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Prc di Bologna : sulle contestazioni alla Sala Borsa

Publie le domenica 19 dicembre 2004 par Open-Publishing

COMUNICATO STAMPA

Il Comitato Politico Federale del PRC di Bologna, nella seduta di giovedì
16 dicembre 2004, a seguito dei fatti accaduti nel corso dell’inaugurazione
degli spazi commerciali di Sala Borsa, ha votato all’unanimità il seguente
ordine del giorno.

Le valutazioni espresse da alcuni esponenti della maggioranza, all’indomani
delle contestazioni avvenute in occasione dell’inaugurazione del Centro
commerciale nella Sala Borsa, appaiono dirette più ad enfatizzare la
portata delle stesse in termini negativi, con impropri riferimenti ad un
loro presunto carattere violento, che ad offrire una risposta a quella
significativa parte della cittadinanza - utenti della biblioteca pubblica,
studenti, lavoratori del mondo della cultura, intellettuali, "semplici
cittadini" - che ha espresso il proprio chiaro dissenso rispetto alle
operazioni di privatizzazione degli spazi pubblici e culturali della città.

E’ difatti ricorrente, nelle varie dichiarazioni rilasciate alla stampa,
una eccessiva disponibilità ad accettare "lealmente" lo status quo creatosi
a seguito dell’apertura del Centro commerciale in Sala Borsa, al punto da
rintracciare in esse, di fatto, una sorta di legittimazione a posteriori
delle decisioni a suo tempo prese dalla Giunta Guazzaloca, che l’oggettiva
esistenza di vincoli non può di per sé bastare a giustificare.
Giova ricordare al proposito che gli impegni presi nel corso della campagna
elettorale avevano un tono ben diverso.

Ribadendo quanto già affermato in altra sede, riteniamo che sia possibile
per la Giunta Cofferati fare molto di più per rimettere in discussione una
scelta assurda e contrastata da quasi tutto il mondo culturale bolognese, e
dai fruitori della Sala Borsa non limitandosi a un semplice ruolo di
controllo o a chiedere ai gestori privati di farsi promotori di iniziative
culturali di "alto livello".

L’ampia mobilitazione, in occasione della inaugurazione del Centro
commerciale, è una testimonianza di quanto il problema sia avvertito nella
città di Bologna, e pone una domanda di innovazione e di discontinuità
rispetto alla Giunta Guazzaloca - su questo come su altri terreni - a cui
non si può semplicisticamente rispondere rispolverando antichi "spettri",
purtroppo già conosciuti in epoche lontane in questa città, etichettando in
modo indiscriminato come "violenti" coloro i quali, difendendo gli spazi
pubblici e della cultura, non intendono adeguarsi alla passiva accettazione
delle logiche di privatizzazione, mercificazione, precarizzazione del
lavoro, da tempo in atto in questa città.