Home > Processo Sme, il pm Boccassini chiede otto anni per Berlusconi
Processo Sme, il pm Boccassini chiede otto anni per Berlusconi
Publie le sabato 13 novembre 2004 par Open-Publishing4 commenti
Milano, unico imputato il presidente del Consiglio
L’accusa: "L’imprenditore pagava Squillante"
"Ha mentito al popolo italiano, non merita attenuanti"
La difesa: "E’ una requisitoria politica"
MILANO - "Silvio Berlusconi pagava il giudice Renato Squillante, va perciò condannato a 8 anni di reclusione e all’interdizone perpetua dai pubblici uffici". E’ la richiesta del pm Ilda Boccassini al termine della sua requisitoria nel processo stralcio per il caso della compravendita della Sme.
Durissimi i commenti dei difensori di Silvio Berlusconi. Niccolò Ghedini la definisce "una requisitoria basata sulla politica" e anche per il suo collega Gaetano Pecorella nella condanna agli otto anni chiesti dal Pm ’’influisce la sua posizione politica’’.
L’accusa per il presidente del Consiglio (unico imputato di questo procedimento stralciato da quello principale in base al lodo Schifani) è di corruzione semplice e non di corruzione in atti giudiziari. Boccassini, infatti, pur ritenendo addebitabile a Berlusconi quest’ultimo reato, ha però deciso di uniformarsi alla sentenza del processo Sme principale in cui il privato corruttore è stato ritenuto responsabile di corruzione semplice. Per corruzione in atti giudiziari era stato condannato solo l’ex capo dei gip di Roma, Renato Squillante.
"Noi non riteniamo - ha detto la Boccassini in conclusione - che l’imputato Berlusconi meriti le attenuanti generiche proprio per l’inaudita gravità del reato". L’accusa (sostenuta in questo processo anche da Gherardo Colombo) ha inoltre ricordato che in una delle deposizioni spontanee rese dal presidente del Consiglio, egli si è presentato come "un cittadino più uguale degli altri perché ha ricevuto il consenso di una parte degli italiani. Berlusconi - ha proseguito la Boccassini - si è presentato come il garante di tutti i cittadini. Ma è una persona che mente al popolo italiano. Tutte le dichiarazioni rese non sono rispondenti al vero. Tutti i comportamenti non meritano le attenuanti generiche".
La Boccassini, inoltre, ha sostenuto che il dibattimento "ha dimostrato la responsabilità di Berlusconi. Non sono invenzioni, ma tonnellate di documenti, non di fango, che costituiscono questo processo che non è uno spot pubblicitario ma che è un percorso lungo e faticoso".
Boccassini è certa della colpevolezza di Berlusconi "quell’imprenditore - ha detto il procuratore - che per conto di Fininvest spa aveva a libro paga il giudice Renato Squillante e remunerava un altro giudice, Filippo Verde, perché ponesse la sua attenzione al servizio di interessi diversi". A sostegno della sua tesi ha anche affermato: "Nell’altro processo i coimputati sono stati già condannati".
Il pm si è dunque soffermato sui documenti bancari che, a suo dire, testimoniano il passaggio di denaro avvenuto nel 1991 dai conti svizzeri di Fininvest a quelli dell’allora giudice Squillante, tramite anche il conto Mercier di Previti. Per il pm, in questo caso, sono le carte bancarie a parlare: "E’ documentato - ha osservato - il passaggio di 434 mila dollari partiti dal conto Ferrido di Fininvest e arrivati al conto Rowena intestato a Squillante dopo essere transitati sul conto Mercier di Cesare Previti. Un’operazione - ha sottolineato il magistrato - che coinvolge Berlusconi, Previti e Squillante".
"Ci sono contatti telefonici - ha continuato la Boccassini - che dimostrano la continuità di rapporti con Squillante fino al suo arresto". Il pm ha poi ricordato ciò che Berlusconi ha detto nelle sue deposizioni spontanee e cioè: "Mai ricevuto telefonate dal dottor Squillante". "L’imputato Berlusconi - ha concluso la Boccassini - ha mentito".
Secondo uno dei legali di Berlusconi, Gaetano Pecorella, la requisitoria svolta finora da Ilda Boccassini è "una specie di Zibaldone". "Ha parlato di altri processi, di altri soggetti" ha affermato Pecorella. "Ha persino parlato di operazioni bancarie effettuate in epoche estranee a questo processo. Di una sola cosa non ha parlato: di quali sono le prove da cui risulterebbe che Silvio Berlusconi ha corrotto dei giudici".
"Non mi è mai capitato - ha osservato - di vedere chiedere il massimo della pena per una persona accusata di corruzione semplice’’. Pecorella non esclude che il reato possa essere dichiarato prescritto ’’perché - ha spiegato - i fatti risalgono al ’91 e ora siamo nel 2004". E sull’episodio su cui il Pm ha più insistito, ossia il passaggio di 434 mila dollari su un conto a Cesare Previti, per Pecorella si tratta ’’di un passaggio di denaro che fa parte di un insieme di pagamenti professionali". Non solo. Per il legale ’’in quei conti della Fininvest non è stato provato un diretto coinvolgimento di Silvio Berlusconi’’.
Una requisitoria che comunque per Niccolò Ghedini è "basata sul nulla, basata sulla politica più che su riferimenti procedurali". Ghedini ha precisato di riferirsi in particolare a un fatto: cioè "quando il Pm ha contestato a Berlusconi di essersi presentato in questo tribunale non come imprenditore, ma come Presidente del Consiglio’’. Comportamenti, questi, che a giudizio di Ghedini ’’non possono non inquietare, perché dimostrano - ha concluso - la reale essenza di questo processo’’.
http://www.repubblica.it/2004/k/sezioni/cronaca/bocassini/bocassini/bocassini.html





Messaggi
1. > Processo Sme, il pm Boccassini chiede otto anni per Berlusconi. Quali prove?, 17 novembre 2004, 14:33
Giancarlo Perna - <On.> >
Marco Boato (Verdi) - <>
Per questa domanda-considerazione, il giornalista de Il Giornale, fu condannato insieme all’allora direttore Feltri (per responsabilità oggettiva!) al pagamento di 16.526,65 euro a seguito della denuncia della Boccassini.
Poco più di un mese fa, la Cassazione ha capovolto la sentenza, imponendo alla Ilda la restituzione del “malloppo”. La prima considerazione che mi viene è: perchè denunciare solo il giornalista e non anche l’On. Boato che difatti ha avallato ed ancora di più, “condannato” la Boccassini e lo stesso Csm? Intimidazione politica e non di certo ad un “alleato”, anche se un po’ malandrino, ma ad un giornale? Chissà!
La seconda considerazione: ma perchè un “appunto” origliato è diventato oggetto di disputa? Semplice! Quegli appunti origliati, in particolare un foglietto, è l’ultimo di una serie di fogliettini, col quale il premier Berlusconi è stato rinviato a giudizio.
I fatti: in un bar a Roma l’ormai famoso Bar Mandara il 2 marzo ‘96 due ispettori di polizia, muniti di registratore, (inviati dallo Sco su richiesta del Pool) intercettano un dialogo tra Squillante ed il pm romano Francesco Misiani, in cui, secondo il Pool di Milano, Squillante e Misiani parlerebbero di miliardi, conti, di pressioni per depistare le indagini. Ma in quella intercettazione avvenne un fatto inaspettato (!) il registratore fece flop, funzionò poco e male, per cui i due solerti “spioni” proseguirono “l’intercettazione” origliando. Presero appunti su pezzi di carta, tovaglioli, cioè su tutto ciò che gli capitava per le mani in quel momento. Misiani stava per diventare Procuratore Capo a Milano, cioè il capo del Pool, quando fu “colpito” dall’intercettazione, ma non fu arrestato. Lasciò la toga, disgustato dalla magistratura.
Ciò che venne registrato (in parte) e che è servito ad accusare Previti, Squillante ed il giudice Verde, è risultata manipolata, ossia falsificata, come accertato da un perito al tribunale di Perugia.
La cassetta presenterebbe molte lacune, tagli e cuci, stop and go, non sarebbe integra ma sarebbe stata manipolata, alterando il senso delle frasi. In pratica la prova regina è stata falsificata. Inoltre la maggior parte dei dialoghi sarebbero incomprensibili. L’originale non è mai stata trovata, la cassetta, le cassette senza i "tagli". Il Cd-Rom che sul quale sarebbe stato riversato il materiale “intercettato” è stato distrutto “accidentalmente” dalla Procura di Milano. Un’altra copia, che la difesa avrebbe dovuto avere per legge, non è mai stata consegnata e risulta anch’essa, “misteriosamente”, svanita nel nulla.
Dalle registrazioni, comunque, Berlusconi non viene mai nominato. Allora com’è che è poi entrato nel processo di Previti, Squillante e Verde? Semplicemente(!) per un pezzo di carta.
La spiata, fallita in buona sostanza col registratore capriccioso, come detto, fu continuata con appunti origliati e trascritti su foglietti “volanti” raccattati sul luogo frettolosamente ed è su uno di questi foglietti e precisamente, ma sempre “stranamente”, è sull’ultimo foglietto, che spunta il nome magico: Berlusconi. Un appunto truffaldinamente fatto passare per intercettazione registrata, che già di per se è da considerare reato grave, ma non solo. Da una perizia, fatta da uno dei massimi esperti in Italia di perizie calligrafiche (del quale non ricordo il nome) pone molti dubbi sui tempi della stesura della frase che tirerebbe in ballo il premier. Il perito ha infatti stabilito, che risulta molto strano che una persona che sta “spiando” improvvisando, utilizzando foglietti trovati sul posto, senza conoscere quindi, com’è ovvio, quanto durerà ancora “l’intercettazione”, utilizzi quel foglio in modo abbondante, allargandosi, senza, cioè, cercare di utilizzare lo spazio di quel prezioso foglietto quanto più è possibile. Fatto, invece, che si è riscontrato con tutti gli altri pezzi di carta. Inoltre la scrittura risulta essere precisa e scorrevole, diversamente dagli altri foglietti sui quali si nota uno scrivere frettoloso e poco scorrevole nella lettura. Insomma quel foglietto ha tutte le caratteristiche per essere considerato come aggiunto successivamente, ad intercettazione conclusa. L’ennesima prova falsa della Procura milanese? L’unico modo per incastrare Berlusconi e metterlo alla gogna per anni? Previti il Cavallo di Troia... per colpire Berlusconi... la falsa intercettazione per tirarlo dentro ai vari processi, tutti legati alla Teste pluriquerelata ed inattendibile, l’Ariosto e alle intercettazioni false del Bar Mandara. Non c’è che dire proprio un bel processo, degno di studi... di criminalogia!
L’Ariosto: una sfilza di giudici, tirati in ballo dalla contessina Ariosto, ha querelato la stessa, addirittura proprio in questi giorni, la Procura Generale di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio della signora, per aver calunniato il giudice Rosario Priore. Ora spetta al Gip convalidare o meno la richiesta. Questa è l’altra “prova Regina” in mano alla Boccassini.
1. > Processo Sme, il pm Boccassini chiede otto anni per Berlusconi. Quali prove? - integrazione alla risposta precedente, 17 novembre 2004, 14:35
Giancarlo Perna - "On. Marco Boato come considera il fatto che la Boccassini abbia spacciato per intercettazione ambientale registrata, un appunto origliato da un poliziotto? E’ un reato, ma nessun pm si è mosso ed il Csm ha escluso responsabilità disciplinari – Possono i magistrati comportarsi così?"
Marco Boato (Verdi) - "E’ uno dei casi più scandalosi chi si siano registrati in questi anni"
2. > Processo Sme, il pm Boccassini chiede otto anni per Berlusconi, 10 dicembre 2004, 22:54
La Boccassini si sta facendo i soldi alla facciazza di tutti gli Italiani... ma perchè nessuno lo dice? Che cavolo!
1. > Processo Sme, il pm Boccassini chiede otto anni per Berlusconi, 11 dicembre 2004, 11:56
Leggo allibita questa frase di un commento:" La Boccassini si sta facendo i soldi alla facciazza di tutti gli Italiani... ma perchè nessuno lo dice? Che cavolo! " L’autore naturalmente non ha firmato. L’autore ignora o finge di ignorare quale sia il compito e il compenso di una magistrato. Ignora o finge di ignorare quali siano i valori e i doveri di chi gestisce la cosa pubblica. Confonde i magistrati che furono corrotti con centinaia di milioni da quelli che fanno il loro dovere e non si lasciarono corrompere. Crede che il magistrato corrotto non sia quello che stravolse il processo ma chi trovo’ le prove di questo stravolgimento e cerco’ di difendere la giustizia. Dio abbia pieta’ del suo animo! Parlare di ignoranza o malafede qui non vale. Siamo in un libro oscuro dove intelligenza e’ sparita, verita’ e’ sparita, solo odio vince e cattiveria pura, fine a se stessa.
viviana