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Portare l’attacco al cuore dello Stato” questa la strategia delle B.R.

Publie le martedì 26 maggio 2009 par Open-Publishing
23 commenti

In realtà quell’attacco fu portato al cuore della democrazia e dei tentativi di cambiarla e migliorarla .

Da allora invece niente fù come prima ed anzi ebbe inizio , all’acme della strategie della tensione , la curva in discesa della storia d’Italia.

Dalla strategia della tensione a Gelli per finire a berlusconi

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Messaggi

  • E’ vero portarono l’attacco al "cuore dello Stato", ma poi si resero conto che in realtà lo Stato era "senza cuore" e che i poteri costituiti potevano facilmente confermarsi semplicemente sostituendo gli organi colpiti anche se vitali !!

    Non dimentichiamoci poi nei rangi delle B.R. pullulavano gli infiltrati ed i doppiogiochisti, che di fatto la loro strategia fu fortemente eterodiretta e finalizzata ad obiettivi "stabilizzanti" e non realmente sovversivi.

    Comunque quello delle B.R. è stato un fenomeno che presenta ancora molti misteri ed aspetti oscuri , che probabilmente non saranno mai chiariti e la verità sarà sepolta nella tomba insieme a coloro che ebbero parte attiva in questo fenomeno !!

    MaxVinella

    • Pur dando da sempre un pessimo giudizio delle BR, non condivido questa analisi.

      Al di là di una eventuale presenza di "infiltrati" - ce ne erano all’epoca persino nel Comitato Centrale del Pci, ben 4 risultarono informatori Cia - le Brigate Rosse furono semplicemente le Brigate Rosse.

      Figlie della "tradizione comunista" ed oggettivamente più vicine alla storia del Pci e del "socialismo reale" dei Paesi dell’ Est che non ai poderosi movimenti, anche "estremisti" ma tutti regolarmente "eretici", dello stesso periodo in Italia ...

      Se proprio vi furono, comunque in periodo successivo al sequestro Moro, contatti delle BR con eventuali "servizi" questi riguardano appunto i servizi segreti dei paesi del Patto di Varsavia.

      Non si capirebbe altrimenti l’arrivo alle Br, in epoca successiva al 1978, di ingenti quantitativi di armi da parte della palestinese Al Fatah.

      k.

    • é vero che le b.r. sono in origine un frutto della sezioni del PCI ma anche di tanti oratori ( l’estremismo cattolico e moralista del tempo é stato poco studiato ) ma é indubbio che i servizi le infiltrarono , qualcosa é stato anche provato (frate mitra ed il generale Dalla Chiesa ) nelle fasi che portarono alla morte di Mara Cagol e la cattura dei primi dirigenti ( Curcio e Franceschini ).
      La seconda dirigenza ( fra tutti Moretti ) appare più opaca e permeabile specie in occasione dell’affare Moro

    • Delle B.R. se ne sono serviti un po’ tutti, anche il Mossad e la banda della Magliana !!

      La storia, quella precedente e quella successiva alle B.R., insegna comunque che quando un gruppo rivoluzionario o sedicente tale come le B.R. non riesce a raggiungere la "soglia critica" di coinvolgimento popolare, è destinato non solo a fallire ma a diventare inevitabilmente strumento dei poteri costituiti !!

      MaxVinella

    • Il Mossad ci ha provato, ancora ai tempi di Curcio e Franceschini, senza riuscirci ....

      Fornirono alle BR - utilizzando peraltro come tramite un iscritto al Pci, il medico Enrico Levati - l’indirizzo segreto del primo loro "pentito", tale Marco Pisetta, in realtà un agente del Sid che era già riuscito ad infiltrarsi nei Gap di Felltrinelli.

      Franceschini racconta nel suo libro "Mara, Renato ed io" che le BR si presero le informazioni .... Pisetta, rifugiato in Germania ad opera del Sid se la cavò, forse avvisato dallo stesso Sid, per pochi minuti.....

      Ma al Mossad ed alle sue profferte lo mandarono a cagare ...

      Del resto le forniture di armi dei palestinesi di Arafat - dell’epoca 1979/80 - non potevano aver senso ad una struttura in qualche modo "impicciata" col Mossad.

      Diversa la storia della banda della Magliana, fu casomai lo stato - e specificatamente i "servizi" e la Democrazia Cristiana - a tentare di utilizzarla contro le BR ...

      Ripeto, le BR fecero danni inenarrabili ... ma erano ROSSE ... e figlie della "tradizione comunista" ... casomai era coi movimenti di massa degli anni settanta che la cultura BR c’entrava poco ...

      Ma, come disse all’epoca la Rossanda, nell’ "album di famiglia" della sinistra le BR ci stavano fino in fondo ...

      Dire il contrario, senza prova alcuna, è esercitazione manichea ... è un modo per scacciare da sè il "mostro" ... ma non corrisponde minimamente alla realtà dei fatti provati in decine di processi ...

      K.

    • "Frate Mitra" era un uomo del Pci ceduto a Dalla Chiesa per decapitare le BR ...

      "Infiltrato" sì ma per danneggiare le BR ...

      Concetto completamente diverso dal sospetto che le BR fossero "infiltrate" per essere poi teleguidate ....

      Non è così ....

      K.

    • Teleguidate e come!
      Ma come rapire proprio Moro per fare un piacere alla CIA ed ad Andreotti
      Ma nessuno che lo nega, si è mai chiesto a chi ha giovato questo rapimento e morte di Moro,nessuno si è mai chiesto perchè della banda della magliana ecc
      C’era un sacco di persone che erano da rapire se si voleva colpire al cuore lo stato ,rapire Andreotti,rapire Gelli,rapite Kossiga ,sai quante cose sarebbero venute fuori sulle stragi di stato!,questo sarebbe stato da vere BR ma non rapire l’uomo piu’ odiato dai servizi americani l’ultimo ostacolo sulla strada di Andreotti
      Tutto quello che hanno fatto da un certo periodo in poi le BR è chiaramente diretto a rendere piu’ odioso possibile la loro immagine di fronte alla gente ed agli stessi compagni non schierati, costituendo un puntello per la DC ed i suoi alleati americani

    • Innanzitutto Moro era "odiato" da ambienti americani, soprattutto Kissinger, ma non per la storia del "compromesso storico".

      Che era esclusivamente l’intelligente - dal loro punto di vista - tentativo di una DC in crisi di coinvolgere il Pci ed i sindacati nella strategia "dei sacrifici", necessari al padronato dopo la crisi petrolifera ....

      E questo andava benissimo ai "poteri forti" italiani ed internazionali ed in ultima analisi pure agli americani ...

      E si ricordi bene, Andreotti era il Presidente del Consiglio indicato proprio da Moro per gestire il governo di "unità nazionale" con nella maggioranza per la prima volta anche il Pci e quindi in quella fase Andreotti era il più stretto alleato di Moro e non certo un suo antagonista.

      Moro era odiato dagli americani, al pari allora dello stesso Andreotti e di gran parte del quadro politico italiano, per ben altro motivo : per la posizione fortemente filopalestinese e filo araba.

      Posizione filo palestinese e filoaraba, non sempre motivata da questioni nobilissime ( lo stretto entourage di Moro fu poi coinvolto in storie di tangenti sulle forniture petrolifere libiche ) ma che comunque, anche su indicazione vaticana, la DC portava avanti da molto prima del "compromesso storico" e che comunque continuò nei governi italiani anche dopo la morte di Moro ( basti pensare al Craxi di Sigonella) e praticamente fino a Tangentopoli e all’avvento del Berluska.

      Gelli nel 1978 non si sapeva nemmeno chi fosse ... quanto al sequestro di Andreotti, le BR lo "studiarono" per anni ma risultava, per il fatto che Andreotti abitava ed abita ancora al centro di Roma e vicinissimo ai palazzi del potere, quindi in zona ultrasorvegliata, difficilissimo da mettere in piedi ....

      Quanto a Cossiga, oltre ad essere all’epoca politicamente meno importante e decisivo di un Moro o di un Andreotti, bisogna ricordare che era nel 1978 il Ministro degli Interni, quindi realisticamente l’uomo più protetto d’Italia dalle forze dell’ordine.

      L’errore vero delle BR, quello su cui sono alla fine cadute ( anche se negli anni successivi all’uccisione di Moro triplicarono i propri "combattenti"), fu quello di uccidere Moro e non invece lasciarlo libero ... incazzato com’era per come il potere l’aveva "scaricato" Moro sarebbe diventato una vera e propria "bomba umana" per i palazzi del potere ....

      Ma questo è tutto un altro discorso ... che c’entra con la stupidità stalinista, con la logica della "guerra privata" ... tipica dell’impostazione brigatista sin dall’inizio della loro storia ....

      Ma non erano teleguidate proprio da nessuno ... e Moro non era comunque l’ "angioletto" che ci raccontano ... proprio la mattina del 16 Marzo 1978, il giorno del rapimento Moro, il "Paese Sera", quotidiano vicino all’ala più filosovietica del Pci, mise in prima pagina la notizia che proprio Moro era l’ "antelope Cobbler" dello scandalo Lockeed ... cosa fino ad allora attribuita all’allora Presidente della repubblica Leone.

      Naturalmente l’edizione successiva di Paese Sera, ristampata dopo la notizia di Via Fani, fece sparire quella notizia ...

      Ma anche questo dimostra che Moro, oltre a non essere un "angioletto", aveva bei nemici anche nel Patto di Varsavia, assai ostile alla scelta berlingueriana del "compromesso storico" con la DC ...

      E, chissà com’è, dopo la vicenda Moro ... le BR cominciarono ad avere aiuti dai palestinesi di Fatah, allora legatissimi all’Urss .... dalla Cecoslovacchia ... e dalla Germania dell’Est ....

      Il resto è fantascienza .....

      K.

    • E’ vero !! Moro era odiato dagli americani per le sue posizioni filopalestinesi e non per il "compromesso storico" !!

      E’ molto dubbio poi che Moro, se risparmiato e lasciato libero dalle B.R., sarebbe diventato una "bomba umana" per i palazzi del potere : è molto probabile invece che una volta libero lo avrebbero fatto passare per matto o peggio ancora gli avrebbero fatto bere un "caffè" !!

      MaxVinella

    • Sarebbe stata comunque una mossa politica intelligente liberarlo.
      Comunque non posso che concordare con k.
      Le BR erano le BR, null’altro.
      Qualcosa di sinceramente anche mostruoso ma figlie di quegli anni e della storia, a volte anche mostruosa, di certa tradizione comunista.
      Inventare improbabili complotti servì allora al Pci per accreditarsi come "forza responsabile", affidabile per il padronato e per la politica internazionale.
      E per fare questo il Pci, sostanzialmente avendo la stessa cultura delle BR, compì a sua volta cinicamente altre mostruosità.
      A partire dall’appoggio dato alle feroce repressione attuata da Kossiga contro il movimento del 1977.
      Feroce repressione che a sua volta fornì migliaia di braccia alle BR.

      IL GATTO CHE SI MORDE LA CODA, AI DANNI DI MIGLIAIA E MIGLIAIA DI GIOVANI - E MENO GIOVANI - ONESTI E GENEROSI !

      Raf

  • Innanzitutto voglio premettere che è grossolano affermare che le Br siano state teleguidate.
    Tuttavia sarebbe altrettanto grossolano negare alcune infiltrazioni della Cia, come lo stesso vicesegretario della Dc di allora, Giovanni Galloni, affermò.
    Ora bisogna inquadrare e capire perchè furono infiltrati certi servizi segreti all’interno delle Br.
    Io credo per permettere ai brigatisti di evitare di essere scovati e di continuare ad agire.
    Questo non significa affermare che le Br siano state manovrate.
    A conferma di questo teorema sono interessanti le dichiarazioni del generale Maletti, interpellato a riguardo durante la commissione parlamentare sulle stragi.
    Egli dichiarò che, a differenza dei gruppi armati di estrema destra che furono appoggiati ed aiutati dai servizi italiani e non, le Br furono lasciate in una condizione tale da poter agire liberamente, senza tuttavia essere eterodirette dai servizi infiltrati.
    Non fu un caso che quando Maletti fece notare il nuovo corso intrapreso dalle Br-1975- fu allontanato dal Sid.

    Per quanto riguarda l’astio degli americani nei confronti di Moro e quindi del compromesso storico mi pare molto superficiale ricondurlo alla sola posizione filo-araba tenuta dalla Dc di allora-che poi non fu così netta-.
    I recenti documenti desecretati in Inghilterra ci dimostrano come Kissinger ipotizzò anche la possibilità del colpo di stato nel caso in cui i comunisti avessero occupato dei ruoli di governo: questo perchè temevano che entrassero in possesso di informazioni delicate, sopratutto legate alle basi militari Nato presenti nel territorio italiano.
    Poi non vedevano di buon occhio una possibile situazione-ovvero la legittimazione del ruolo di governo di un partito comunista in un paese appartenente alla sfera d’influenza americana- che avrebbe potuto cambiare gli scenari non solo in Italia, ma nell’intero occidente.
    Per gli americani sarebbe stato un pericoloso "precedente", anche considerando la forza del partito comunista francese e la recente caduta del regime di Franco e di quello portoghese.

    Altrettanto superficiale è la considerazione sul compromesso storico che sarebbe stato dazio pagato dal Pci alla Dc.
    E’ un giudizio metastorico, perchè si basa su ipotesi, che peraltro non tengono in considerazione i rapporti di forza di allora.
    Se si considerano questi ultimi infatti si sarebbe potuta verificare una scissione della parte piu’ conservatrice della Dc che, al contrario di quanto affermato con molto superficialità e scarsa conoscenza, erano assolutamente contrari alla collaborazione di governo con i comunisti -fanfani, dorotei e lo stesso andreotti, anche se quest’ultimo barattò il sostegno al governo della non sfiducia prima e alla solidarietà nazionale poi, con la designazione alla carica di presidente del consiglio-.

    Gia’ nel ’64 si rischiò un colpo di stato-piano solo- per delle tiepide riforme dei socialisti, e negli anni successivi si instaurò la strategia della tensione per la crescente influenza della sinistra all’opposizione; figuriamoci se la destra della Dc avrebbe accettato la partecipazione dei comunisti al governo nel momento in cui godevano della maggior peso in termini di consenso elettorale.
    La politica del compromesso storico intesa come una semplice concessione del Pci ai sacrifici richiesti dai poteri forti mi sembra molto grossolana.
    Sarebbe stata molto piu’ probabile una scissione della destra della Dc, anche se ci sarebbe stato un rischio elevatissimo di colpo di stato con conseguente guerra civile.

    • Galloni non è personaggio attendibile, chiarisse prima alcune questioncelle - non lontanissime dall’ambito di cui stiamo parlando - riguardanti il figlio.

      E comunque non ha detto nulla che non fosse già stato detto da altri, sempre senza prova alcuna ....

      Maletti fu allontanato dal Sid per questioni ben più serie dell’atteggiamento da tenere con le Brigate Rosse .... vicende che l’hanno portato poi alla latitanza nel Sud Africa dell’apartheid ... e comunque Maletti era uomo di Andreotti così come l’altro "generale fellone" dell’epoca, Miceli, era invece uomo di Moro .... ad ulteriore dimostrazione che non esistevano "buoni" e "cattivi" ma solo faide tra poteri tutti maleodoranti ....

      Che l’ipotesi del Pci al governo ( ma l’accordo con Moro - e insisto, Andreotti - prevedeva soltanto l’ingresso nella maggioranza e non nel governo) così come a suo tempo l’ingresso del Psi potesse preoccupare gli ambienti più reazionari americani è cosa plausibile .... anche se di lì a poco i comunisti francesi ( assai più legati all’Urss del Pci italiano) sarebbero andati al governo del loro paese senza che succedesse alcuno sconquasso ....

      Ma non c’è dubbio che l’idea del "compromesso storico" piacesse invece moltissimo al padronato italiano, Agnelli in testa, perchè avrebbe portato - come effettivamente avvenne - ad un annacquamento totale del conflitto sociale nel paese ...

      E fatalmente anche ad una logica "d’ordine" da parte del Pci, come effettivamente avvenne rispetto al movimento del 1977, dove spesso il Pci arrivò ad accusare il boia Kossiga di "mollezza" .... il che è tutto dire ....

      "Infiltrati" veri e propri, tali da "teleguidare", nelle BR non ce ne sono mai stati ... ci sono state spie, molto diverse tra loro ( Pisetta, uomo del Sid e Girotto, invece uomo fornito dal Pci a Dalla Chiesa), ma sempre tese alla finalità di sgominare le BR, non certo a favorirne lo sviluppo per poi "teleguidarle" ....

      E’ anche realistico che qualcuno dei "pentiti" possa essere stato sin dall’inizio un "infiltrato" ma sempre nella logica che dicevo prima, per distruggere le BR non certo per "teleguidare" ....

      E comunque gli indubbi aiuti avuti, anche se soltanto dopo la vicenda Moro, dalle BR da parte dell’ Olp palestinese ed in particolare da Al Fatah - all’epoca strettamente legata all’Urss - escludono qualunque anche lontanissima ipotesi di "contaminazione" delle BR da parte di Cia, Mossad e dintorni ...

      Tanto più che, proprio in seguito agli aiuti palestinesi ( che senza l’O.K. di Mosca non sarebbero mai potuti avvenire), le BR cominciarono pure a colpire duramente la presenza militare americana in Italia ( uccisione del generale Hunt, rapimento di Dozier) ....

      K.

    • Un’analisi molto giusta ed informata,che Moro osse odiato dagli americani solo per la sua posizione filo palestinese fà ridere,K.dovrebbe rendersene conto
      E,storicamnte evidente che ,anche se forse non teleguidati ,certamente hanno fatto "stranamente" il gioco della CIA, di Adreotti,di Gelli e questo basta per avere sospetti fondati.
      Alex

    • Come dire che il Pci, nel massimo momento di crisi della Dc nel 1974/76 ( sconfitta al referendum sul divorzio, scandalo Lockeed, mazzata presa alle amministrative del 1975, altra anche se minore alle politiche del 1976), inventandosi la linea del "compromesso storico" le ha ridato linfa facendo "stranamente" il gioco della stessa gente citata nel commento precedente ....

      Anche se non "teleguidato", il Pci ha fatto comunque questo gioco, ha imposto la linea "dei sacrifici" nel momento di massima forza delle rivendicazioni dei lavoratori, ha contribuito ampiamente alla feroce repressione del movimeNto del 1977, tagliando ogni spazio di massa e di fatto fornendo braccia e nuovi militanti alle BR, e questo basta per avere sospetti ...

      Come "teorema" anche questo non scherza ... anzi è assai più fondato di quell’altro ....

      K.

    • DOPPIO STATO, STORIA E MEMORIA

      Lo Stato imperialista delle multinazionali non esisteva. Le Br cominciarono ad averne un chiaro segnale nei giorni del rapimento di Aldo Moro, quando il loro ostaggio rispondeva alle domande del processo senza cogliere gli intrecci che sottintendevano i brigatisti. Essi pensavano che ci fosse non già uno Stato nello Stato, ma un Sovrastato, potenziato e guidato dagli Stati Uniti, in grado di coordinare le politiche nazionali dei vari paesi del blocco occidentale. Quel mondo, pensavano i rapitori di Moro, stava andando verso una svolta strutturale che ne avrebbe mutato alle fondamenta le caratteristiche. Sarebbe cominciata la delocalizzazione del lavoro, la ristrutturazione della produzione e il primato del capitale finanziario su quello produttivo. Ma il processo non era irreversibile. Nella loro ipotesi, bastava scoprire gli ingranaggi, gli uomini, i referenti dello Sim per fermarlo e Moro era uno di questi.

      Si trovano, nella teorizzazione dello Sim, grandi intuizioni e capacità di lettura della realtà (fu ipotizzata nel 1975), ma anche terribili ingenuità. La divisione del mondo in buoni e cattivi, in sodali e vittime innocenti non appartiene a una realtà complessa, che deve sempre tenere conto di moltissime forze, spesso in competizione, per restare in equilibrio. Quest’ultima considerazione si attaglia anche alla cosiddetta teoria del doppio Stato, recentemente tornata attuale dopo un intervento del presidente Napolitano e gli articoli di noti giornalisti, in particolare del vicedirettore del Corriere della Sera Pierluigi Battista. Secondo alcuni, in Italia avrebbe a lungo convissuto un sistema nel quale lo Stato ufficiale sarebbe stato solo la parte visibile, emersa dell’intero apparato; alle sue spalle, nascosto, avrebbe agito un secondo Stato, che sarebbe coinvolto in un complesso disegno eversivo che partirebbe addirittura dalla strage del Primo Maggio 1947 a Portella della Ginestra, per dipanarsi attraverso tutta la storia italiana del secondo dopoguerra.

      Un secondo Stato, dunque, all’interno del quale intere generazioni di funzionari, militari e civili, si sarebbero passate il testimone del complesso disegno. Questa ipotesi, che spesso diventa certezza in alcuni racconti, ha un grande pregio, ossia quello della semplificazione estrema: da una parte i democratici fedeli al dettato costituzionale, dall’altra i reazionari antidemocratici che pur di portare a termine il proprio sogno eversivo non hanno esitato a mettere bombe, depistare, assassinare personaggi divenuti scomodi. Per contro, i difetti sono molti, e tutti molto marcati. Uno studioso non può certo accontentarsi di una teoria senza riscontri, anche se a prima vista possa tornare o, comunque, risolvere molti problemi. E i riscontri, per il doppio Stato, mancano. La filiera non è mai completa, i fatti si contraddicono, gli attentati e i depistaggi, veri o presunti, si accavallano senza una logica. Quando è stata scoperta la P2, molti ritennero che si fosse giunti alla testa del mostro. Poi, però, si è scoperto che in realtà i piduisti non erano dei golpisti, ma degli ultratlantisti, patrioti a modo loro, anzi, patrioti secondo molti parametri. La stessa delusione la diede Gladio; a capo Marrargiu non ci si addestrava per commettere attentati, ma per organizzare la resistenza armata contro l’invasione dell’esercito ungherese, quello destinato all’Italia in caso di guerra con il Patto di Varsavia. L’Italia sarebbe stata divisa in due e la resistenza concentrata, in attesa dei nostri, in Sicilia e Calabria.

      Se manca il nucleo di questo secondo Stato, ridurre tutto a uno Stato nello Stato, inoltre, impedisce allo storico e all’osservatore di cercare le responsabilità politiche che si sono succedute nel corso degli anni, di analizzare gli episodi al di fuori di contesti più ampi (per esempio internazionali), riducendo la storia italiana a mero complotto. La strage di Ustica e la copertura che è stata fatta del tentativo di uccidere il leader libico Gheddafi sui cieli italiani è paradigmatica di quanto vado qui sostenendo. Gli Stati Uniti non solo fallirono l’obiettivo, ma per errore provocarono l’abbattimento di un aereo di linea dell’Itavia e 81 morti civili. Le strutture dell’Aeronautica Militare italiana coprirono l’accaduto, ma poi la politica, tutta la politica, da sinistra a destra, mantenne il segreto sui fatti e a distanza di quasi trent’anni ancora non abbiamo una versione ufficiale da parte del nostro Stato. Davvero ne serve un secondo per coprirci di vergogna? Si è trattato di uno dei maggiori, se non del maggiore depistaggio della storia repubblicana, eppure non compare mai tra le prove dell’esistenza di questo doppio Stato. Sarà perché a noi Gheddafi piace particolarmente se, a parte gli accordi antimigranti degli ultimi mesi, addirittura il nostro presidente del Consiglio di allora, Bettino Craxi, lo avvertì nel 1986 dell’imminente bombardamento americano del suo quartier generale.

      Se tutto questo è vero, però, non si può certo liquidare così la questione, né si può concordare pienamente con lo spirito delle parole del presidente Napolitano, che chiede una generica ricerca della verità senza assumersi la responsabilità di una posizione; neanche l’articolo liquidatorio di Battista, del resto, ci soddisfa, perché quanti, allora come oggi, ritennero quella di Piazza Fontana una "strage di Stato", cosa molto criticata dal giornalista, avevano e hanno motivi a sufficienza per farlo. E non bastano certo le parole di un presidente della Repubblica per superare il problema. Da quando, mi chiedo inoltre, la storia devono scriverla i politici?

      Pierpaolo Pasolini poco prima di morire stava lavorando alla stesura di un grande romanzo, Petrolio , che non riuscì a terminare. È la storia dell’Italia malata, dell’Italia delle stragi e delle morti violente, all’interno della quale si muovono persone reali, con nomi e cognomi e funzioni vere, non presunti attori mascherati o vestiti di ombre. In quei mesi Pasolini dichiarò di sapere i nomi dei mandanti, di conoscere i luoghi da dove erano partiti gli ordini delle stragi. Era il suo mestiere, disse, quello di conoscere queste cose, perché era uno scrittore.

      Questa storia è stata ricostruita in un recente libro, Profondo Nero , uscito per Chiarelettere da poco. L’Italia, sapeva Pasolini, è un paese fatto di tanti piccoli, a volte miserrimi interessi, che vanno tenuti insieme attraverso piccoli spostamenti, aggiustamenti appena percettibili. Qual è la logica per cui la nostra fedeltà alla Nato si è manifestata anche attraverso le bombe e gli attentati? La matrice degli attentati che hanno prodotto la carneficina che conosciamo è di destra. Esistono dei nomi, dei processi, delle condanne, delle prove al riguardo. In alcuni casi siamo certi, come per Piazza Fontana, in altri, come per Bologna, sorgono dei dubbi. Di materiale esplosivo e volontà eversiva fu piena l’Italia del dopoguerra. I gruppi neofascisti cominciarono a formarsi già dal 25 aprile e si svilupparono in particolare al Nord, dove infine negli anni Sessanta si passò all’azione. In determinanti momenti forze esterne, come poteva essere la Cia, o interne, come singoli uomini all’interno dei servizi, istigarono, o lasciarono fare, o coprirono post factum. Per questo Piazza Fontana è strage di Stato e per questo la Stazione di Bologna è stato un attacco preciso al nostro paese da parte di un nemico, interno o forestiero. Grazie a contingenze internazionali e a capacità interne il paese ha retto, nonostante tutto. Ora, da un po’, navighiamo a vista, senza attentati ma con il pericolo incombente di veder realizzato per volere del popolo quello che non riuscì agli eversori di destra. In quel caso non si potrà più usare la parola "doppiostato", ma populismo. Dubito che chi ancora grida alla luna se ne renda conto per tempo.

      Marco Clementi (Storico, autore di La "pazzia" di Aldo Moro, Odradek 2001, Storia delle Brigate rosse, Odradek 200)

      Fonte: www.liberazione.it

      30.05.2009

    • Le B.R. anche se non propriamente "teleguidate" furono però ampiamente tollerate e lasciate agire finchè fecero comodo per alimentare la strategia della tensione ed avvalorare il teorema degli opposti estremismi !!

      Quando vollero veramente stroncarle perchè ormai non servivano più, ci misero cinque minuti , approvando tutta quella legislazione che favoriva il pentitismo e premiava in grande misura chi decideva di collaborare con la giustizia !!

      Anche il PCI non si può dire che sia stato teleguidato , ma casomai "comprato" coinvolgendolo nelle pratiche di sottogoverno, lasciandogli campo libero nelle amministrazioni locali e aprendo le porte dell’economia capitalista al sistema delle cooperative rosse!!

      MaxVinella

    • Un’analisi, probabilmente anche per una oggettiva necessità di sintesi, forse un pò troppo schematica e semplicistica.

      Che le BR siano state "lasciate fare" e poi solo ad un certo punto "bloccate" mi sembra francamente eccessivo, anche se innegabilmente lo stesso Mario Moretti ha raccontato che si stupiva a volte del fatto che gli investigatori fossero così "cretini" ....

      Così come il coinvolgimento del Pci nella "linea dei sacrifici" mi sembra troppo riduttivo leggerlo solo nella "corruzione" legata all’apertura delle porte delle pratiche "poltronare" e di sottogoverno.

      Credo che entrambe le questioni siano più complesse ed articolate.

      Ma almeno l’analisi di MaxVinella ha il merito di non essere un’analisi da "tifoso", nè del Pci nè delle BR, e coglie il nesso imprescindibile tra le due questioni.

      Che rappresentarono, entrambe in una logica tipica di un certo cinismo tardo/stalinista che caratterizzava tanto il Pci che le BR, i due lati della stessa tenaglia che ha disintegrato i fortissimi movimenti di massa degli anni sessanta e settanta.

      E che, in qualche modo, ha contribuito anche a farci trovare nella condizione di m ... in cui ci troviamo oggi in Italia.

      Raf

    • Raf, sicuramente le questioni sono più complesse ed articolate rispetto a come le ho sinteticamente trattate !!

      Oltretutto nessuno di noi ha in mano elementi di conoscenza diretti o desunti da documenti storici, che sono stati molto probabilmente fatti sparire , occultando per sempre la verità e la realtà dei fatti, tali da poter consentire riscostruzioni incontrovertibili !!

      Io ho militato nel PCI negli anni settanta ed ottanta e posso affermare con assoluta certezza che l’involuzione politica del partito ,diciamo eufemisticamente, in senso socialdemocratico, fu preceduta da una mutazione culturale ed antropologica dei gruppi dirigenti del partito per approdare ai valori e ai modelli comportamentali tipici della piccola e media borghesia.

      Esauritasi per ragioni biologìche la generazione di quelli che avevano fatto la resistenza e fondato il partito, avanzò sulla scena una nuova generazione di militanti sempre meno composta da operai e sempre più da "colletti bianchi", molti dei quali videro nel partito uno mero strumento di affermazione personale e di carriera nell’indotto politico : giunte e consigli comunali, incarichi nelle coop e nei sindacati etcc., abbandonando per sempre la lotta di classe ed i pesanti tributi che questa richiedeva in termini di sacrificio e di qualità della vita !!

      Pasolini previde da subito e descrisse questo processo di imborghesimento già nei primi anni settanta, ma i giochi ormai erano fatti e ci stavano aspettando al varco dietro l’angolo prima Craxi e poi il Berluska : GAME OVER !!

      MaxVinella

    • Credo che quanto racconta Max per esperienza diretta - COMUNQUE FORTEMENTE ILLUMINANTE - sia però una conseguenza e non la causa della degenerazione eufemisticamente definita "socialdemocratica" del Pci.

      Se è vero che la generazione dei D’Alema, dei Veltroni, dei Ferrara, degli Adornato, dei Bettini, dei Chiamparino ecc. ecc. - già descritta magistralmente da Nanni Moretti che li conosceva bene - era già allora effettivamente così, già pronta per buttarsi nell’agone delle pratiche clientelari e di sottogoverno .... non furono certo questi "polli di allevamento" a determinare le scelte del Pci nella seconda metà degli anni settanta.

      Furono al contrario i Berlinguer, i Lama, gli Amendola, i Bufalini, i Natta, i Di Giulio, i Rodano, i Pecchioli, i Tatò, i Colajanni ... gente fondamentalmente onesta ... che se, a parte Amendola, non avevano direttamente fatto la Resistenza, comunque sempre dalle aspre lotte dell’immediato dopoguerra venivano ....

      Non si trattò quindi di "corruzione" - anche se quasi subito, alla faccia del "partito dalle mani pulite", arrivò anche quella - ma di una precisa e scellerata scelta politica.

      Sono molto d’accordo con Raf sul parallelo e sui due denti della stessa tenaglia ai danni dell’immenso protagonismo di massa di quegli anni rappresentati, con una logica molto simile, dal Pci e dalle Br.

      Nemmeno nel caso delle Br, a mio giudizio, si trattò minimamente di "corruzione" ad opera di servizi segreti occidentali ... e nemmeno gli indubbi aiuti arrivati poi da quelli orientali credo abbiano minimamente influito sulle scelte di fondo delle BR .... pure loro erano fondamentalmente onesti ed anche "puri" .... LE PUTTANATE E LE INFAMIE LE FECERO DEL TUTTO IN PROPRIO .... come precisa e scellerata scelta politica ....

      Sia il gruppo dirigente del Pci sia le BR consideravano come " cosa negativa" il protagonismo di massa, le forme di democrazia assembleare e diretta, una visione libertaria del vivere sia privato che sociale ...

      E sia il Pci che le Br teorizzavano la necessità di derivazione tardostalinista della "avanguardia saggia" a cui il protagonismo di massa si dovesse assoggettare per conquistare "le magnifiche e progressive sorti" .....

      Due denti della stessa tenaglia, due facce della stessa medaglia ... ....

      K.

    • Hai Ragione a parlare di "precisa e scellerata scelta politica", ma è noto a tutti che le scelte e le svolte politiche non si formano nel breve volgere di un mattino, ma sono il frutto e le conseguenze di precedenti eventi e di processi graduali che le anticipano e le preparano !!

      La svolta "socialdemocratica" del PCI naque come figlia legittima di quella "mutazione" di cui parlava Pasolini e che interessò la società italiana già a partire dai primi anni sessanta con l’avvento della televisione e della cultura di massa !!

      Già da allora furono gettati i semi di quella omologazione culturale che poi nei decenni successivi germogliarono e si svilupparono in quell "omologazione politica" che ha poi trovato piena e totale affermazione nel berluskonismo !!

      Quando Enrico Berlinguer sollevò il problema della questione morale , lo fece perchè ebbe la netta ed inequivocabile sensazione che molte cose erano ormai cambiate nella società italiana e che molti valori ed ideali che avevano ispirato anche l’azione politica della sinistra erano ormai diventati carta straccia.

      Berlinguer percepì anche l’ineluttabilità di questo processo e forse il suo vecchio cuore di comunista non resse alle ingiurie della storia !!

      MaxVinella

    • Si, Berlinguer negli anni ottanta comprese tutto questo, prima provò con l’appoggio alla lotta degli operai Fiat nel 1980 a risalire la corrente .... poi di nuovo con la battaglia in difesa dei punti di scala mobile del 1984/85 passando per quella contro i missili a Comiso .... e naturalmente con il discorso sulla "questione morale" che citavi ....

      Ma i giochi ormai erano fatti ... e regolarmente capitò, in questi tentativi, che si trovasse contro gran parte del gruppo dirigente, tanto i Lama ed i Napolitano della sua generazione, quanto ovviamente ancora di più i "polli d’allevamento" di cui parlavamo prima ...

      Non so se morì per questo ... ma innegabilmente la sua morte fu una specie di paradigma .... dopo di lui il diluvio .....

      Ma, pur amando Pasolini e considerandolo una specie di "vate" ... ad esempio mi sarebbe piaciuto vedere, se non fosse stato ucciso, in che rapporto si sarebbe trovato col movimento del 1977, assai diverso e più proletario e "precario" di quello del 1968 da lui poco amato .... non credo che il problema nasca dalla televisione e dalla cultura di massa ...

      Fu proprio in seguito alla televisione ed alla cultura di massa .... e a quel vento di rinnovamento generale dei costumi che veniva dall’era beat e che, nonostante la ridicola censura democristiana, arrivò anche da noi proprio grazie alla televisione ... che esplose il 1968 che fu sì fenomeno "globale" ma che in Italia, innestandosi col 1969 operaio - caso unico al mondo - durò dieci anni, il famoso "decennio rosso" ....

      E non era certo vagheggiando la presunta purezza di un "mondo contadino" ormai morto e sepolto ... che si sarebbe battuta la degenerazione che ci ha portato fino ai giorni nostri ...

      Ma casomai portando fino in fondo la critica di massa al capitalismo che in quel decennio esplose in tutta la sua dirompenza ...

      E invece, prima ancora della ristrutturazione capitalistica dei robot e della produzione immateriale, arrivò la già citata tenaglia double face a stritolare il tutto ....

      K.

    • Che il problema derivi tutto dalla "televisione e dalla cultura di massa" non è una mia opinione, che vale ben poco, ma lo sostennero in tempi non sospetti prima Marcuse e Adorno e poi anche Marshall Mcluhan, non quattro sprovveduti al bar sport !!

      Il pensiero di Pasolini fu appunto mutuato da quello dei filosofi della scuola di Francoforte, sia pure con accenti di originalità e con interpretazioni più legate alla specifica realtà italiana.

      La tesi di un Pasolini nostalgico della "presunta purezza del mondo e della cultura contadina" e quindi profondamente eretico rispetto al marxismo-leninismo, fu quella sposata dal comitato centrale Togliattiano e fu uno dei motivi che gli procurarono l’espulsione dal PCI (26ottobre 1949) , oltre che ovviamente la sua dichiarata omosessualità , assolutamente intollerabile per il moralismo omofobico dell’allora gruppo dirigente del partito.

      Pasolini non era un nostalgico di quel mondo, ma si limitò ad esaltarne la sua autenticità e la sua impermeabilità rispetto al "ciarpame" della pseudocultura- fascista, che non riuscì mai a veramento scalfirlo, come invece riuscì poi benissimo a quella "cultura di massa" che tutto omologò e rese conforme a quel pensiero unico dominante che poi ha originato il Berluskonismo !!

      MaxVinella