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Prato, basta morti sul lavoro

Publie le martedì 10 giugno 2008 par Open-Publishing

Prato, basta morti sul lavoro

Fabrizio Monte era un ragazzo di 32 anni, e si sarebbe sposato tra 2 mesi. Operaio della ditta “Trentino Legno”, che ha in subappalto il lavoro di copertura della struttura dal “Consorzio Etruria”, stava lavorando al cantiere nell’area della multisala, alla realizzazione del nuovo centro commerciale COOP quando, nella posa di una pesante trave, a circa 10 metri di altezza, qualcosa è andato male: il bullone di aggancio della gru, che solleva la trave si sgancia, lasciandola cadere sul giovane operaio, provocandone la MORTE istantanea. Questo secondo i primi accertamenti.

Questa tragedia non è altro che l’ennesimo omicidio consumato sull’altare della massimizzazione del profitto capitalista, che manda letteralmente al macello i lavoratori e le lavoratrici, sorvolando sulle necessarie attrezzature di protezione e sicurezza sottoponendoli a turni di lavoro massacranti, con tutele sindacali spesso inesistenti in cambio di precarietà e di salari da fame.

Testimoni oculari hanno riferito che, subito dopo la tragedia, alcuni operai, forse irregolari, si sono subito dileguati, mentre altri sono andati a indossare i caschi di protezione ancora incelofanati prima di precipitarsi fuori dalle reti di protezione del cantiere.

È per questo che stamani siamo qui davanti, per esprimere la massima solidarietà alla famiglia di Fabrizio e manifestare tutta la nostra rabbia. Non si può morire di lavoro a 32 anni. Non si può morire di lavoro.

Rifondazione Comunista Prato