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"Perché il governo non taglia anche il proprio stipendio?"

Publie le lunedì 10 ottobre 2005 par Open-Publishing

"Speriamo di non dover constatare l’ennesima caduta di stile, e di etica, di questo governo". Così Giulio Marcon a proposito della riduzione prevista in finanziaria per i costi della politica, che sembra non colpire i compensi di ministri e premier.

La finanziaria 2006 prevede infatti all’art. 13 (“riduzione dei costi della politica”) un taglio del 10% degli emolumenti, delle indennità e dei costi generali relativi all’esercizio di funzioni di rappresentanza, gestione, consulenza nella Pubblica Amministrazione.

La campagna Sbilanciamoci! rileva però che nel testo vengono citate tante categorie, oggetto di questa misura: parlamentari, sindaci, presidenti di regione, consiglieri circoscrizionali, provinciali, sottosegretari, nonché numerosi enti: Senato, Camera dei Deputati, CNEL, Consiglio Superiore della Magistratura, ecc., mentre altre categorie non compaiono.

"Tra le "vittime" della riduzione - continua Marcon - si nota l’assenza dei ministri del governo e del Presidente del Consiglio nonché del Governo e della Presidenza del Consiglio.

Sono forse esclusi da questa misura? Si considerano un’eccezione? Sarebbe alquanto strano che il Consiglio dei Ministri avesse varato una misura sui costi della politica, escludendosi dalle sue conseguenze. E’ forse uno dei conflitti di interesse ai quali ci ha ormai abituato il premier Berlusconi?".

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CONTRO L’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI E LA FINANZIARIA DEL 2005

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