Home > Peretz proseguito ad Rabat (Marocco)
di Bachir HAJJAJ
Un denuncia per crimini di guerra è stata depositata da tre avvocati marocchini nei confronti del ministro israeliano della difesa che è nato a Bejaâd, in Marocco. Occorreva osare farlo.
È ormai cosa fatta. Dott. Abderrahim Jamaï, Khalid Sefiani ed Abderrahmane Benameur, tre tenori della sbarra che sono, inoltre, militante dei diritti dell’uomo, hanno appena depositato, presso la Corte della camera criminale della Corte d’appello di Rabat, un reclamo contro Amir Peretz per crimini di guerra. In questa, chiedono anche alla Corte " di lanciare, in collaborazione con Interpol, un parere di mandato di sentenza contro quest’ultimo".
Secondo loro, questo reclamo è "ammissibile" poiché il ministro israeliano della difesa è nato a Bejaâd in Marocco.
Nel corso di una conferenza a Rabat, quest’avvocati, hanno insistito sul fatto che "il terrorista criminale sioniste, Amir Peretz, ha conservato la sua nazionalità marocchina" e che "è sempre registrato sui registri dello stato civile del Marocco".
Hanno anche precisato che la "legge marocchina autorizza azioni giudiziarie contro ogni Marocchino che ha commesso offese o crimini all’interno del paese o all’estero". "Dal punto di vista giuridico, abbiamo il diritto di portare denuncie contro questo criminale di guerra." Le sue dichiarazioni politiche e le istruzioni che ha dato al suo esercito hanno contribuito in gran parte a commettere macelli collettivi in Libano contro civili innocenti e disarmati ", ha dichiarato dott. Jamaï in sostanza."
L’avvocato Mohammed Sebar, il presidente della tribuna "giustizia e verità", da parte sua, si è mostrare scettico quanto all’uscita di questo reclamo. "sul piano legale, (essa) è ammissibile, ma concretamente, ci saranno certamente difficoltà, benché si possa conservare un po’di speranza, poiché responsabili marocchini sono già stati oggetto di azioni giudiziarie nel regno, i cui reclami non hanno mai conosciuto seguiti",
Occorre precisare che questo reclamo non sarà certamente solo un tipo a essere depositato contro gli alti responsabili israeliani attraverso il mondo. In Francia, alcune associazioni dei diritti dell’uomo intendono, infatti, costituirsi parte civile presso i libanesi d’origine francese che hanno sofferto per questa guerra selvaggia condotta da Israele contro il paese del cedro.
Anche se è teoricamente ammissibili, simili reclami non trascureranno di urtarsi ad alcune difficoltà d’ordine allo stesso tempo pratico e procedurale. Fu il caso in Belgio con la legge detta di competenza universale che aveva permesso, tra l’altro, di sollecitare un processo contro l’ex primo ministro israeliano, Ariel Sharon. Adottata nel 1993, questa legge permetteva, infatti, ai tribunali belgi di giudicare gli autori dei crimini di guerra, dei genocidi o dei crimini contro l’umanità, indipendentemente dal posto dove sono stati commessi, la nazionalità degli autori supposti o delle vittime.
Una trentina di reclami sono stati depositati, in questo modo, contro dirigenti stranieri, fra cui il presidente americano George Bush ed Ariel Sharon. Considerato per i massacri di Chabra e Chatila, quest’ultimo ha condotto una campagna diplomatica intensa contro il Belgio con richiamo d’ambasciatore ed uscite mediatiche che tuonano.
Risultato, non è lui che ha sofferto dei rigori di questa legge poiché ed è stata puramente e semplicemente abrogata nel
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