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Piccoli indizi sulla sconfitta che verrà…
Publie le giovedì 7 febbraio 2008 par Open-Publishing2 commenti
Basta guardare la televisione per un paio di sere per capire che non solo le elezioni sono imminenti, ma per il centrosinistra saranno una tranvata dalla quale non si risolleverà per 20 anni, forse 21…

Elemento 1: il servilismo televisivo. Domenica pomeriggio, durante “Domenica In” si parlava di crisi e la conduttrice - la suorina Bianchetti - dopo vari slinguazzamenti a Forza Italia ha toccato l’apice affermando giuliva che si è giunti alla crisi “malgrado i tentativi di dialogo di Silvio Berlusconi”…ora, spero che sia evidente a tutti che uno dei pochi punti chiari di questa opaca crisi è proprio la coriacea, tignosa ed egoistica voglia del Sultano di andare subito al voto, costi quel che costi e nulla, neppure un auspicio della Cara Mamma durante i suoi ultimi istanti gli avrebbe fatto cambiare idea…ma per la signorina Bianchetti, novella politologa, non è così e mentre il treno della politica stava implacabilmente deragliando verso la crisi, solo lui, l’intrepido Silvio, si sarebbe speso fino alla fine per evitare il botto, pronto a sacrificare tutto, anche la sua stessa vita all’interesse supremo del Paese.
Elemento 2: gli imbecilli al timone. Ora che la situazione è drammatica e la necessità di far passare all’opinione pubblica messaggi chiari, il centrosinistra si fa rappresentare in televisione per lo più da imbecilli, salvo rare, rarissime eccezioni. Per capirlo bastava aver visto 8 e 1/2 di qualche sera fa, quando le cose più sensate e veritiere le ha dovute dire Lidia Ravera (invitata come osservatrice), perchè l’ospite “di centrosinistra” era troppo, vistosamente inadeguata. Infatti, qualche furbo stratega ha deciso di puntare sugli occhi sbarrati e il sorriso post-elettroshock di Marina Sereni, pollastra di batteria dell’apparato di partito che ripete instancabile (gli sciocchi hanno sempre tanta energia) le cantilene propagandistiche insegnatele alla scuola-quadri mentre attorno a lei tutto crolla miseramente…così qundo la postfascista Giorgia Meloni ha osato dire - impunita - che “la Finanziaria 2008 è fallita e le famiglie non arrivano a fine mese”, l’oligofrenica Marina rispondeva imperterrita con la frasetta-tipo su “facciamo la riforma e votiamo a giugno” mentre la risposta corretta era “Meloni, ma che cazzo dici? la Finanziaria 2008 è in vigore dal 1 gennaio, oggi siamo il 30 e c’è crisi dal 15!…fammela mettere in atto e poi dimmi che è fallita, no?”. Invece niente, sorrisi ebeti e frasine piene di nulla.
Ma come pretendere di più dalla povera Sereni, se in tutti i canali già impazzano i “gemelli dell’autogol”, vale a dire la resistibile accoppiata Fassino-Rutelli, che è riuscita a farsi trombare alle politiche del 2001, per un pelo non ha gettato alle fogne anche quelle del 2006 e ora - instancabili - ci riprovano. Così Fassino si fa bastonare a Porta a Porta da Fini che lo castiga senza pietà sul tema della coerenza (Dio mio, la coerenza! da Fini! come prendere lezioni di castità da Rocco Siffredi!) e invece di replicare a muso duro, si incazza con i giornalisti colpevoli di dir male del governo. Sull’altro canale, nel frattempo, Rutelli giganteggia con il suo sorrisino da soap-opera e la postura da telefilm sulla politica americana, ammiccando sorrisetti verso il telespettatore, mentre attorno a lui viene detto di tutto…
Elemento 3. Il culto della personalità. E’ sgradevole, ma bisogna dirlo. Negli scorsi giorni è morta la signora Berlusconi, mamma di Silvio. Aveva 97 anni e si è spenta circondata dall’affetto dei propri cari. Non mi pare una notizia particolarmente rilevante che una signora ultranovantenne muoia serenamente nella propria casa e non ricordo di aver letto spesso notizie relative alla morte dei genitori ultranovantenni dei leader politici. Invece, la morte della signora Berlusconi è stata trattata più o meno come la scomparsa della Queen Mother nel Regno Unito. Notizia d’apertura nei telegiornali, commossi filmati d’archivio, corrispondenze da sotto casa della defunta, pagine di album fotografici sui quotidiani, quasi come se la signora Rosa fosse stata una figura amata dall’intera comunità degli italiani, una sorta di nonna o bisnonna di noi tutti, una presenza nei nostri discorsi e nelle nostre preghiere notturne. Non è così, ma era la mamma di Berlusconi e Berlusconi, inutile girarci attorno, non è considerato da stampa e televisioni come un politico tra i tanti, ma l’uomo attorno al quale, piaccia o no, si articola tutta la politica. E questo elemento di per se fa di lui il personaggio centrale, l’uomo di riferimento per gli indecisi e per gli agnostici, qualunque cosa accada.
Elemento 4. I farlocchi. E’ la seconda volta che accade: Berlusconi è bollito, la sua coalizione è in pezzi e da sinistra si allunga - salvifica - una mano provvidenziale che lo tira fuori dalle acque, lo salva, lo asciuga, gli stira il doppiopetto di Caraceni e, come ringraziamento, si piglia una mazzata sulla testa. Il primo era stato Massimo D’Alema nel 1997, ai tempi della Bicamerale per le Riforme…lui, il furbissimo, il grande politico, il Togliatti dei nostri giorni si fece gabbare come un garzone di bottega. Ora ci è caduto Veltroni, che quando aveva in mano una maggioranza politica per riformare la legge elettorale ha voluto fare il gentleman e si è messo a urlacchiare “ci vuole il consenso di Berlusconi”, dimenticando che con Berlusconi non si possono fare patti non perchè sia - in astratto - sbagliato dialogare con l’opposizione (anzi, è giustissimo), ma per il semplice fatto che Berlusconi è strutturalmente incapace di rispettare accordi se questi sono contrari alle sue convenienze. E’ un uomo profondamente bugiardo e profondamente disonesto e mi chiedo che cosa serva ancora al centrosinistra per capirlo. E così, oggi si parla di un gentlemen’s agreement post-elettorale per il governo che verrà. A Marini è stata promessa la riconferma sulla poltrona più rossa di Palazzo Madama…Vi prego, ditemi che non siete così farlocchi da crederci!
Insomma, questi sono fatti. Il centrosinistra può vincere le elezioni? Dal punto di vista teorico questo è possibile e sono convinto che l’elettore medio aneli disperatamente ad una alternativa a Berlusconi, che non sia però il caravanserraglio ulivista che abbiamo visto tutti in marcia in questi due anni…servirebbero facce nuove, un radicale cambiamento della rappresentanza parlamentare, una capacità di parlare al cuore e al cervello delle persone.
Tutte cose che nel centrosinistra non ci sono e di questo passo non ci saranno mai.
Marckuck
P.S. … tanto per ricordarci quello che sarà…
Messaggi
1. Piccoli indizi sulla sconfitta che verrà…, 7 febbraio 2008, 12:39
E’ difficile pensare che nel paese e per la gente comune cambi molto se vince uno schieramento politico piuttosto che un altro !!
Ormai la differenza sta solo nello stile : accattivante e mellifluo quello di Veltroni, autoritario e tribunizio quello di Berlusconi.
Probabilmente ci sarà anche qualche differenza di metodo, ma alla fine per fare ( o non fare ) più o meno le stesse cose.
Prodi nella sua prima parte del mandato, quando ancora era sicuro di poterle fare, ha portato avanti i provvedimenti che interessavano a Montezemolo e sodali, tralasciando tutto il resto con la sicura convinzione che tanto non gliene avrebbero data possibilità , spedendolo a casa prima !!
Viene quindi il legittimo sospetto che i potentati economici che lo avevano sostenuto in campagna elettorale avessero già progettato in partenza una sua temporanea permanenza al governo solo per fargli fare quello che interessava a loro, salvo poi congedarlo prima che potesse mettere mano alla fase B del programma, quella, tanto per intendersi, che avrebbe dovuto servire per concedere qualche briciola ai lavoratori ed ai ceti svantaggiati.
Se le prossime elezioni, com’è molto probabile, le vincerà Berluskoni, il suo programma di governo non sarà articolato in due fasi come quello di Prodi, ma conterrà solo la fase A, quella di nuovo delle leggi "ad personam", dei provvedimenti "ad hoc" per gli amici e gli amici degli amici , qualche manciata di briciole per i più poveri e laute brebende per tutta la "casta", tanto per tenersela buona e perchè non faccia tanto "casino" in parlamento!!
Un governo "veltroniano" avrebbe comunque fatto ( o non fatto ) più o meno le stesse cose, magari ammantandole di buoni propositi e spacciandole , con stile "friendly", come vere e proprie rivoluzioni sociali !!
MaxVinella
1. Piccoli indizi sulla sconfitta che verrà…, 7 febbraio 2008, 16:37
Ho un disturbo tripolare della personalità politica
Un disturbo bipolare è una sindrome per la quale mentre sei triste diventi felice e viceversa e quelli che ti stanno intorno diventano matti perché non è carino mandarti a quel paese. In politica abbiamo vissuto un grave disturbo bipolare a partire dal ‘94, rosso e nero, Occhetto o Berlusconi, Prodi o Berlusconi, Rutelli o… Berlusconi, guelfi e ghibellini fino a che non ci siamo ritrovati tutti guelfi.
di Gennaro Carotenuto
Ora però si fa un passo avanti. Il disturbo del bipolarismo diventa tripolare e saremo felici di essere tristi con Silvio Berlusconi o con Walter Veltroni o con Fausto Bertinotti, baloccandoci fino al 13 aprile credendo di poter scegliere. Sarà la cura?
Sicuramente don Walter guarda all’eternità ed ha deciso che solo così potrà essere assunto in cielo tra due ali di Binetti, serafini, cherubini, troni e dominazioni. Lui non guarda al presente e si preoccupa del futuro e non importa che a medio termine, soprattutto dopo cinque anni di Berlusconi, saremo tutti morti. Ha detto "yes we can", come Barak Obama, come fosse lo stesso, perché lui davvero trepida per sapere chi vincerà tra Hillary y Barak. Ha detto "yes we can" e non ha capito che le frasi storiche valgono quando le inventi, non quando le copi e le ripeti a pappagallo. Ha detto "yes we can", ma non ha spiegato quando, che rispetto all’eternità, si capisce, è un dettaglio irrilevante.
Bertinotti, già subcomandante Fausto quando gli zapatisti erano di moda, invece farà un figurone, uomo di classe (in che senso?) forte del suo ruolo istituzionale. Si batterà come un leone, parlerà di disagio sociale, ma non di monnezza. Di capitalismo, ma non di socialismo. Di precarietà ma non di padroni. Di diritti, ma non di chi li azzoppa. Di pace ma non di chi fa la guerra. Anche lui a ben guardare starà tre metri sopra il cielo, lì sull’arcobaleno con i quattro intoccabili pilloloni dei partitini sotto, che sennò, se glieli levi, il burocrate medio dell’ultrasinistra si disorienta, si sbaglia e vota Forza Italia. Quasi quasi era meglio l’ombrello dell’omino di Altan.
Resta Silvio, Silvio nostro, il padreterno che ha detto agli italiani fate schifo, siete ignoranti, volgari, un po’ ladri e pure coglioni, ma ha dato loro una speranza. Infatti ci ha insegnato a fare le corna, a ruttare, fare le battutacce in pubblico e a guardare nelle scollature delle signore. Lo facevamo anche prima, ma la cultura cattocomunista ce ne faceva vergognare. Con lui lo facciamo e lo faremo a testa alta. Mentre il paese va a puttane…
Vi era mancato? Adesso l’attesa sta per finire…
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