Home > Prc, 300 piazze per l’opposizione che serve, come il pane
Prc, 300 piazze per l’opposizione che serve, come il pane
Publie le lunedì 27 ottobre 2008 par Open-PublishingIn tutta Italia contro il carovita e per firmare contro il lodo Alfano. Con Ferrero a Roma tra i militanti nel mercato Trionfale
Prc, 300 piazze per l’opposizione che serve, come il pane
di Checchino Antonini
Pane a un euro. Pane e rose, a volte. Come ieri mattina al mercato Trionfale di Roma dove per il quarto sabato di fila è stato distribuito pane a prezzo politico. Tra i militanti del circolo Ambrogio Donini c’era Paolo Ferrero, il segretario nazionale di Rifondazione. Un euro, meno della metà della media di mercato, per denunciare i rincari inaccettabili. Il grano duro, all’ingrosso, è sceso in un mese da 269 a 205 euro la tonnellata ma il prezzo al minuto è immutato. Una speculazione contro cui governo ed enti locali non fanno alcunché. Pane e una firma contro l’incostituzionale lodo Alfano, perché la legge torni ad essere uguale per tutti.
Il primo dato da registrare è la triplicazione delle "Cento piazze contro il carovita", banchetti e gazebo in tutta Italia promossi dal Prc per discutere con il popolo della sinistra. Intanto quel pane «è una cosa concreta - spiega Ferrero a cronisti e cittadini - un gesto di segno opposto a quello del governo che trova i soldi solo per salvare le banche.
Il pane è un elemento di solidarietà madi Via Doria serve anche a modificare il modo col quale siamo percepiti: non dobbiamo essere visti come quelli in cerca di una poltrona». Il mercato segna il confine tra la zona popolare del Trionfale - «qui il Pci aveva 2mila iscritti», ricorda Gianni Barbera, consigliere municipale del Prc - e quelle più "gentrificate" (dove sono stati espulsi gli abitant originari per far spazio a terziario e ceti abbienti) di Borgo e Prati. «I più entusiasti, anche stavolta, sono gli anziani», spiega a Liberazione , Gabriele, studente di Architettura. Per loro è una "svolta" questo pane che giunge a Roma da una cooperativa umbra. Arriva di notte in un centro sociale, quartier generale dei Gap, i gruppi di acquisto popolare. Molti prendono il pane e riprendono a fare la spesa, altri si fermano e vogliono parlare, commentano i talk show della tv, qualcuno dice: «Meno male che ci siete voi».
Inevitabili gli interrogativi sul Circo Massimo che inizia a riempirsi dall’altra parte del centro. «E’ la piazza dell’opposizione a corrente alternata, quella del Pd. Almeno, la sua rappresentazione politica certamente lo è. Noi siamo in piazza ogni settimana, ci siamo stati l’11 con la sinistra d’alternativa, il 17 con i sindacati di base. Non basta scendere in piazza contro Berlusconi, bisogna farlo anche contro Confindustria che gli ispira le politiche economiche. E il Pd approva le sue misure anche se non c’è nulla per l’economia reale». E coglie ancora l’«intelligenza degli studenti», Ferrero, e dello slogan del loro movimento: «Noi la crisi non la paghiamo».
La sintonia è evidente ma in serata, un nuovo affondo del vice di Draghi in Bankitalia: vuole rialzare l’età pensionabile per uscire dalla crisi. «Una vergogna - commenta Roberta Fantozzi della segreteria nazionale Prc - che si pensi di scaricare ancora sui lavoratori il costo della crisi, serve l’opposto: riaprire una mobilitazione per la previdenza pubblica a partire dall’aumento delle pensioni pubblica, da un meccanismo di rivalutazione e dalla rimessa in discussione dei fondi previdenziali». «Le immense risorse, comparse in questi giorni per salvare borse e banche, devono servire per aumentare salari, pensioni e bloccare i prezzi», conferma da Milano Claudio Grassi, responsabile organizzazione del Prc.
In fila per firmare il referendum ci sono persone comuni, spesso impegnate nel sociale. Maestre in lotta nella scuola a pochi metri, un infermiere del S.Giacomo, ospedale antichissimo espulso dal centro storico, una signora che tre volte a settimana va. volontaria, a fare il doposcuola ai bambini di Torbellamonaca, un’attivista dell’Assoutenti, un comunista «ortodosso» come il signor Davide, odontotecnico, perfino un monaco buddista.
Dall’altro lato della strada, un gazebo del Pdl distribuisce un volantino con scritto solo che il "loro" governo sta ottenendo risultati. Accanto, semideserto anche lui, un punto di raccolta firme contro la tassa tv (con buona pace del servizio pubblico). All’altro capo del mercato, invece, è in corso un’iniziativa analoga di Sd. Squilla il telefono di Francesco Piobbichi, responsabile del dipartimento Prc del "partito sociale". «E’ Campobasso - esclama - in meno di un’ora se ne sono andati 400 chili di pane». Il gazebo è stato issato nel popolare quartiere Cep. Era la prima volta ma già segnali positivi erano venuti dal mercatino dei libri allestito dal 25 agosto. «Migliaia di volumi che ci hanno consentito di sottrarre almeno 15mila euro alla grande distribuzione», spiega Italo Di Sabato del Cpf del capoluogo molisano.
A fine mattinata si tirano le somme: diecimila chilogrammi in tutte le piazze italiane interessate. Si potrebbe fare di più ma è solo una questione di messa a punto della macchina organizzativa: ieri sono nati i Gap napoletani in cordata con associazioni consumeriste, parrocchie, comitati di quartiere e circoli del Prc. La prima uscita già la settimana scorsa, di fronte all’Università centrale. «Un modo per incorociare il disagio dei fuorisede e il movimento degli studenti», spiega Tommaso Fonzo, segretario del circolo Massimo Troisi e portavoce del Gap partenopeo, dopo un incontro con la comunità valdese: «La rete si allarga - spiega ancora - oggi abbiamo distribuito 300 pezzi al mercato di Porta Nolana in meno di due ore. E’ un’area un po’ difficile, i piccoli commercianti temono una forma di concorrenza ma poi tutti comprendono che si tratta di una forma di denuncia politica».
Da Napoli a Venezia. Anzi Marghera, la periferia operaia della città vetrina. «Un quintale e mezzo in un’ora! E’ stata una cosa importante - racconta a Liberazione , il segretario del circolo Prc - si sono avvicinate soprattutto persone anziane. Certe volte non ci rendiamo conto di quanta povertà ci sia in giro. Siamo rimasti entusiasti del risultato. Pane e firme, una questione è stata traino per l’altra. Noi stiamo affrontando la campagna referendaria assieme al Pdci, come Cantiere della sinistra, con uno spirito diverso dal giustizialismo dipetrista».