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Prc, guerra al commissario "Andiamo al Congresso" In 100 firmano una lettera di protesta

Publie le lunedì 7 gennaio 2008 par Open-Publishing

redazione

(da IL SECOLO XIX)

Prc, guerra al commissario "Andiamo al Congresso" In 100 firmano una lettera di protesta: Lombardi da solo tavole rotonde

Vincenzo Galiano

"Rifondazione, a Genova, è governata come un videogioco da Roma, attraverso il commissario Mirko Lombardi, che produce solo convegni e tavole rotonde sul futuro della sinistra con totale rimozione dei problemi sociali e nessuna incisiva azione sul territorio". Il giudizio più duro è di Marco Veruggio, responsabile Politiche Economiche della segreteria regionale di Rifondazione e coordinatore nazionale di Controcorrente, l’ala più a sinistra del partito.

Veruggio è uno dei centro militanti, ex dirigenti e responsabili di circoli che, martedì scorso si sono riuniti in assemblea - autoconvocata - sfiduciando di fatto Mirko Lombardi, commissario della Federazione provinciale di Rifondazione dallo scorso settembre. Alla prospettiva di un prolungamento per un anno ancora del commissariamento - conseguente al rinvio dell’assise nazionale decisa domenica a Roma - i cento "ribelli" (tra cui il sindacalista Fiom, Bruno Manganaro, e il presidente della società del tunnel, Giancarlo Bonifai) hanno lanciato una raccolta di firme per chiedere la convocazione urgente del congresso provinciale. "Immediatamente a ridosso della riunione del comitato politico nazionale previsto a marzo". Obiettivo: ridare vita a una struttura dirigente in grado di rilanciare "una più incisiva azione del partito" nelle fabbriche, nei circoli e nelle istituzioni.

"Nel frattempo i circoli, riuniti in coordinamento, devono riprendere in mano le redini del partito e dare una sterzata a sinistra", dice Veruggio. Un esempio? "Su questioni sociali come la sicurezza, invece di fare astratti convegni, bisogna scendere in piazza e distribuire volantini che esprimano molto chiaramente la nostra posizione".

Tra i primi firmatari del documento di "sfiducia" c’è l’ex segretario ligure e consigliere regionale di Rifondazione, Marco Nesci, che fa capo al ministro Paolo Ferrero: "Pur avendo posizioni diverse sul piano politico - precisa Nesci - siamo tutti d’accordo sulla necessità di superare rapidamente la stagione commissariale". "Perché Lombardi ha mancato l’impegno di rompere la continuità con la precedente gestione fallimentare di Bruno Pastorino". Nesci ribadisce le critiche all’ex segretario provinciale e attuale assessore alle Politiche della casa: "Non è vero che si è dimesso per entrare in giunta. In realtà aveva già perso la fiducia degli iscritti per la sua incapacità di intervenire concretamente su temi cruciali come sanità e lavoro". E Lombardi? "Invece di stare al di sopra delle parti, sostiene la stessa linea di Pastorino".

Contro Lombardi si scaglia anche Veruggio ricordando due episodi, a suo dire, emblematici: "Il sostegno dato, una settimana dopo il suo arrivo, alla presenza del sindaco, Marta Vincenzi, alla presentazione del libro "Camicette nere". E la pubblica smentita fatta da Lombardi per un volantino dei lavoratori Aster Amga e Amiu iscritti a Rifondazione che promuoveva le ragioni del no nel referendum sul welfare". Senza contare "il silenzio della federazione" sui tre giorni di sciopero, a ottobre, dei dipendenti Fincantieri, la protesta dei lavoratori Aster a Tursi e la vertenza del Carlo Felice.

Il commissario "Operazione contro la linea nazionale"

A Genova si sta configurando un’area di minoranza rispetto alla linea nazionale del partito. Una posizione che potrebbe anche essere legittima se non mancasse totalmente di trasparenza". Mirko Lombardi ribatte così al "manifesto dei cento" che annunciano una raccolta di firme per mettere fine al commissariamento del Prc genovese deciso dal segretario nazionale Franco Giordano dopo le spaccature interne emerse durante e dopo la campagna elettorale per le amministrative.

"Io sfiduciato? Non è colpa mia - si accalora Lombardi - se questi stessi compagni che adesso invocano il congresso non hanno saputo gestire la situazione che ha portato alla nomina di un commissario". Quindi l’ "inviato" di Giordano ribatte colpo su colpo alle accusa dei suoi detrattori: "Non è vero che ho rifiutato di convocare l’assemblea, come ha detto Veruggio: semplicemente non ne ero informato". Gestione poco attenta alle tematiche sociali? "Ma non scherziamo - riprende il commissario - Ho promosso ben tre riunioni dei segretari e contribuito a organizzare la manifestazione sul G8. E quando ci saranno le condizioni, dopo il comitato politico nazionale, accelererò al massimo la convocazione del congresso provinciale, accelererò al massimo la convocazione del congresso provinciale perché è esattamente questo il mio compito".