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Proibito ai marines l’uso dei videofonini in Iraq

Publie le sabato 24 luglio 2004 par Open-Publishing

Pare che fra i soldati si stia diffondendo l’uso di offrire foto di torture a Tv e giornali.

A parte quelle gia’ pubblicate (prese per lo piu’ con videofonini), pare che fra i soldati si stia diffondendo l’uso di offrire foto di torture a tv e giornali: o per protestare contro le torture, oppure piu’ semplicemente per denaro.

Il divieto comunque e’ ineseguibile: un videotelefono e’ troppo piccolo perche’ non ne sfugga qualcuno. E questo, a modo suo, ha una sua moralita’.

Per avere una tecnologia (le risorse per farla) possiamo anche essere costretti a torturare la gente: la tecnologia, pero’, una volta che viene nelle mani della gente comune, viene sostanzialmente controllata dalla gente comune, da ciascuna delle singole persone. Che possono essere sadiche (come s’e’ visto) ma anche, con maggiori probabilita’ statistiche, legate tutto sommato ai valori umani. E dunque disposte a usarle, le tecnologie, in direzione opposta a quella desiderata dal generale De Sade.

Un paio di mesi fa, d’altra parte, un governo e’ caduto perche’ le sue televisioni hanno mentito ma la gente aveva lo stesso abbastanza tecnologia fra le mani da poter collegarsi e compattarsi, e protestare insieme.

Le prime manifestazioni anti-Aznar sono nate con un tam-tam di sms, un po’ come da noi le e-mail per i girotondi. Oppure come i fax per i ragazzi della Pantera, quindici anni fa. Oppure come il ciclostile del Sessantotto. Oppure...

Insomma, non mi parlate male delle tecnologie.

Riccardo Orioles

[ZEUS News - www.zeusnews.it - News, 22-07-2004]