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Pressing sulla Cgil

Publie le martedì 23 settembre 2008 par Open-Publishing
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Pressing sulla Cgil

di Antonio Sciotto

Epifani: «Si venda all’estero». Berlusconi: «Ipotesi che non c’è. Solo Cai o fallimento»

La vertenza Alitalia nel week end si è ridotta a un braccio di ferro tra il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e il segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani: non si profila al momento alcuna soluzione, anche se si auspica - almeno dal fronte Cgil e di parte del Partito democratico - il rientro in gioco di una compagnia estera, perché lanci una nuova offerta. Dall’altro lato, il centrodestra, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, come una parte dello stesso Partito democratico (in particolare Enrico Letta), fanno pressing sulla Cgil perché riconsideri il piano Cai come l’unico possibile e si sieda al tavolo per firmare.

La giornata è cominciata con un’intervista al leader della Cgil Guglielmo Epifani, che ha riaperto la sfida al governo invitandolo a rimettere in moto la trattativa, o, alternativamente, a impegnarsi seriamente per un «piano B»: ovvero, cercare una compagnia estera che sia disposta ad acquistare l’Alitalia. «O il governo e il commissario trovano il modo di riaprire la trattativa con la Cai - ha spiegato Epifani alla Repubblica - oppure io vedo una sola strada: la vendita immediata a una grande compagnia straniera, che può assicurare il know how industriale più forte e condizioni finanziarie più solide».

«Io personalmente vedo con favore Lufthansa - ha continuato il segretario della Cgil - ma non sta certo a noi scegliere il partner. Tocca al governo decidere». Epifani si è poi dissociato dai lavoratori che hanno applaudito alla notizia del fallimento della trattativa con la cordata guidata da Roberto Colaninno: «In qualsiasi altra situazione di grave crisi aziendale, una notizia del genere viene accolta con profonda preoccupazione da tutti».

Anche se poi ha tenuto a specificare che da parte della Cgil come si è capito, d’altra parte, dall’esito del tavolo - c’erano fortissimi dubbi sulla proposta supportata dal governo: «Le caratteristiche della cordata italiana, l’assenza di know how specifico, la mancanza di procedure trasparenti, sono alla base delle criticità oggettiva dell’intera operazione Cai». A stretto giro di posta, è arrivata la risposta di Berlusconi: «Le altre grandi compagnie di bandiera non sono interessate - ha spiegato, replicando indirettamente a Epifani - Presto i piloti e gli assistenti di volo si renderanno conto che non c’è un’alternativa». «Non ci sarà - ha poi ribadito - nessuna possibilità che si presentino altri soggetti e quindi potrebbe essere che la nostra compagnia di bandiera vada verso una procedura di fallimento».

Più tardi Berlusconi è tornato sulla questione: «Mi meraviglio - ha spiegato - che piloti, assistenti di volo e sindacati non capiscano che non c’è altra soluzione se non quella dei 16 imprenditori e della loro offerta. Quello che è successo con Air France è lo stesso che accade ora - ha concluso il Cavaliere - I sindacati, dopo che tutto era deciso, hanno detto no e presentato una proposta diversa». Dal fronte dei lavoratori, ieri sono continuate le assemblee e i presidi a Fiumicino, seppure nella piena continuità del servizio di voli. L’Avia - associazione assistenti di volo - ha annunciato che firmerà il piano come Cisl, Uil e Ugl, ma la Sdl fa notare come questa sigla sia minoritaria tra il personale di volo. L’Anpac, che rappresenta gran parte dei piloti, è tornato ad attaccare il piano Cai, affermando di essere stati «trattati come colf». Secondo l’Anpac, ben 300 piloti starebbero lasciando Cisl, Uil e Ugl perché non d’accordo con la firma.

L’idea Cgil di un «piano B» con il cavaliere bianco straniero è stata ripresa da Pierluigi Bersani, del Pd, ma non è gradita dal collega Enrico Letta, che invece invita «tutti» a firmare con la Cai: è chiara la polarità del Partito democratico non solo rispetto a Cisl e Uil, ma anche nei confronti del diverso grado di «dialogo» da mantenere con il governo. Altre ipotesi sono una «nazionalizzazione a termine», proposta da Fausto Bertinotti, o una nazionalizzazione tout court , auspicata da Ferrando (Pcl). Comunque, stando alle dichiarazioni diffuse in serata, la Cgil sembra disposta a riaprire il tavolo. Il segretario Fabrizio Solari manda un messaggio alla cordata di Colaninno: «Credo che Cai dovrebbe considerare che ancora esistono i margini per evitare il grave errore di buttare a mare il lavoro fin qui svolto per salvare la compagnia».

Il Manifesto

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