Home > Processo a Trani contro Giuseppe Maj
Associazione Solidarietà Proletaria (ASP)
aderente al Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista
redazione de Il Bollettino
CP 3028, 80125 Napoli - Italia
aspilbollettino@virgilio.it
Napoli 14-10-’04
Il prossimo 18 ottobre inizierà a Trani l’ennesimo processo contro il compagno Giuseppe Maj direttore de Il Bollettino dell’ASP.
Il Pubblico Ministero del Tribunale di Trani, Giuseppe Maralfa, accusa il compagno Maj di ’apologia di reato’ perché Il Bollettino pubblicava integralmente nell’estate del 1999, a differenza della stampa borghese, un documento che rivendicava l’attentato contro Massimo D’Antona, firmato dai rivoluzionari prigionieri delle BR-pcc in carcere a Trani. Anche questi ultimi rinviati a giudizio nel medesimo processo, in quanto promotori di ’istigazione a
delinquere’.
Attualmente il compagno Maj è al confino nella cittadina di Saint Denis (Francia) per decisione della magistratura francese che collabora con il governo della banda Berlusconi, che perseguita il (nuovo) Partito comunista italiano di cui Maj e Giuseppe Czeppel (anche questo confinato a Parigi) sono membri e attuali pubblici rappresentanti.
Questo processo da un lato è l’ulteriore tentativo di colpire a qualsiasi costo il compagno G. Maj per il suo indiscusso impegno nella rinascita del movimento comunista e in particolare per il suo ruolo nella ricostruzione del nuovo partito comunista italiano. D’altra parte, il processo di Trani, è l’azione persecutoria dello Stato della borghesia imperialista, che vuole soffocare la parola e la coscienza dei prigionieri politici; un nuovo tentativo di sopprimere con la repressione la libertà di espressione e di opinione di un organo come Il Bollettino chiaramente di parte proletaria e rivoluzionaria. Un processo, quello di Trani, in cui un nuovo e servizievole ’inquisitore’ della borghesia imperialista, il giudice Maralfa, tenta di distruggere il diritto all’esercizio d’informazione e di cronaca, che di fatti Il Bollettino esercita da oltre 20 anni per impedire non solo il seppellimento fisico, ma anche l’annientamento delle coscienze di numerosi prigionieri politici, che al di là della condivisione o meno delle loro concezioni politiche, hanno il diritto di pensare ed esprimere le proprie idee.
Solo una nuova legge di questo Stato, stravolgendo la Costituzione nata con la vittoria della Resistenza al nazifascismo, potrebbe sancire in questo paese il divieto di esporre liberamente opinioni e idee. In tal caso, sarebbe ancora più chiara la vera natura del regime politico e sociale della borghesia imperialista, un regime che si definisce democratico, in cui milioni di persone appartenenti al proletariato e alle masse popolari vivono apparentemente libere. Un regime questo che nei fatti è di controrivoluzione preventiva, che colpisce con la repressione (il manganello, i gas lacrimogeni, le armi da fuoco, il carcere, ecc.), con la criminalizzazione, la persecuzione, la censura, e via dicendo, tutti coloro che oggettivamente escono dal seminato delle compatibilità dello Stato borghese. Non solo i comunisti e i rivoluzionari sono oggetto di attenzione preventiva degli organi della repressione borghese ma, come dimostrano il rinvio a giudizio di migliaia di lavoratori del trasporto dell’ATM di Milano, la persecuzione dei sindacalisti della Piaggio, l’espulsione dei comunisti dai sindacati a Torino, Reggio Emilia (CGIL) e Roma (Cobas), gli arresti dei quattro sindacalisti comunisti del SLL di Napoli, sempre di più sono colpite le avanguardie di lotta del proletariato, gli operai e i lavoratori avanzati che non si adeguano alle misure imposte dai padroni che vogliono sfruttare la forza lavoro senza freni di sorta.
Il tentativo di censurare ancora una volta Il Bollettino dell’ASP, la volontà di colpire il direttore G. Maj con accuse che in passato hanno già assaggiato la sconfitta (negli anni ’80 il compagno Maj è stato assolto e risarcito per le medesime accuse), possono cadere soprattutto opponendo una chiara ed aperta resistenza attiva, denunciando il significato di contro rivoluzione preventiva che in questo momento assumono queste operazioni repressive, mascherate sotto la bandiera della ’guerra al terrorismo’.
Come sempre, contro la repressione e la censura della borghesia imperialista verso gli organi d’informazione di classe e di opposizione democratica, come dimostra anche la chiusura recente di alcuni siti di Indymedia a livello internazionale ad opera della FBI degli imperialisti USA, grande importanza ha la solidarietà di tutte le forze singole ed organizzate del movimento generale di resistenza, sia di provenienza democratico-progressista, che di provenienza rivoluzionaria.
Esprimiamo solidarietà al compagno G. Maj e alla redazione de Il Bollettino!
Solidarietà alla rete Indymedia!
Solidarietà e sostegno alla resistenza dei rivoluzionari prigionieri e al loro diritto di espressione!
Solidarietà a tutti coloro che sono perseguitati per le loro idee di opposizione al regime della borghesia imperialista!
Per esprimere solidarietà a G. Maj inviare e-mail a: variegm@yahoo.fr




