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Pininfarina: un comizio antidemocratico che ha offeso la nostra dignità

Publie le lunedì 20 marzo 2006 par Open-Publishing
3 commenti

Intervista ad Andrea Pininfarina:

"In platea si è rischiato lo scontro fisico"

"Berlusconi ha fatto un’arringa illiberale violando gli accordi presi e le regole"
"Un comizio antidemocratico
che ha offeso la nostra dignità"
Il vicepresidente di Confindustria da due anni preparava il convegno di Vicenza
di ROBERTO MANIA

Andrea Pinifarina
ROMA - "È stato un intervento antidemocratico, illiberale e, mi permetta di aggiungere: gravemente offensivo della dignità delle persone". A parlare è Andrea Pininfarina, vice presidente della Confindustria.

Perché un giudizio così pesante?
"È stata un’arringa elettorale, tra l’altro al di fuori delle regole che erano state concordate. Prima, però, voglio ricordare che il convegno si stava sviluppando bene, affrontando un tema trasversale, per nulla scontato, come quello della concorrenza, sul quale abbiamo impegnato risorse e studi per più di venti mesi".

Poi è arrivato Berlusconi a "macchiare" l’appuntamento...
"Aspetti. C’erano cinquemila imprenditori che avevano seguito con attenzione la questione della concorrenza, con le risposte che Prodi, prima, e Tremonti dopo hanno dato alle loro domande. Poi è arrivato Berlusconi, con il suo intervento irrituale".

Non crede che così il premier vi ha obbligati a schierarvi?
"Come ha detto Montezemolo, gli industriali non possono essere tirati per la giacchetta. Anche se a Vicenza, più che a tirarcela, la giacca hanno provato proprio a togliercela da dosso. È stato un tentativo grave. Ma la Confindustria non si è schierata, non si schiera, e non si schiererà".

Per la verità, nel 2001, con D’Amato....
"La Confindustria non si è mai schierata".

E allora come giudica gli applausi, le urla da stadio, che hanno accolto Berlusconi?
"A Vicenza ci sono stati due convegni: uno prima dell’intervento di Berlusconi; un altro durante l’intervento di Berlusconi in cui vi è stata un’affluenza anomala e sicuramente di supporter del leader. Aggiungo che ognuno ha la libertà di fare i comizi che vuole, ma non può venire a farli a casa nostra, quando sono state fissate altre regole del gioco. Poi ha cercato di dividerci, dicendo che dobbiamo lavorare di più anziché andare in Confindustria, insultando così il nostro impegno civile e associativo. Ma non ho finito".

Prosegua.
"Berlusconi ha sostanzialmente detto che chi non la pensa come lui o ha mandato il cervello all’ammasso oppure ha qualche scheletro nell’armadio da nascondere. Questo approccio al dibattito politico da parte di un leader di partito mi appare, ripeto, antidemocratico e offensivo. Ma detto ciò la Confindustria resta autonoma".

Ma politicamente divisa. Non crede?
"La Confindustria non ha minimamente la pretesa che i suoi associati votino nello stesso modo. Perciò, da questo punto di vista, non siamo mai stati omologati".

Non avete pensato di interrompere il comizio di Berlusconi, visto che aveva dichiarato di voler violare le regole del confronto?
"Sono certo che abbiamo fatto la cosa migliore in quel contesto. Non potevamo escludere il rischio di uno scontro anche fisico in platea. D’altra parte Berlusconi non solo è stato scorretto nel metodo, ma anche nei contenuti. Ci ha accusati di essere catastrofisti, ma i nostri dati sono quelli della Banca d’Italia, di Eurostat, del Fondo monetario, e i numeri non sono né di destra, né di sinistra. Abbiamo anche detto che la crisi viene da lontano e che è strutturale. Ma dire che il Paese va bene, mentre è fermo, mi sembra assolutamente sbagliato. Non si può negare ciò che è evidente e per potere risalire dobbiamo sapere da dove partiamo. Questo non è catastrofismo, ma obiettività".

A lei è piaciuto l’intervento di Prodi, candidato del centrosinistra?
"Su alcuni punti è stato convincente, su altri meno. E non voglio aggiungere altro".

Due esponenti del centrodestra, Giancarlo Galan e Ignazio La Russa, hanno chiesto al vertice di Confindustria di dimettersi. Cosa risponde?
"Ai signori Galan e La Russa dico di fondare un’impresa, di associarsi a Confindustria, di presentare una mozione contro Montezemolo e di vedere se avranno la maggioranza. Queste sono le regole democratiche di Confindustria, alle quali questi signori non sembrano abituati".

Della Confindustria è in qualche modo ancora parte anche Silvio Berlusconi.
"Berlusconi è un imprenditore che si è dato alla politica e che ha deciso che la Confindustria deve appoggiarlo. Peccato che la Confindustria non lo farà mai, né con lui né con altri candidati".

(20 marzo 2006)

http://www.repubblica.it/2006/c/sez...

Messaggi

  • Pininfarina parla bene, da membro illustre dell’aristrocrazia imprenditoriale italiana, ma sotto sotto è della stessa pasta del Silvio B. !!! Silvio B. è ormai un cavallo perdente, la sua politica assolutamente autoreferenziale e aziendalistica ( in senso "mediasettiano") non ha risposto alle esigenze del capitalismo familiare dei vari Agnelli, Tronchetti Provera, Pirelli etcc, che non hanno digerito l’occhio di riguardo nei confronti del "furbetti del quartierino", che rischiano di sputtanare la loro immagine nei confronti dell’opinione pubblica internazionale e dei salotti buoni del capitalismo europeo. I vertici confindustriali preferiscono una figura come Prodi, sicuramente più servile e più disponibile ad assecondare i loro reali interessi in un clima di minor conflitto sociale, utilizzando la benevola mediazione dei sindacati ed ammortizzatori sociali a costo zero per loro ( ovvero pubblico).
    MaxVinella

    • Che Pininfarina sia uno dei padroni italiani piu’ autoritari ed antisindacali è cosa incontestabile.

      E’ vero quello che dice Max, ma soprattutto io credo che Montezemolo, Pininfarina e c. si pongano anche un altro problema.

      Quello di evitare una situazione "francese" che altri 5 anni di Berluskoni e la sua banda farebbero inevitabilmente scoppiare.

      Che poi ci riescano veramente è un altra storia.

      Vorrei ricordare che la rivolta italiana del 1977 avvenne in piena situazione di unità nazionale e di "compromesso storico", con il Pci nella maggioranza di governo.

      Fatte le dovute differenze storiche, la situazione attuale ha anche molte affinità con quella dell’epoca.

      Keoma

  • la Confindustria , a prescindere dai distinguo e dalle precisazioni, si era schierata con Berlusconi nel 2001; poi è rimasta a vedere cosa succedeva nel corso della legislatura , sperando che il governo di destra , come fanno di solito i governi di destra, semplicemente favorisse gli industriali : tutto ciò ben sapendo che soggetto fosse il Berlusca , la cui capacità di sparare panzane e la abilità nel mentire erano notissime nell’ambiente . In seguito si sono accorti :
     che , per ciò che interessava loro, la legislazione nazionale è ormai legata alla legislazione comunitaria , e quindi favori, appoggi e sostegni erano diventati merce rara
     che , a fronte della protervia del governo, le OO.SS. si erano compattate e sopratutto avevano ricominciato a fare sindacato
     che il Berlusca faceva sostanzialmente gli interessi suoi e della sua azienda
     che comunque aveva , lui ed i suoi cari, tanti e tali problemi giudiziari, che l’energia di governo e parlamento andava sprecata per evitare a costoro processi e galera
     che l’immagine all’estero dell’Italia era di poco migliore di quella del Gabon
     che l’economia era fortemente monitorata dalla Comunità Europea , e quindi non si poteva andare in giro a raccontare favole
     che l’imposizione fiscale era rimasta la stessa e di fatto l’unico che ci aveva guadagnato era il primo ministro con le sue aziende
     che il governo era fatto veramente da un gruppo di cialtroni poco istruiti , e che stavano mettendo tutti , padroni , lavoratori, commercianti, statali , professionisti ( con le debite eccezioni che confermano la regola) in una situazione insostenibile
     che i controlli del sistema bancario erano in mano ad un soggetto che non si capiva se era colluso con un gruppo di squali senza etica , o fesso , oppure tutt’e due , e che il governo non prendeva posizione, lasciava che le cose precipitassero senza nulla fare
    Non mi meraviglio che i vertici di Confindustria ora , facendo finta di essere equidistanti, facciano novene e voti perchè il Berlusca cada , dato che , anche se venisse sostituito dal Mago Zurlì , la situazione non potrebbe che migliorare ; mi meraviglio invece della loro meraviglia rispetto al suo comportamento . Che il Berlusca avesse ed abbia in odio le regole , tutte le regole, anche quelle democratiche minimali; che sia un soggetto psicologicamente complesso ed instabile , con un devastante complesso di superiorità legato, con un mix pericoloso per le istituzioni repubblicane , ad un altrettanto forte complesso di persecuzione ; che sia un mentitore talmente accanito da non saper più distinguere la realtà dall’immagine della stessa erano circostanze note,facilmente individuabili anche da un soggetto distratto. In sostanza, Confindustria ha contribuito a creare insieme ad altri poteri forti , come novelli Frankestein , questo strano monstrum, ed adesso si rende conto che deve sbarazzarsene ; il che fa comodo a tutti, anche ai partiti ed ai movimenti della sinistra , perchè, compagni, non importa di che colore sia il gatto: è importante che prenda i topi
    Buster Brown