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Scrive Gad Lerner:
“La denuncia di Monsignor Crociata si sofferma sul dileggio di una moralita’ brandita cinicamente in materia di prostituzione e di codici familiari.
Oggi Berlusconi non potrebbe mettere piede sulla piazza del Family Day (ne’, diciamo, aspirare al Quirinale). E’ venuto al pettina il nodo di una cultura berlusconiana che propone l’ascesa sociale e la felicita’ come raggiungibili solo attraverso la mercificazione di se’.
La corda, tesa come in nessun’altra nazione, alla fine si e’ spezzata, imponendo all’Italia la condizione femminile come questione politica primaria, al di la’ di un’opposizione che in questo terreno e’ rimasta muta perche’ vittima anch’essa della medesima arretratezza culturale.
Un paese in cui sono gli stessi genitori a promuovere la trasformazione delle figlie in veline per arricchirsi e’ senza dubbio malato.”
Come donna, devo denunciare come offensivo e insultante per il genere a cui appartengo il silenzio dell’opposizione nei confronti del comportamento scandaloso di Berlusconi.
Di piu’ questo silenzio si e’ protratto da tempo verso una cultura amorale che si diffondeva sempre piu’ non solo da Mediaset ma anche dalla tv pubblica, senza che mai il Pd o chi per lui facesse una mossa, dicesse una parola, denunciasse un fatto, una cultura della mercificazione della donna e della sua prostituzione, la sua riduzione a oggetto sessuale, anche come immagine, in un modo tale che non esiste in nessun paese europeo e di fronte a cui l’opposizione e’ sempre stata appiattita e indifferente, abulica e complice, una cultura di infimo livello che traviava le ragazze fin da piccole (penso alla pubblicita’ pesante nei programmi infantili o a quei grembiulini da asilo della Coop con la scritta. “Da grande voglio fare la velina”), con le illusorie luci di spettacoli sempre piu’ volgari e avvilenti dove la danza scade nella lascivia da bordello, col miraggio di possibili arricchimenti facili ottenuti attraverso l’ostentazione della propria nudita’ e la vendita del proprio corpo.
Si e’ messo su un vero e proprio mercato del sesso a cui hanno partecipato non solo conduttori di Mediaset come Fede ma anche direttori della tv pubblica come Sacca’, senza che nessun uomo politico alzasse la voce contro questo scandalo. E alla fine e’ stata una donna di una Rivista di Fini a protestare.
E quando lo scandalo e’ diventato insopportabile, anche allora l’opposizione ha taciuto in modo pilatesco, dichiarando che si trattava di affari privati, mentre era un esempio di turpe morale pubblica che si allargava a pervertire il comportamento privato e faceva crollare la nostra immagine nel mondo.
L’abbassamento vergognoso della donna a mero oggetto sessuale va avanti da molto tempo e la tv berlusconiana l’ha perpetrato sulla scia della volgarita’postribolare di B. Un traviamento che ha contagiato la pubblicita’, il costume, la famiglia, il concetto di morale privata e pubblica.. fino ad entrare nelle stanze del potere come mezzo di carriera politica. Piu’ delle donne nude a Villa Certosa o delle prodezze sessuali di B, cio’ che e’ stato scandaloso e’ che le prestazioni sessuali diventassero addirittura via per ottenere cariche pubbliche e che a questo fine si adoperassero Ministri come La Russa o Frattini.
Nella decadenza della donna-oggetto anche gli uomini hanno prostituito se stessi, perdendo ogni crisma di onorabilita’ e di dignita’, nella partecipazione attiva o da muti spettatori del grande bordello berlusconiano.
Ora che la Chiesa finalmente ha emanato la sua condanna, puo’ darsi che qualcuno si svegli da questa omologazione indecente, ma il danno che e’ stato fatto alle donne di questo paese, alla sua immagine nel mondo, alle ragazze di una intera generazione, non sara’ facilmente rimediabile. E in questo danno la sinistra ha interamente la sua parte.
Non e’ infame solo chi fa il male ma anche chi assiste senza far niente.
da masadaweb.org
Messaggi
1. Postituzione di una Nazione, 8 luglio 2009, 15:37
Il bene del Paese
di EZIO MAURO
I Grandi del mondo arrivano a Roma - mentre Hu Jintao deve ripartire per l’urgenza della crisi cinese - in uno scenario inedito: il chairman del G8 è impegnato in una sua battaglia personale contro i giornali, attaccati domenica con una nota ufficiale del governo per la loro "morbosità", e presi a male parole ieri nella conferenza stampa della vigilia, per aver osato criticare la regia italiana del vertice, accennando all’ipotesi che l’Italia possa essere esclusa in futuro dal G8.
Soffocato dagli scandali che ha costruito interamente con le sue mani, Silvio Berlusconi attribuisce ai giornali la causa dei suoi mali, l’"imbarazzo" e il "calo di reputazione" di cui parla il "Financial Times", gli avvertimenti alla Merkel raccolti dal "Wall Street Journal" sulle fotografie del summit con il premier italiano, che potrebbero metterla in difficoltà nelle prossime elezioni.
Ieri il ministro degli Esteri Frattini ha definito "una buffonata" le indiscrezioni del "Guardian" su una supplenza degli Stati Uniti all’Italia nel lavoro preparatorio degli sherpa e Berlusconi nel pomeriggio ha rincarato la dose: "Una grande cantonata di un piccolo giornale". Come sempre, non è mancato l’attacco diretto a "Repubblica": "Prima mi gettate addosso delle calunnie, poi ve la prendete con me perché queste calunnie fanno male all’Italia".
Il presidente del Consiglio ha perfettamente ragione su un punto: mentre si apre un summit, il cui successo è importante per il nostro Paese che lo ospita, c’è qualcosa in queste settimane che fa molto male all’Italia: è il suo comportamento privato unito alle menzogne pubbliche che cercano di giustificarlo. I giornali stranieri e "Repubblica", com’è regola nel mondo libero, non fanno altro che dar conto di questo ai cittadini-lettori. Tutto il resto - campagne, manovre, eversioni - non è nemmeno un giudizio politico: semplicemente, come ha detto ieri il direttore del "Sunday Times", è una "stupidaggine".
(8 luglio 2009)