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Perchè le lavoratrici votano SI al Referendum sulla fecondazione assistita
Publie le martedì 31 maggio 2005 par Open-PublishingQuesta legge, stabilendo all’art.1 il riconoscimento di tutti diritti
giuridici all’embrione al pari di una persona, e quindi mettendo sullo
stesso piano un gruppo di cellule - che ha solo la potenzialità, se nasce,
di essere persona - e i diritti delle donne, stabilisce di fatto che la
vita
delle donne vale meno dell’embrione, e che i diritti delle donne, fino
anche
quelli fondamentali alla vita, alla salute, al diritto di decidere,
possono
essere annullati e subordinati. Ci chiediamo, se ci sarà da scegliere tra
la
vita di un embrione e quella di una donna, cosa si sceglierà?. Le donne in
questo modo sono di fatto considerate dei semplici contenitori. E se tanto
ci dà tanto, se l’embrione è ormai considerato una persona, l’aborto sarà
un
assassinio e la donna un’omicida.
Come conseguenza di questa impostazione, la legge, invece, nega ogni
diritto
alla donna nel decidere come e quando avere un figlio, nella difesa della
salute e del proprio corpo e del suo futuro.
La Legge impone che la fecondazione debba avvenire solo tra coppie sposate
o
al massimo conviventi e solo con gameti del proprio coniuge, negando
quindi
a tante coppie sterili o con gravi malattie di poter avere figli. Questa
legge vieta che si producano più di 3 embrioni e che si possano congelare
embrioni non impiantati, con la conseguenza che, in caso di fallimento,
abbastanza probabile, la donna deve essere costretta a sottoporsi a
ripetuti
e difficili interventi, con ulteriori bombardamenti ormonali, con gravi
conseguenze per la propria salute, fino a rischio di tumori.
Nello stesso tempo la legge, con una concezione aberrante da medioevo,
impone che nel corpo della donna siano impiantati contemporaneamente i 3
embrioni prodotti, anche se non fossero sani, col rischio di gravidanze
plurigemellari (pericolose per la donna ma anche per i futuri bambini), e
viene vietato alla donna di revocare il suo consenso all’impianto, pur in
caso di accertata malformazione grave dell’embrione stesso.
Si tratta di una legge che invece di dare, toglie, che è punitiva, che
prevede pensanti sanzioni contro le donne, e i medici che stanno dalla
loro
parte. Questa legge, infine, è anche una legge di classe, perchè non
prevede
la gratuità delle tecniche nelle strutture pubbliche, stanzia pochissimi
soldi, 2 milioni di Euro, mentre dà via libera alle cliniche private, con
i
loro costi altissimi, costringendo la maggioranza delle donne che non
possono permettersi quei costi a rinunciare.
I partiti, sia della maggioranza, ma anche esponenti del centrosinistra,
che
difendono questa legge, i massimi rappresentanti della Chiesa, Ruini, il
Papa Ratzinger che stanno facendo quasi una crociata per l’astensione per
non far raggiungere il quorum, fanno un discorso profondamente ipocrita:
Parlano di tutela della persona che ancora non c’è e schiacciano la vita
concreta delle persone reali, delle donne, la cui condizione di vita, di
lavoro diventa ogni giorno più difficile. Si riempino la bocca di difesa
delle vita, di diritti del bambino quando ancora non c’è e si dimenticano
della sua vita e dei suoi diritti appena nasce; dove sono, vogliamo
chiedere, i diritti dei bambini che si ammalano e muoiono per una sanità
che
va sempre peggio, con costi proibitivi, o per il grave inquinamento
ambientale in cui questo stistema sociale capitalista ci fa vivere (e un
esempio evidente è proprio la nostra città); dove sono i diritti quando
questo governo toglie il lavoro ai genitori, quando taglia i servizi
sociali? Quando costringe i ragazzi a lasciare la scuola e ad essere
sfruttati nel lavoro nero, quando nega ogni prospettiva di futuro certo?
Ecc., ecc.
Noi voteremo SI perchè la legge sulla fecondazione ma soprattutto il
dibattito dei partiti, della Chiesa e della stampa che si sta sviluppando,
mostrano che dietro questa legge profondamente oscurantista e reazionaria
vi
è un attacco più generale che vuole portare indietro la condizione
generale
delle donne, togliere diritti acquisiti, in primo luogo il diritto
d’aborto;
perchè dietro questa legge stanno prendendo più forza concezioni
clericali,
maschiliste che propagandando una concezione della Ofamiglia normale,
nascondono quella che è la famiglia concreta in cui le donne devono avere
solo il ruolo di moglie e di madre, e gestire una vita che diventa ogni
giorno più difficile. Noi donne lavoratrici votiamo SI per non
rassegnarci,
ma ribellarci e lottare contro tutto questo.
Le lavoratrici Slai cobas
Per avere materiale per il SI al referendum: c/o v. Rintone, 22 -347/5301704 - mfpr@libero.it




