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Prime schermaglie in aula Il pm: la Cirami non vale
Publie le mercoledì 3 marzo 2004 par Open-PublishingGenova«Per quali motivi il processo dovrebbe essere sospeso? Per quali motivi Genova non sarebbe
una sede adeguata? Quale sarebbe la grave situazione locale? Forse per la simpatica manifestazione
a suon di musica organizzata all’esterno di palazzo di giustizia che è servita a rendere più
allegra la noiosa mattinata nell’aula bunker?». Così Anna Canepa, che insieme ad Andrea Canciani è pm
nel processo ai 26 Black bloc, ha commentato la richiesta dell’avvocato di Padova Annamaria
Alborghetti di rimessione del processo ai sensi della legge Cirami. «Una legge - ha continuato Anna
Canepa - nata per difendersi dal processo e non per difendersi nel processo. E’ stata elencata, tra i
motivi, l’esternazione del procuratore generale sull’operato dei magistrati nell’inchiesta del G8:
queste sarebbero le gravi situazioni locali?
La Cassazione ha già respinto una richiesta analoga
presentata dai difensori dei poliziotti indagati per i fatti della Diaz. Il giudice naturale è
quello genoves
e».
L’intervento di Anna Canepa è stato l’unico a ravvivare una mattinata durante la quale sono state
presentate e valutate numerose eccezioni. Una mattinata che si è svolta con il sottofondo della
musica che echeggiava dal camion dei disobbedienti, mentre alcuni dei 700 poliziotti, stanchi della
permanenza in piedi, non resistevano a concedersi qualche passo di danza. In aula erano presenti
solo 9 imputati: Carlo Arculeo, Stefano Caffagnini, Marina Cugnaschi, Paolo Annecco, Mauro Degli
Innocenti, Luca Finotti, Paolo Putzolu, Antonio Valguarnera, Vincenzo Vecchi.
Tra le eccezioni
procedurali la più rilevante è stata quella presentata dall’avvocato Ezio Menzione difensore di Eurialo
Predonzani: ha eccepito la mancata notifica degli atti che riguardano il suo assistito. E il
presidente del tribunale Marco Devoto ha deciso di stralciare la posizione di Predonzani.
L’avvocato Annamaria Alborghetti ha ribadito i motivi per cui ha chiesto la Cirami, anzi, ha
chiesto l’ex legge 45 come ha sottolineato per prendere le distanze dal governo Berlusconi, dopo che il
pm Anna Canepa l’aveva definita la "vituperata legge Cirami". Alla richiesta di sospendere il
processo in attesa della decisione della Cassazione, si sono uniti altri difensori: D’Addabbo,
difensore di Domenico Ceci, Nesta difensore di Filippo D’Avanzo, e D’Agostino difensore di Federico Da
Re.
Assolutamente in linea con i pm che hanno invece ribadito che il processo deve continuare i
legali di parte civile: oltre al Comune di Genova, gli istituti di credito Carige, San Paolo, Area
Banca Service; la presidenza del Consiglio, i Ministeri della Difesa, degli Interni e della
Giustizia. Tra le parti civili anche Filippo Cavataio, il carabiniere che guidava il Defender dal quale
partì il colpo che uccise Carlo Giuliani. Ha deciso invece di non costituirsi parte civile Mario
Placanica, il
carabiniere che sparò.
E quando sarà interrogato si avvarrà della facoltà di non rispondere:
«Placanica è convalescente dopo un grave incidente - ha spiegato il suo avvocato Giuseppe Gallo -
deve stare tranquillo, non vuole più essere al centro dell’attenzione.
Il processo dunque continua: appuntamento a martedì prossimo