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Prodi addio!

Publie le domenica 25 febbraio 2007 par Open-Publishing
3 commenti

  Prodi addio! –
a cura di Paolo De Gregorio – 25 febbraio 2007

D’Alema: questa sinistra (Verdi, Rifondazione, PDCI) non serve all’Italia!
Affermava Prodi qualche giorno fa: questa sinistra è folcloristica.
Il teatrino della politica continua con i suoi riti, con le sue strategie sotterranee, con le dichiarazioni surreali, con la costante omissione della verità, mentitori professionali, bisce sfuggenti che dietro dichiarazioni vaghe nascondono solo la ferma intenzione di restare a vita nel giro del potere e del ricchissimo appannaggio parlamentare.
Un minuto prima parlano di “coesione” raggiunta sui 12 punti, un minuto dopo si insultano in maniera grave ed irreparabile. Fino a ieri esponevano le loro bandiere nei presidi no TAV e degli oppositori alla base USA di Vicenza, oggi dichiarano di appoggiare Prodi che queste cose vuole realizzare. La reazione di quelle popolazioni è stata di bruciare le bandiere della “sinistra radicale”, stracciare le tessere elettorali, e incominciare a fidarsi solo delle proprie capacità di lotta.
La ferocia con cui tutti i politicanti del centro sinistra si sono scagliati contro Rossi e Turigliatto, rei di aver votato secondo coscienza, ci rivela il terrore che hanno di perdere il loro “status” e, soprattutto, dimostra la profonda inutilità di una “sinistra” al governo che non tocca, come se fosse un tabù, la questione della presenza di basi straniere sul nostro territorio e la politica internazionale che ci vede obbedienti servitori della politica Usa.
Quando Berlusconi va al potere, decide l’adesione alla guerra in Iraq, offre tutto il suo appoggio a Bush, fa insomma la sua politica fascista e colonialista aspettandosi prestigio internazionale e partecipazione alla divisione del bottino, realizza il suo programma e non inganna i suoi elettori.
Quando va al potere la nostra balbettante sinistra ci racconta che è da irresponsabili cambiare la politica internazionale e, falsamente, sostiene che “pacta servanda sunt”, mentre i patti devono essere onorati solo da chi li ha sottoscritti, e non sono le “tavole della legge” valide per sempre e per tutti. Non ci sarebbe la “Storia” se fosse così!
Buona parte dei voti ricevuti dalla cosiddetta sinistra radicale sono stati dati proprio perché la nostra politica estera cambiasse radicalmente, si andasse verso l’autonomia dell’Europa dal pesante condizionamento della Nato e delle basi Usa, si prendesse la decisione di avere una forza militare integrata, e parlare di PACE con una voce sola: quella dell’Europa unita e indipendente.
I voti del popolo che è contro la guerra e per l’indipendenza dell’Europa dalle strategie americane, sono stati decisivi per vincere le elezioni, e se un governo di “sinistra-centro” non tiene conto di questo, a quale scopo dovremmo appoggiarlo?
Sono proprio pochi e deludenti i soli voti contrari di Rossi e Turigliatto.
La politica, per essere credibile deve parlare senza la lingua biforcuta che pratica il doppio binario di ciò che si racconta alla gente, e poi alle sue spalle si decide tutt’altro.
La politica delegata, come si è modificata geneticamente, non rappresenta più nessuno, essa si è chiusa nel “Palazzo”, conta sulla complicità di tutti i “media” e finchè non vi sarà una alternativa credibile continuerà nei suoi inutili riti.
Sento molte voci stridule che se non riconfermiamo Prodi tornerà il Cavaliere. Francamente mi fa più paura il fatto che, in nome della “sinistra” si faccia una politica filoatlantica e confindustriale, e che i veri problemi, quello della incompatibilità del modello di sviluppo capitalistico con l’ambiente, e quello dell’indipendenza dell’Europa e della sua unità, non vengano nemmeno sfiorati.
La spocchia di D’Alema, che pavoneggiandosi in Parlamento, spaccia per discontinuità ciò che in realtà è pura continuità con il berlusconismo (con argomenti che capisce solo lui), mi dà fastidio almeno quanto il possibile ritorno di Berlusconi.
Invito i partitini della “sinistra radicale”a dissociarsi da Prodi e dai professionisti a vita della politica, e di puntare a creare in Italia una opposizione di massa che si chiami “sinistra antagonista”, che non sia più un partito tradizionale, ma che faccia campagne sul territorio con i cittadini, per far prevalere i loro interessi, la PACE internazionale, il disarmo, l’avvio di una economia sostenibile.
E se si dovesse decidere di mandare in Parlamento delle persone, queste devono sottoscrivere un patto d’onore che dopo due legislature si ritireranno lasciando spazio al ricambio generazionale.
Paolo De Gregorio

Messaggi

  • Paolo,
    leggo i tuoi scritti da un po’ di tempo e solitamente li apprezzo e condivido, cosi’ come e’ anche per questo, pero’ sono rimasto letteralmente allibito nel leggere le ultime righe, riferite ad una auspicata sinistra antagonista, che riporto qui sotto:

    E se si dovesse decidere di mandare in Parlamento delle persone, queste devono sottoscrivere un patto d’onore che dopo due legislature si ritireranno lasciando spazio al ricambio generazionale.

    Capisco che con il degrado raggiunto dai politici si debba essere dubbiosi e giustamente prevenuti nei loro confronti, ma perche’ mai, se si dovessero trovare le persone adatte per attuare i programmi popolari che auspichiamo, dobbiamo poi privarcene dopo due legislature? E a favore di chi?
    Piuttosto, il patto d’onore dovrebbe invece obbligarli ad una totale e continua trasparenza nel loro operato.
    ... naturalmente stiamo parlando di sogni.
    Buona notte, Roberto PKT

    • Roberto, ti ringrazio per il contributo che apprezzo. Abbiamo visto nella storia che tutte le persone che gestiscono il potere per molto tempo non lo vogliono più lasciare e sono di grande ostacolo al rinnovamento, che deve essere costante e generazionale. Paolo

  • Ogni promessa è debito .....

    "Mi comporterò esattamente come faceva l’Avvocato, andando in Senato non ogni giorno, ma certamente ogni volta che può essere utile. Lo considero un dovere irrinunciabile. Sarò soprattutto un senatore molto diigente. Mi impegnerò nel ruolo come ho sempre fatto. Nessuna delle mie cariche è mai stata onorifica, in tutte ci ho messo il cuore e il massimo impegno, in ogni occasione. Lo farò anche questa volta. Se possibile, ancora di più".
    (Sergio Pininfarina, senatore a vita, "La Stampa", 24 settembre 2005).

    "La vera brutta sorpresa per il governo si chiama Sergio Pininfarina. Il senatore a vita non si vedeva da mesi nell’Aula di Palazzo Madama, dai tempi della fiducia al governo Prodi ma oggi, quando, poco dopo le 14, è spuntato nell’emiciclo del Senato il suo arrivo ha fatto molto pensare. Poi, nel giro di meno di un’ora, tutto è stato chiaro: la sua astensione, insieme a quella del collega e amico di lunga data Giulio Andreotti, ha pesato come un macigno sulle sorti del governo. Ma, al di là dell’esito stesso del voto il giallo sull’affaire Pininfarina resta. Certo, quel parlare fitto fitto non appena arrivato con Francesco Cossiga, dichiaratamente contro la risoluzione di maggioranza, e poi il prendere posto, senza indugi, nei banchi di Forza Italia non sembravano una premessa beneaugurante per il centrosinistra. Ma c’è chi assicura che anche su di lui, sul taciturno senatore del Nord, il pressing del centrosinistra c’era stato eccome. Un esponente della maggioranza sbotta: "Pininfarina? Sono andati a prenderlo con la macchina di Fassino! Complimenti". E certo, quando si è trattato di votare, Valerio Zanone, liberale ora nell’Ulivo e vecchio amico di Pininfarina, ha provato ad avvicinarsi al senatore a vita. C’è chi gli ha sentito dire "ma cosa fai", cercando di evitare il peggio per il governo. Subito, però, la Cdl ha fatto quadrato intorno al senatore a vita. E così Pininfarina, ’protettò da una pattuglia di senatori azzurri, dalle loro urla e dal lancio di alcuni giornali e di qualche rassegna stampa contro Zanone, si è astenuto e all’esecutivo sono mancati due voti determinanti: il suo e quello di Andreotti".
    (Apcom, Roma, 21 febbraio 2007).