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Pistoia: Afghanistan, abbiamo bisogno di rilanciare un movimento per la pace

Publie le domenica 16 luglio 2006 par Open-Publishing

di Giuliano Ciampolini *

Carissimi/e, l’articolo di Domenico Gallo (esperto di Diritto internazionale) che, a mio parere, inquadra bene il problema del rapporto tra movimento pacifista e pacifisti che sono stati eletti in Parlamento o che fanno parte del governo Prodi e anche alcune differenze tra la situazione irachena e quella afghana (anche se la sostanza è quella di un Paese dove c’è un governo sostenuto dagli Usa, che non controlla completamente nemmeno Kabul e che si appoggia ai signori della guerra; un paese dove la produzione di oppio è raddoppiata negli ultimi 4 anni e dove si moltiplicano anche le basi militari Usa - destinate a rimanervi - e la presenza dell’Onu è sostanzialmente subalterna agli Usa e alla Nato e alla loro volontà di dominio).

Nella prossima settimana, in Parlamento, arriverà alla votazione il decreto sulle "missioni militari" dell’Italia e sarà molto difficile, sia per la maggioranza parlamentare dell’Unione, sia per le persone che sono impegnate o si riconoscono nel movimento per la pace (anche se sarebbe assurdo sottovalutare la grande novità del ritiro dei militari italiani dall’Iraq, che è stata la richiesta fondamentale di tutte le manifestazioni pacifiste degli ultimi 3 anni).

La cosa peggiore che possiamo fare, noi pacifisti, è quella di mettersi a polemizzare tra di noi ed a dividerci....... quando, al contrario, abbiamo bisogno di riconoscersi e stimarci reciprocamente, di sostenere in modo unitario e argomentato le nostre ragioni, perchè - anche sull’Afghanistan - siano comprese e condivise da chi oggi ha opinioni diverse: abbiamo bisogno di rilanciare un movimento per la pace che sia partecipato da centinaia di migliaia di persone e che sia capace di parlare e di suscitare consensi nella maggioranza del popolo italiano (consapevoli che, quando - sul piano della rappresentanza politica - le forze politiche che esprimono più coerentemente le nostre posizioni superano di poco il 10%..... e quando si convocano manifestazioni a cui partecipano poche persone...... si può dire che sono comunque testimonianze importanti...... ma per cambiare le scelte politiche di un paese è necessario che si esprimano in modo chiaro le maggioranze e quindi abbiamo davvero tanto da fare, insieme).

Per impegnarsi in modo unitario e per essere credibili e suscitare consensi, è fondamentale anche evitare analisi e ragionamenti ideologici o troppo schematici..... perchè, di solito, puzzano di propaganda e diventa impossibile impegnarsi in modo unitario e suscitare i vasti consensi popolari che sono indispensabili per cambiare profondamente tutta la politica estera dell’Italia, compresa l’attuale dimensione delle Forze Armate e delle spese militari dell’Italia, perchè siano ridotte e poste davvero al servizio di azioni dell’Onu finalizzate alla pace.

Anche la terribile situazione che vive il popolo palestinese (massacrato e senza diritti, spinto alla disperazione, all’odio e alla violenza fondamentalista dai vari governi israeliani che rifiutano di riconoscere le Risoluzioni dell’Onu e che continuano ad occupare militarmente la Cisgiordania, che invadono quando vogliono quella "prigione a cielo aperto" che è la striscia di Gaza, che tengono nelle proprie prigioni molte migliaia di palestinesi, in gran parte giovani, insomma che non accettano una pace giusta che riconosca l’esistenza di due popoli e quindi consenta la formazione anche di uno Stato palestinese, sulla base di un accordo che garantisca la convivenza pacifica e la sicurezza di Israele), a mio parere, dimostra che quando prevale la disperazione cresce il fondamentalismo religioso e la risposta violenta... (come confermano anche le terribili notizie di guerra che, volute e alimentate dai fanatici fondamentalisti hezbollah, stanno - per l’ennesima volta - travolgendo il Libano) e la politica tace, la partecipazione popolare si riduce, le proprie ragioni vengono offuscate dalla propaganda, la "parola" passa alle armi e prevale chi ha più potenza militare e mai chi ha ragione e chi vorrebbe vivere in pace in una società democratica.

Insomma, sembra che tutto il mondo va alla rovescia....... e, se crediamo davvero che "un altro mondo è possibile e necessario" allora abbiamo una sola scelta: quella di riconoscersi, di unirsi, di impegnarsi in modo unitario, di partecipare, di dialogare in modo pacato e argomentato e di lottare in modo democratico e nonviolento, consapevoli che solo così possiamo incidere e orientare le scelte del nostro paese e contribuire a cambiare il mondo attuale.

Questa è la mia opinione, disponibile, ovviamente, a discuterne e a riflettere su opinioni diverse.

* Giuliano Ciampolini del gruppo Assopace di Pistoia