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Presentato a Venezia il documento congressuale “Rifondazione Comunista in movimento”

Publie le venerdì 6 giugno 2008 par Open-Publishing

Presentato a Venezia il documento congressuale “Rifondazione Comunista in movimento”

PIU’ FORTE RIFONDAZIONE COMUNISTA, PIU’ FORTE LA SINISTRA UNITA E PLURALE

Renato Cardazzo - Giovedì 5 giugno 2008

Sala piena al Laurentianum di Piazza Ferretto a Mestre, per ascoltare e discutere con Paolo Ferrero del documento congressuale “Rifondazione Comunista in Movimento”.

L’incontro si è svolto fuori dalle liturgie di partito e subito la discussione è entrata nel vivo delle questioni drammatiche di questi mesi, dalle politiche del governo alle questioni sociali del paese.

Non poteva essere altrimenti. La natura stessa della proposta congressuale sostenuta da Ferrero, parte proprio dall’analisi della sconfitta della sinistra e dal bisogno di ricostruire “dal basso”, dai territori, dai luoghi di lavoro e studio, una fitta rete di impegno sociale.

Molti gli intervenuti che hanno illustrato le ragioni della loro adesione al documento, posto domande, chiesto chiarimenti.

In sala tra molti segretari dei circoli veneziani del PRC, Salvatore Livorno dirigente CGIL di lavoro società, Massimo De Grandis Presidente ARCI, Elena Carradori del Forum Sinistra Europea, Pietrangelo Pettenò consigliere regionale del PRC, Sebastiano Bonzio consigliere Comunale di Venezia, Aldo Bertoldo consigliere provinciale veneziano, Gino Sperandio segretario veneto del PRC

Se qualcuno si aspettava un incontro identitario e autoreferenziale, si è dovuto ricredere.

Tra gli intervenuti infatti anche i consiglieri regionali Nicola Atalmi (PDCI) e Gianfranco Bettin (Verdi), che hanno augurato a Paolo Ferrero un largo successo, condividendo l’idea che la sinistra deva costruire progetti comuni di lavoro politico nella società, senza scorciatoie organizzativistiche.

La costituente di un nuovo partito della sinistra oggi, suonerebbe come una operazione di annessione, che allontanerebbe il percorso unitario. Una posizione largamente condivisa dai molti aderenti all’Associazione Veneta della Sinistra presenti in sala.

Il binomio “rilancio di Rifondazione Comunista” e “costruzione della sinistra dal basso” è stato al centro delle conclusioni di Paolo Ferrero.

Si tratta di un percorso che ritiene indispensabile il patrimonio di compagne e compagni del PRC, la necessità di una autoriforma del Partito che permetta di sperimentare un nuovo radicamento nei territori, un nuovo saper fare che deve incontrare le molte esperienze e le molte pratiche esistenti (mutuo soccorso, palestre popolari, asili autogestiti, comitati di difesa ambientale, mense popolari, gruppi di acquisto solidali, comitati e associazioni per il diritto alla casa).

Dobbiamo ricostruire un vero “Partito sociale” che ha come perno l’impegno collettivo, che rompa con il leaderismo e con una gestione esclusivamente piegata sul terreno istituzionale. Facendo oggi, da extraparlamentari, di una necessità, virtù.

Una posizione ben comprensibile, soprattutto nel Veneto, dove è evidente che la sconfitta della sinistra ha ragioni profonde in una società frantumata, dove il pensiero unico del liberismo nella peggior versione populista e xenofoba è oramai dilagante.

Su quest’ultimo aspetto Paolo Ferrero ha provato a dare una risposta anche ai gravi fatti di Mestre e agli episodi di intolleranza contro i Sinti. Ferrero ha delineato una possibile strategia di lavoro, ossia quella di intervenire direttamente nei conflitti sociali ma non quando le situazioni più difficili e conflittuali sono già precipitate nella spirale della violenza, bensì prima. È fondamentale tornare accanto alle persone, a tutte le persone. Solo così si potrà essere riconosciuti interlocutori efficaci ed affidabili anche nelle questioni più spinose, come la presenza dei campi nomadi nei territori.

Dall’incontro ne è uscito un appello corale affinchè il congresso di Rifondazione si svolga in un clima di costruttivo confronto, senza esasperazioni, ma anche con la consapevolezza di aver indicato con chiarezza che solo una Rifondazione Comunista più forte, darà più forza alla sinistra unita e plurale.