Home > Presidente Napolitano, le chiedo di adoperarsi per l’amnistia
Presidente Napolitano, le chiedo di adoperarsi per l’amnistia
Publie le venerdì 19 maggio 2006 par Open-Publishing1 commento
di Don Vitaliano Della Sala
Signor Presidente della Repubblica,
non ho seguito la “solenne liturgia laica” del Suo giuramento perché, un po’ polemicamente nei Suoi confronti, ero nel Centro di permanenza temporaneo per migranti di Bari Palese: mi perdoni l’ardire (e qui non vorrei riaprire il vecchio contrasto con Lei per le sue scelte del passato) ma questi - le assicuro - son luoghi tanto disumani, che vanno contro la nostra tradizione di popolo ospitale e accogliente.
La situazione di questi luoghi di sofferenza - presidente - è drammatica; in essi sono frequenti gesti di autolesionismo e tentativi di suicidio, maltrattamenti e percosse; spesso non è garantita un’adeguata assistenza medica e precarie sono le condizioni sanitarie. Quasi tutti i Cpt “ospitano” pochi migranti, a dimostrazione che non esiste nessuna emergenza “clandestini”, ma solo la volontà di incrementare e foraggiare il business umanitario. In realtà tutti i Cpt sono inutili, costosi e lesivi di ogni diritto e della dignità dei migranti che vengono ingiustamente rinchiusi in essi, pertanto vanno immediatamente smantellati.
Lo faccia all’inizio del suo mandato presidenziale, come dimostrazione che il nostro è un Paese di diritti civili, come ha anche detto nel Suo discorso di insediamento: la maturità di un popolo si misura dalla civiltà delle sbarre delle sue prigioni. Perciò, una volta quando si incoronava il re o si insediava un nuovo Capo dello Stato, c’era la tradizione di concedere l’amnistia ai detenuti: un segno di clemenza che simboleggiava la scommessa che si faceva sui cittadini detenuti perché avessero modo di cominciare anche loro una nuova vita. Quale segno più bello per iniziare il Suo alto mandato della fiducia concessa dallo Stato a chi ha sbagliato?
Pertanto Le chiedo di adoperarsi con tutte le Sue forze perché il nuovo Parlamento italiano conceda l’amnistia ai detenuti e la possibilità di riscattarsi. Una volta anche quando veniva eletto un nuovo papa si concedeva l’amnistia; invece noi abbiamo assistito all’insulto del vecchio Parlamento nei confronti del defunto papa Giovanni Paolo II: applaudito da tutti i parlamentari quando chiese con forza un gesto di clemenza per i detenuti, un gesto che non è mai arrivato!
Non accontentarono il pontefice nemmeno quei parlamentari che si riempiono la bocca di cristianesimo e di valori cristiani, che dicono di ispirarsi alla tradizione cattolica e al Vangelo, dimenticando che tra le prime parole che Gesù pronuncia, ce ne sono alcune di speranza e di liberazione proprio per i carcerati: «Il Signore mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione; per rimettere in libertà gli oppressi» (Luca 4, 18). Ora il Parlamento ha la possibilità di accontentare papa Woityla, seppur tardivamente.
Le carceri sono stracolme e assomigliano sempre più a “discariche sociali” dove sversare gli scarti della nostra società, le persone che non riusciamo a far entrare nei nostri progetti di sviluppo, gli esclusi da ogni pur minima forma di sopravvivenza, i disperati, gli emarginati, insomma coloro che è meglio togliere di mezzo, come immondizia che si nascondere sotto il tappeto della storia.
Le carceri scoppiano di disperazione. Nelle carceri ci sono tantissimi immigrati e tanti connazionali che non dovrebbero stare lì, che stanno dietro le sbarre perché non possono permettersi un avvocato e quello d’ufficio non si occupa di loro; dietro le sbarre ci sono cittadini che si sono macchiati di reati per i quali basterebbe pagare una multa; c’è gente che ha fumato uno spinello in più del numero consentito o che ha falsificato un cd, mentre sta fuori chi, pur sniffando cocaina, appartiene ai quartieri alti e alle famiglie intoccabili che possono permettersi i migliori avvocati, e chi ha frodato lo Stato per milioni di euro. La frase scritta in ogni aula giudiziaria, “la legge è uguale per tutti”, appare sempre più il sogno di un’altra giustizia possibile, lontana da noi nel tempo e nello spazio.
Sto visitando anche le carceri in questo periodo, e sto toccando con mano quanto siamo capaci di essere peggiori dei detenuti che rinchiudiamo nelle prigioni: sovraffollamento, celle minuscole e invivibili nelle quali non faremmo vivere nemmeno il nostro cane; prigioni vecchie e cadenti ricettacolo di ratti e scarafaggi; impossibilità di qualsiasi forma di rieducazione per un futuro reinserimento nella società.
E’ vero, ho incrociato anche tanta umanità e professionalità nel personale, nella stragrande maggioranza degli agenti di polizia penitenziaria, nei direttori: ma il loro lavoro risente di troppi problemi che spesso minacciano l’indispensabile serenità che ci vuole per lavorare in ambienti tanto a rischio.
Insomma, bisogna assolutamente cominciare ad intervenire con un gesto di clemenza che ridia speranza ai detenuti, al personale delle carceri e alle loro famiglie, prima che sia troppo tardi; e immediatamente dopo, occorre che il Parlamento “decarcerizzi” alcuni reati, allargando le misure alternative al carcere; inoltre bisogna che si impegni a fare delle carceri non il luogo della vendetta dello Stato, ma luogo di rieducazione e di reinserimento reali; infine la carcerazione preventiva non può essere sproporzionatamente lunga e bisogna depenalizzare i reati d’opinione o di “lotta” per i diritti.
Signor Presidente, il 2 giugno è la Festa della Repubblica. Si è ridotta ad essere la giornata delle forze armate nella quale si sfoggiano in una ridicola e anacronistica parata militare, le armi di morte e si mostrano i muscoli della nazione. C’è da chiedersi a che serva mostrare muscoli da topolini alle superpotenze atomiche. Sarebbe giusto che la Festa della Repubblica diventi il giorno di riflessione sulla nostra democrazia, sui suoi difetti da correggere e sui suoi problemi da risolvere. Sarebbe il giorno più adatto per un concreto gesto di clemenza verso le nostre sorelle e i nostri fratelli detenuti nelle carceri e nei Centri di permanenza temporanea.
Lo faccia, Presidente, e comincerà con il piede giusto il Suo settennato, riparando l’omissione che nel Suo discorso di insediamento ha fatto dimenticando di sollecitare un gesto di clemenza al Parlamento. Ascolti la voce di questi “figli” del nostro stesso Paese meno fortunati di noi ma pur sempre nostri concittadini, che Lei, comunque, rappresenta.
Il Signore benedica il Suo lavoro al servizio dell’unità nazionale, della Costituzione e, mi permetta, degli italiani maggiormente bisognosi di aiuto.
Messaggi
1. > Presidente Napolitano, le chiedo di adoperarsi per l’amnistia, 20 maggio 2006, 07:34
forza vitaliano della sala vero prete democratico;AMNISTIA subito!ormai tutti in italia sanno,che le prigioni italiane sono stracolme di poveri,migranti,giovani,e dissidenti democratic,mentre ricchi ,corrotti,mafiosi,fascisti delle stragi,sono fuori a spasso e ridono della democrazia italiana,ormai in declino..dopo l’avventura del regime berlusconiano .....speriamo che questo centro sinistra,mantenga le sue promesse eltettorali...almeno quelle minimali come questa dell’amnistia per tutti i detenuti politici,migranti,disobbedienti,giovani,che hanno commeso il solo crimine di essee poveri non potenti,non corrotti, in questo paese.dell’ingiustizia co ntinua.;..la legge vale anche per i ricchi potenti e politicanti,corrotti,e mafiosi,;giustizia sociale ,e amnistia subito!per la democrazia la pace ...democrazia sociale radicale.........,
forza della sala ,forza bertonotti...