Home > Prc, l’addio di Giordano: vince la linea Ferrero

Prc, l’addio di Giordano: vince la linea Ferrero

Publie le lunedì 21 aprile 2008 par Open-Publishing

Prc, vince Ferrero

Giordano lascia

ROMA (20 aprile) - Cala il sipario sulla stagione del Prc di Fuasto Bertinotti. Nel giorno della resa dei conti, va in scena l’ultimo atto della tragedia politica iniziata con la batosta elettorale. Si dimette il gruppo dirigente guidato da Franco Giordano, prevale una nuova maggioranza capitanata da Paolo Ferrero d’intesa con Claudio Grassi, leader di Essere comunisti. A guidare il partito, in vista del congresso straordinario fissato per il 17-20 luglio, sarà un comitato di garanzia, frutto di un compromesso tra le diverse anime del Prc, dove ad avere la maggioranza di rappresentanti è il duo Ferrero-Grassi.

L’addio di Giordano. Il processo ai vertici di Rifondazione comunista è andato in scena oggi al comitato politico del partito. Assente il leader Fausto Bertinotti, il ministro uscente della Solidarietà sociale, ha sconfitto la linea del segretario che si presenterà dimissionario al congresso di luglio. «Compagni, questa è l’ultima volta che chiudo un comitato politico, il sipario sta per calare», ha detto Giordano, con la voce rotta dalla commozione, dando il suo addio alla guida del partito in chiusura dei lavori del comitato politico che ha accolto le sue dimissioni della segreteria nazionale. Il segretario si è congedato tra gli applausi, mentre molti dirigenti in fila sono andati a salutarlo sul palco. L’abbraccio più lungo, quasi a testimoniare un passaggio di consegne, è con il governatore della Puglia Nichi Vendola, candidato a prendere la guida del partito al congresso di luglio.

Il voto. Il comitato politico ha votato oggi i documenti presentati per la composizione del comitato di gestione che dovrà condurre il partito al congresso che si svolgerà dal 10 al 13 luglio. La maggioranza è stata ottenuta dal documento presentato da Ferrero che ha ottenuto 98 voti, diventando quindi la nuova maggioranza del partito. Il documento presentato da Giordano ha ottenuto 70 voti.

«Come si vede il nostro documento ricorda la storia di Rifondazione, le sue innovazioni e la sua apertura. Vedo che nell’altro documento non ci sono questi capisaldi, mi sembra più un cartello elettorale», ha affermato il segretario uscente. E a chi gli chiede se sia ipotizzabile una scissione dopo il congresso, Giordano ha risposto: «Assolutamente no perché dovremo scinderci da quello che abbiamo costruito».

Vendola sarà candidato alla guida del partito nel prossimo congresso?, è stato chiesto poi a Giordano. «Lo discuteremo. Lui è un protagonista indiscusso e un personaggio autorevole, ma ora non stiamo parlando di questo perchè la prima cosa da fare è dare la parola agli iscritti», ha risposto il segretrio uscente.

Ferrero: fallita una linea politica. «Io sono tra i responsabili della sconfitta, una sconfitta molto pesante che riguarda un punto fondamentale e cioè la Sinistra nella società. Non c’è un capro espiatorio, ma va fatta una discussione a fondo perché è fallita una linea politica», ha affermato Ferrero. «Negli ultimi comitati - ha proseguito - è stata votata una linea ma il messaggio è diventato la costruzione di un soggetto unico e il leit motiv è stato il comunismo diventava una tendenza culturale. Si può avere una linea politica diversa, ma ciò che non si può fare è dire una cosa e farne un’altra».

Vendola. «È importante che nessun documento abbia ottenuto la maggioranza, ora Rifondazione può guardarsi al suo interno», ha detto Vendola, commentando il risultato ottenuto nelle votazioni. «La cosa positiva - ha proseguito - è che è stato approvato un dispositivo per formare un comitato che però non è né una segreteria né un organismo dirigente, è una scelta importante perché così non ci saranno precipitazioni e nelle prossime settimane le scelte strategiche potranno
essere rimescolate».

E a chi gli chiede se sia prossima una sua candidatura alla guida del partito Vendola risponde: «Non sfuggo per civetteria ma perché il tema è proprio il Prc e il suo futuro, se sarà un partito che avrà il torcicollo e guarderà al passato - aggiunge ancora - sarà un partito inutile, mentre se avrà come bussola l’innovazione sarà un partito capace di mettere in campo le ragioni per una nuova sinistra. C’è bisogno di una sinistra larga e plurale dove un cantiere e il Prc sono necessari l’uno all’altro».

Bertinotti. Il presidente della Camera Fausto Bertinotti non darà nessun addio alla politica. A confermarlo è lo stesso portavoce dell’ex segretario di Rifondazione, smentendo alcune ricostruzioni apparse sui giornali che davano Bertinotti pronto a lasciare definitivamente la politica. L’ex leader della Sinistra arcobaleno ha confermato la decisione di non ricoprire più ruoli di direzione politica ribadendo però l’intenzione di continuare a fare politica. Bertinotti continuerà a dirigere la rivista Alternative per il Socialismo che dedicherà il prossimo numero ad un’analisi della sconfitta elettorale.

http://www.ilmessaggero.it/articolo...