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Polverini - Quando Internet non perdona ..

Publie le sabato 30 gennaio 2010 par Open-Publishing
6 commenti

Il caso di Renata Polverini fa scandalo sul web nel silenzio della politica

Il caso di Renata Polverini conferma la teoria di Beppe Grillo: internet è spietato. Puoi mentire persino al notaio, come ha fatto la leader del sindacato Ugl per evadere le tasse, ma non puoi mentire alla rete. È impressionante la lettura del sito www.renatapolverini.it. Sono tantissimi i commenti al blog (ne riportiamo tre, ma sono almeno dieci volte di più) di persone comuni che scrivono per chiedere conto al candidato delle notizie pubblicate dal Fatto Quotidiano. Il caso dovrebbe essere studiato nelle scuole di comunicazione. L’apertura al web doveva essere la carta vincente della campagna obamiana della sindacalista di destra prestata alla politica.

Purtroppo, alla vigilia dell’inaugurazione del sito, è uscita l’inchiesta del nostro giornale: Renata Polverini ha comprato a prezzo stracciato dallo Ior nel dicembre del 2002 (272 mila euro per sei stanze tre bagni e due box vicino all’Aventino) e non soddisfatta dell’affarone ha anche mentito al notaio per avere l’agevolazione prima casa e pagareil 3 per cento di tasse invece del 10. La sindacalista, infatti, aveva già comprato 9 mesi prima un’altra casa dall’Inpdap, a un prezzo ancora più basso: 148mila euro per sette vani catastali e un box al Torrino, vicino all’Eur.

Oggi siamo in grado di aggiungere un dato: anche sull’acquisto di quella prima casa dall’Inpdap c’è qualcosa che non va. Almeno dal punto di vista etico-politico. Renata Polverini compra con lo sconto in qualità di inquilina dell’Inpdap ma è costretta a fare una donazione alla mamma di un’altra casa che aveva già comprato nel 2001, perché altrimenti non avrebbe avuto diritto a comprare con lo sconto. Anzi non avrebbe avuto diritto proprio a quella casa che sarebbe così rimasta nel patrimonio dell’ente che ne avrebbe tratto molti più soldi mettendola all’asta.

La storia della casa dell’Inpdap è poco chiara dall’inizio. Dopo lo scandalo Affittopoli, il ministro Tiziano Treu nel 1997 aveva emanato una circolare vincolante. Le case in affitto dovevano andare prima a poveri, handicappati, sfrattati, militari e giovani coppie. Non è chiaro come abbia fatto Renata Polverini ad avere quella casa. Lo abbiamo chiesto al presidente dell’ente, Paolo Crescimbeni, ex consigliere regionale umbro di An (stessa area della candidata). Ovviamente non ci ha risposto, seguendo l’esempio di Renata Polverini, alla quale abbiamo chiesto ripetutamente un’intervista. Inutilmente.

Eppure sono molte le cose da spiegare: dall’evasione fiscale all’affitto dall’Inpdap. Il silenzio è aiutato dall’atteggiamento della stampa. Tutti tacciono. Compreso Il Giornale di Vittorio Feltri e Libero di Maurizio Belpietro. Erano stati i protagonisti di Affittopoli quando bisognava stanare dai loro appartamenti Massimo D’Alema e Franco Marini. Ora scoprono una politica-sindacalista furbissima che ha dribblato tutti ottenendo una casa con lo sconto e poi ne ha presa una seconda dichiarando il falso per non pagare le tasse. E loro muti. Ma tra i lettori ci sono molte persone che hanno lavorato una vita per comprare la casa e pagare le tasse. Per fortuna ci sono i blog.

da il Fatto Quotidiano del 30 gennaio

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Tre commenti dal blog di Renata Polverini :

Il 28 gennaio 2010 alle 08:59 Marco scrive:

Gentile Candidata, potrebbe chiarire in modo definitivo se le accuse di evasione fiscale in merito all’acquisto di una sua abitazione sono vere o false?Inoltre le domando se ritiene corretto l’aver acquistato un’abitazione da un ente pubblico come l’Inpdap. Saluti.

Il 28 gennaio 2010 alle 17:28 Sergio scrive:

Per essere credibile devi dare una spiegazione sulle voci circa acquisti di case primarie a Roma con un’evasione fiscale che se fosse vera macchia la tua candidatura.

Il 28 gennaio 2010 alle 10:17 Maria scrive:

Il Fatto ha pubblicato dei “fatti” e li ha documentati. Lei ha risposto con una probabile querela. Qualcuno deciderà sulla verità, ma, per cortesia, vuole dirci come ha fatto a comprare 3 case? Mia figlia, che per lavorare, è stata costretta ad andare a Roma, paga 900 euro di fitto per una casa di 45 mq. Utopisticamente ha pensato di comprarne una. Per 45 mq alla periferia di Roma i prezzi di mercato si aggirano sui 190 mila. Naturalmente non può permettersi tale impegno. Lei come ha fatto a pagare così poco una casa di 7 vani? Lo spieghi a tutti noi, magari potremmo approfittarne.

Cordiali saluti.m.

Messaggi

  • Infatti sul mio Blog

    www.eugualemcalquadrato.ilcannocchiale.it

    darò risalto alle drittate della candidata in data 3 febbraio p.v. memore delle tante storture che caratterizzano la gestione degli immobili intestati anche a Fondi Pensione.
    Ho esperienza diretta al riguardo!
    Appartamenti ceduti agli affittuari con sconti del 30% e ciò a danno dei Soci dell’Ente pensionistico i quali possono così contare su minori introiti per le rate pensionistiche integrative; mentre è opportuno il prezzo pieno; anzi e semmai qualcosina in più, considerato che già ci abitano al momento della cessione per vendita.

    Naturalmente i "papaveri", non esclusi i rappresentanti sindacali che siedono nel Consiglio d’Amm.ne (e loro amici) dell’Ente che cede, prima dell’acquisto cambiano, talvolta, appartamento per occuparne altro - già libero per la vendita e ristrutturato a spese dei Soci per la gestione corrente - che invece avrebbe prezzo di mercato, senza sconto (30%).

    Capisci a me!

    E’ accaduto che un alloggio acquistato da un affittuario di un Fondo Pensione, al mattino, con lo sconto del 30%, sia stato ceduto nel pomeriggio medesimo con altro atto di vendita a prezzo di mercato.

    • Lo sconto del 30% quando si vende la casa all’inquilino che già la occupa ha un senso logico ed è da sempre una prassi consolidata.

      Anche se, fino a qualche anno fa, era prassi consolidata anche, per evitare speculazioni, il divieto di vendita per almeno 5 anni successivi .... poi sono arrivate le "logiche di mercato", il neoliberismo spinto, e questa prassi è saltata ....

      Ma nel caso della Polverini, la cosa va ben oltre.

      Innanzitutto, al di là delle dichiarazioni false al notaio ( che l’Inpdap ha evitato provvidenzialmente di controllare al Catasto), lo sconto non è stato del canonico 30% bensì di circa il 50%.

      Poi almeno uno dei due appartamenti - credo proprio quello dell’Inpdap - era stato preso in affitto dalla Polverini, guarda caso, solo qualche mese prima.

      Più in generale, poi, c’è da segnalare quale fucina di potenziale corruzione rappresenti per i "sindacalisti" la presenza nei cosiddetti "enti bilaterali", in primis proprio quelli "previdenziali" ... e questo non vale certo solo per la post-fascista Ugl .... ma anche e soprattutto per Cgil, Cisl e Uil. Anni fa l’allora Segretario della Cgil, Pizzinato, propose l’uscita dei sindacalisti Cgil da questi "enti bilaterali" ... finì invece per saltare proprio Pizzinato da leader della Cgil ....

      Se poi, tornando allaPolverini, aggiungiamo a tutto questo il fatto che la presenza della Ugl nel CdA dell’ Inpdap è pure truffaldina, cioè ottenuta falsificando, ai danni della Confsal, il numero degli iscritti alla stessa Ugl che dà appunto il diritto a risiedere in detto Cda, la vicenda raggiunge aspetti veramente da "repubblica delle banane" ....

      Radisol

    • Tra privati ci può essere senso logico, poichè è trattativa che non incide sulle Casse della collettività, ma dal pubblico al privato no.
      Infatti nel caso in esame ci rimettono i pensionati dell’Ente in questione e nell’esempio narrato i Soci del Fondo che si vedono depauperato il patrimonio immobiliare del 30% oltre le rimanenti truffe/agevolazioni ai fortunati di comodo.
      Lo sconto era nato per cedere catapecchie o poco più e non alloggi di "lusso".

      Su tutto il resto concordo e confermo e non per sentito dire, in particolare per la partecipazione del Sindacato alla gestione dei vari Enti ed oggi dei Fondi Pensione Integrativi.

  • Il trucco non è vendere al 30% in meno che è una prassi consolidata in quanto gli appartamenti occupati, stante la lunghezza dei processi di sfratto, perdono valore. Il trucco dei fondi pensione ed enti pubblici è fare lo sconto sul prezzo storico cioè sul valore iscritto a bilancio. L’andazzo è questo: il fondo acquista un immobile prestigioso (mettiamo piazza di spagna a Roma o piazza san babila a Milano)e poi lo fitta a prezzo superscontato ad un suo dirigente od un politico con le "maniglie" giuste. Teoricamente sul costo storico andrebbero fatte periodiche revisioni del valore poichè tra inflazione ed aumenti gli immobili valgono di più ma per alcuni immobili questi " aggiustamenti vengono fatti più raramente o non vengono fatti proprio. Dopo dieci o quindici anni che il dirigente o politico abita quell’appartamento gli propone di acquistarlo, apparentemente per far cassa, solo che il dirigente od il politico sa che vale due o tre volte di più delle condizioni di acquisto e lo compra. Formalmente è tutto regolare ed è praticamente impossibile provare la malafede ma è comunque una vera e propria truffa che rimarrà impunita.michele

  • In molti casi gli appartamenti vengono tenuti sfitti per svariati anni e poi " segnalati" a chi di dovere per l’acquisto. Spesso sono gli stessi dirigenti che tengono d’occhio gli appartamenti giusti impedendo che siano affittati e rivalutati e poi acquistano " a licitazione privata" cioè comprano senza che vi sia un’asta ed, in pratica, vendono a se stessi gli appartamenti( ma anche altri immobili come terreni o casali di campagna)che dovrebbero amministrare in nome e per conto dei fondi o enti.michele