives – Costruendo alternative”, si è svolto il 23, 24 e 25 novembre il secondo congresso del “Partito della Sinistra Europea”. Ad SE, il “partito europeo” nato a Roma nel 2004, aderiscono 18 “partiti nazionali” della sinistra alternativa di 16 paesi (per l’Italia, Rifondazione Comunista), più 11 con il rango di osservatori.

Il congresso si è svolto “in un momento – come ha detto Graziella Mascia, introducendo le testi politiche - in cui una sfida cruciale è lanciata ai cittadini europei, alla loro vita sociale, economica, culturale e politica – la sfida di produrre risposte nuove e concrete riguardo l’avvenire dell’Unione Europea, dell’intero continente e del mondo. In ciascuno dei nostri paesi e nell’Unione Europea, giorno dopo giorno, ci troviamo di fronte a politiche incapaci di fornire un’alternativa credibile per uscire dall’impasse in cui le scelte neoliberiste hanno condotto l’umanità”.

In una situazione in cui “Le contraddizioni tra capitalismo ed emancipazione dell’individuo, riarmo e guerra, cambiamenti climatici e disastri ambientali, e la privatizzazione di tutte le sfere della nostra vita ci portano a chiederci ancora una volta “socialismo o barbarie” ?” gli interventi dei e delle 400 delegati e delegate sono articolati attorno a tre assi: la discriminazione di genere; la necessità di porre iI tema dei “diritti” al centro del processo di costruzione europea; l’opposizione alla guerra.

La tre giorni praghese ha quindi preso avvio nel pomeriggio di venerdì con la sessione plenaria della donne della SE, organizzata dalla rete femminista EL-Fem, e ha avuto uno dei suoi momenti più alti domenica mattina quando una folta delegazione di compagne ha simbolicamente occupato il palco per illustrare, intervenendo ognuna nella propria lingua, il manifesto-appello contro la violenza sulle donne.

Una scelta che ha reso visibile la centralità che l’intenso confronto tra le esperienze con cui avviene nelle diverse realtà europee l’incontro e la contaminazione tra la sinistra e il femminismo ha avuto durante tutto il congresso. Un confronto che si è dipanato attorno alla convinzione, come ha detto Fausto Bertinotti nel suo discorso in qualità di Presidente uscente della SE, che la contraddizione di genere interroghi la sinistra europea così come quella tra capitale e lavoro e quella tra ambiente e sviluppo, perché la discriminazione sessuale non si esaurisce nell’orizzonte capitalista.

La ricostruzione democratica dell’Europa

Il Partito della Sinistra Europea è stato in questi anni l’unico attore politico a presentare una posizione unitaria sul trattato costituzionale europeo, a partire dalla “dalla critica al modello antidemocratico, neo-liberista patriarcale e militarista della costruzione europea, un modello che viene istituzionalizzato dal trattato stesso”. Dopo la bocciatura da parte nei referendum francese e olandese, la proposta di trattato è morta. Con gli orientamenti fissati dal Consiglio Europeo del giugno 2007 si è aperto un periodo di trattative per l’elaborazione di un nuovo Trattato, che dovrebbe esser ratificato da qui alla presidenza francese del 2008 e le elezioni europee del 2009.

Per il Partito della Sinistra Europea e le forze che lottano per un’altra Europa la posta in gioco è notevole: “Per affrontare tali sfide, bisogna lavorare su dinamiche sociali e culturali capaci di far vivere la lotta per la trasformazione sociale nelle condizioni attuali, e di ridare senso all’impegno politico. Maggiori opportunità di partecipazione rappresentano le condizioni per una maggiore accettazione dell’UE da parte dei suoi cittadini. La Sinistra Europea è a favore della democratizzazione dell’Unione Europea e della sua struttura istituzionale.”

Mai più guerra

La non casuale collocazione praghese del congresso ha fatto sì che questo coincidesse con le proteste in corso in molti comuni cechi contro la scelta di installare una base americana nell’ambito del progetto di scudo stellare. La SE ritiene che questo sia un ulteriore capitolo del processo di riarmo a cui ci si debba opporre con forza. Lothar Bisky, il leader della tedesca “Die Linke”, nel suo discorso di insediamento come nuovo Presidente della SE ha quindi ricordato che l’impegno per la costruzione di una società diversa, più giusta e democratica non possa che partire dal principio “Nie mehr Krieg, Mai più guerra”. Questo vale per l’Afghanistan, per l’Irak e per lo scudo stellare europeo.

(*) Guglielmo Bozzolini,ha partecipato al Congresso nella delegazione del PRC, come rappresentante, insieme a Claudio Molinario, del Coordinamento Europeo