Home > Perché linciano Torretta e Pari

Perché linciano Torretta e Pari

Publie le giovedì 21 ottobre 2004 par Open-Publishing

di Piero Sansonetti

Il giornale Libero, quello diretto da Vittorio Feltri, dedica il titolo principale della sua prima pagina di ieri a Simona Pari e a Simona Torretta; e poi dedica alle due ragazze anche due intere pagine interne, la sei e la sette. Come mai? Per denunciare uno scandalo. Lo scandalo è questo: Simona Pari e Simona Torretta sono in vacanza a Salina, in Sicilia, ospiti di alcuni amici. E siccome sono ospiti non pagano nemmeno l’affitto. Libero ritiene che tutto questo non sia una bella cosa e che dimostri le scarse qualità morali delle due ragazze. Il titolo che occupa due terzi della prima pagina dice così: "La dolce vita delle due Simone in vacanza (gratis) ".

La riga sopra il titolo, quella che in gergo noi giornalisti chiamiamo occhiello, precisa: "Sole, mare, spiaggia e shopping: il soggiorno di Torretta e Pari ospiti nell’isola di Salina, alle Eolie". L’articolo è firmato da un inviato di Libero che si chiama Miska Ruggeri. E’ un articolo un po’ confuso ma si capisce che questo Ruggeri, avvisato da un amico di Salina, ha scoperto che nell’isola ci sono le Simone, allora è andato lì, come fa ogni buon giornalista investigativo, ha cercato di fare amicizia con le ragazze, fingendosi un villeggiante, è riuscito a portarle a cena e forse sperava di scoprire qualcosa di terribile su di loro: invece ha scoperto solo che passano la giornata a cercare di sfuggire ai fotografi rompicoglioni e a cercare di riposarsi un po’. Che c’è di male? Non si sa. A un certo punto Ruggeri scrive anche questa frase: "Simona Torretta.... mi prega di aiutarla a evitare lo scatto killer (di un fotografo, ndr), mettendomi in mezzo e coprendola col mio corpo. Io mi alzo dalla sedia e obbedisco...certo mi sento un po’ stronzo a intralciare il lavoro di un collega...". Ognuno ha il diritto a sentirsi stronzo per i motivi più diversi.

Perché il giornale di Vittorio Feltri ha deciso di perseguitare Simona Pari e Simona Torretta, fino al punto da farle spiare dai suoi giornalisti mentre sono in vacanza, e anche oltre quel punto, sbeffeggiandole senza motivo sulla prima pagina del suo giornale, approfittando della potenza dei propri mezzi e scaricandoli addosso a due ragazze che non hanno nessuna possibilità di difendersi? Feltri non è un ingenuo, è un ottimo giornalista, in passato è stato autore di grandi inchieste e di scoop giornalistici, come quelli su affittopoli, cioè sulle case dello stato concesse in affitto a basso prezzo a uomini politici potenti. Ma Simona Pari e Simona Torretta non sono potenti. A cosa mira Feltri?

E’ abbastanza evidente, mira a colpire il movimento pacifista e quella vastissima rete di organizzazioni del volontariato e della cooperazione, laiche e religiose, che operano in gran parte del mondo povero, e sono, in modi e forme diverse, schierate contro la guerra e contro lo strapotere dei mercati nella politica internazionale. E’ abbastanza normale che sia così. Feltri è dichiaratamente un uomo di destra ed è giusto che si dia da fare per colpire un pezzo del mondo di sinistra che in questi anni è stato molto vitale, pieno di idee, attivo, e che ha condizionato in qualche modo gran parte della sinistra ufficiale. Legittimissimo. Ma non crede - Feltri - di superare i limiti del buongusto, dell’educazione - e persino dell’etica professionale - usando a questo scopo la polemica e la vera e propria persecuzione nei confronti di due persone in carne e ossa, colpevoli di nulla, e che hanno subito una avventura umana tremenda e sconvolgente come un lungo rapimento sul teatro di una guerra?

Forse Feltri ha semplicemente fatto un errore, gli è sfuggita di mano la polemica. Può darsi benissimo che sia così, capita a tutti una valutazione sbagliata e non è una tragedia. Sarebbe bello se Feltri lo ammettesse, e si potesse chiudere qui la diatriba, lasciando in pace le due Simone e permettendo loro di riposarsi, di ritrovare la tranquillità perduta, e magari, se lo vorranno, in futuro, di tornare al loro lavoro di volontariato. Sarebbe una gran novità se anche nella più feroce polemica politica imparassimo tutti a porre dei confini: il rispetto per le persone, per la vita di ciascuno, per i sentimenti più intimi.

http://www.liberazione.it/giornale/041020/R_PEZZO.asp