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Perchè, da militonto di rifondazione, non aderirò alla federazione.
Publie le martedì 24 novembre 2009 par Open-PublishingCome iscritto a Rifondazione Comunista non mi tessererò alla nascente (a tavolino) Federazione della Sinistra. Se la Politica fosse così semplice da essere risolta con queste amenità, tutti saremmo capaci di praticarla ai più alti livelli: basterebbe avere un nome in tasca, un po’ di quattrini per depositarlo dal notaio insieme con l’inventario dei beni da tutelare (una volta si diceva: “compagni sempre, fessi mai”) ed il pranzo sarebbe servito. Il fatto che a livello centrale l’unica soluzione periodicamente prospettata al militonto sia l’adesione ad un nuovo Vangelo messianico-marxista (le tante scissioni e controscissioni: PCL, PdAC, SC, SP) o all’ennesima scatola cinese (prima l’Unione, poi l’Arcobaleno, poi la Lista Unitaria, ora la Federazione) rende bene la misura della pochezza strategica di coloro ai quali è demandato il compito della direzione nazionale di questo o quel Partito. Che poi nodi cruciali vengano sciolti - ormai per prassi consolidata - da un piccolo pugno suicida di "dirigenti di se stessi" e se ne chieda, solo successivamente e sfacciatamente, la ratifica agli organi parlamentari interni, dovrebbe far riflettere le/i tante/i compagne/i che approvano quel metodo e quelle scelte ma che, quotidianamente, si divertono a sparare fucilate sulla presunta “illegalità” del ricorso ai decreti-legge del Presidente-Sultanoperaio. Tante perplessità, dunque. Come quella del compagno Gianluigi Pegolo il quale, in occasione dell’ultima Direzione Nazionale, si interroga sul perché si sia passati dalla dicitura “Federazione della sinistra d’alternativa” a “Federazione della sinistra”: “far passare questa scelta come una casualità o presentarla come dettata da esigenza di sinteticità mi pare davvero poco credibile. La scelta ha un senso preciso, annacqua l’identità per consentire altri ingressi”.
Questione sollevata legittimamente, giustiamente e, certamente, non marginale, in quanto sotto le parole (scritte o non scritte) si cela un semantica che le sussume e che si chiama, molto semplicemente, "orizzone politico": in altri termini, "dove vogliamo andare e come ci vogliamo arrivare?" Rifondazione, tanto per fare un esempio, è sempre stata “Comunista” ma tutte/i quelle/i che ora non la votano più se la ricordano come fedele alleata di governi borghesi.
Vorrei concludere con un ritorno alle domande che mi ponevo qualche mese fa. Nello scorso Luglio, pur tra mille timori e tra mille obiezioni dei compagni a me più vicini, avevo personalmente dato fiducia alla scelta di “pensare” (anche) in termini di Federazione: “NESSUN Partito sedicente comunista e NESSUN collettivo anticapitalista dispone della massa critica sufficiente ad opporsi all’egemonia economico-polico-culturale della borghesia. Come se ne esce? E’ scontato che, almeno in questa fase, è compito dei comunisti partecipare, alla pari di tutti gli altri movimenti anticapitalisti, alla costruzione di un fronte unico che si basi sul coordinamento delle lotte e del conflitto. Ciò può accadere soltanto se non ci si isola nell’autoreferenzialità idiota e se comunisti, ambientalisti, femministi, e compagnia bella, collaborano fra loro”. Parlavo dunque della Federazione come fronte che sta dentro un coordinamento delle lotte e del conflitto, non certo di tessere, di Statuti e Regolamenti. Allo stesso modo palesavo un pericolo: “alcuni osservatori credono davvero che la Federazione della Sinistra d’Alternativa sia da considerarsi semplicemente alla stregua dell’ennesimo pastrocchio di vertice, ad uso e consumo di quei ceti comunisti che oggi intendono allentare la morsa in attesa che la “nottata” passi e si riabbraccino i liberal-democratici”, che ritenevo evitabile qualora “tutte le forze comuniste organizzate più sane - nel senso di non colluse con il collaborazionismo interclassista - oltre che a ricompattarsi fra loro per mezzo del primo dei due piani di cui sopra [l’Unità dei Comunisti dentro un processo, ndr] - si buttino nella mischia della Federazione della Sinistra d’Alternativa. E questo al fine di provare a causare quella positiva torsione a sinistra che vieterebbe di guardare a Bersani o Franceschini come "naturale approdo" ed imporrebbe a tutte/i (comuniste/i ed anticapitaliste/i) di orientarsi verso un conflitto politico permanente: l’unica opzione che riconosciamo come valida”.
Purtroppo - per tutta una serie di motivi, primo fra tutti, l’ottusità ed i rancori di singoli e di microbico-componenti - la partecipazione degli elementi più sinceri e rivoluzionari al dibattito dentro una Federazione che era ancora di là da venire non v’è stato e la sua tanto auspicata "torsione a sinistra" nemmeno. In questo modo la Federazione è diventata nel tempo completa proprietà di quei destri che ne possono ora disporre a piacimento. Ottimo lavoro e tanti cari auguri a tutti. Rimango in Rifondazione dalla parte del conflitto. Continuerò a spendermi per la costruzione dell’Unità dei Comunisti dentro un processo storico e, mi si consenta, logico.
Francesco Fumarola
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