Home > "Piombo Fuso" su Gaza: piu’ di 200 morti
Non si fermano i raid israeliani sulla Striscia di Gaza: il bilancio è terribile, alle 18 e 30 secondo il capo dei servizi di soccorso i morti erano già saliti a 205 e i feriti oltre 300.
Un massacro.
L’attacco era stato annunciato come rappresaglia nei confronti dei razzi lanciati da Hamas degli ultimi giorni, ma la violenza dei bombardamenti è andata ben oltre la semplice rappresaglia.
L’operazione «Piombo Fuso»: così è stata battezzata dagli israeliani.
Una pioggia di fuoco che si è abbattuta per tutta la giornata su Gaza City e al nord, al centro e al sud della Striscia. Ma se gli obbiettivi dichiarati erano le strutture militari e di polizia di Hams (interamente spazzati via) moltissimi sono i civili colpiti, tra i quali tanti bambini. "Nel mirino degli israeliani c’era il commissariato di Elgewzet, dove era in corso il giuramento delle reclute, ma attorno al commissariato, ci sono almeno tre scuole e altrettante facoltà universitarie. E molti bambini al momento del raid stavano tornando a casa".
Le scuole infatti oggi funzionavano regolarmente, ha spiegato il portavoce di Hamas, Fouzi Barhoum, alla Tv araba Al-Jazeera; le autorità palestinesi che controllano Gaza sarebbero state colte di sorpresa dai raid aerei israeliani: "Pochi giorni fa le autorità israeliane ci avevano fatto sapere che Israele non avrebbe attaccato la striscia di Gaza".
Secondo il ministero degli Interni del governo Hamas che controlla Gaza, citato dalla tv al Jazeera, tutte le sedi della sicurezza della Striscia sono state distrutte. La stessa tv aveva riferito che una trentina di sedi della sicurezza erano state distrutte. Tra le vittime c’è anche il capo della polizia di Hamas, Tawfik Jaber, e secondo voci insistenti che circolano nella Striscia, sarebbe morto anche Ahmed Jaabari, capo delle Brigate Ezzedin Al-Qassam, braccio armato di Hamas. Jaabari era ai primi posti nella lista dei ricercati da Israele.
Gli ospedali della Striscia di Gaza sono ormai al collasso per il numero altissimo di feriti che vengono convogliati nei pronto soccorso.
Subito dopo il primo attacco è cominciata la corsa delle ambulanze, ma anche di tanti veicoli privati, verso gli ospedali che hanno subito mostrato di non poter reggere ad un’emergenza di tali proporzioni.
All’ospedale Shifa, il più grande di tutta la Striscia, decine di persone ferite sono rimaste stese sul pavimento a lungo in attesa che qualcuno si potesse occupare di loro. Hamas e le altre fazioni integraliste palestinesi hanno ordinato alle Brigate Ezzedine al Qassam di rispondere all’aggressione degli occupanti con tutti i modi.
I miliziani palestinesi hanno così sparato diversi razzi contro il sud di Israele, uccidendo una donna nella località di confine di Netivot. Altre quattro persone sono rimaste ferite. Hamas ha minacciato che risponderà anche con attentati suicidi all’offensiva. «Diciamo al nemico israeliano che anche per noi è solo l’inizio della battaglia», è la risposta del governo di Hamas all’esercito israeliano.
In una conferenza stampa trasmessa in diretta dalla tv araba al Jazeera, un portavoce del governo di Hamas ha letto il testo di un comunicato del governo di Ismail Haniyeh. Nel comunicato si lancia una precisa accusa contro «certi governi arabi» di «non essere immuni da complicità con Israele», per le operazioni militari dell’Esercito di Israele.
L’accusa sembra rivolta contro l’Egitto: poco prima dell’inizio della conferenza stampa, Mohammed al Mussafer, docente della facoltà di scienze politiche dell’Università del Qatar, interpellato dalla tv al Jazeera aveva parlato di «assicurazioni» del governo del Cairo date a Hamas che «Israele non avrebbe attaccato prima di 48 ore». Tuttavia, il portavoce ha assicurato che «Hamas è più forte di prima e non alzerà bandiera bianca».