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Pronto? Città futura? Sono Izzo, l’Angelo, il filosofo dello ’sfascio’, ti ascolto...

Publie le lunedì 9 maggio 2005 par Open-Publishing

donna proletaria
femminismo, rivoluzione, comunismo

Pronto? Città futura?Sono Izzo, l’Angelo, il filosofo dello sfascio,ti ascolto..

postato da e.p.

Giovedi 5 Maggio 2005 ore 02:24:58
Angelo Izzo, cinquant’anni, stupratore omicida del Circeo, teorico dello ’sfascio’,(1) lo stupro e l’accoppamento di donne, aveva un lavoro nel ’sociale’ allo sportello di ascolto per giovani disadattati, nell’ associazione culturale "Città futura" a Campobasso.

La persona giusta per i giovani disadattati.

Cosa consigliava per i ’problemi di donne’,per i problemi del sesso, agli impotenti come lui? Ai giovani disadattati? Lo sfascio?

Ha accoppato Valentina di 14 anni e la madre di lei Maria Carmela. Portavano il nome di ’Maiorano’, un ’pentito’ della sacra corona unita, che Izzo aveva conosciuto in carcere.

Nel paesino dove erano confinate, dal 2001, Mirabello Sannitico, vivevano dei sussidi della pubblica carità, una casa di due stanze e un bagno, da cui erano state sfrattate. I libri di scuola di Valentina, seconda media, li pagava il Comune, la bolletta della luce anche.
Nessun ’progranmma di protezione’ per le due proletarie, figlia e madre.

Ritrovate cadeveri, figlia e madre, accoppate in modo atroce.

"Io tenevo bloccata la madre sotto la minaccia di una pistola. Angelo Izzo ha preso la ragazzina e si è chiuso in una stanza. Ci sono rimasti circa mezz’ora. Quando lui è uscito, Valentina era morta. A quel punto Angelo ha ucciso anche la donna, soffocandola con un sacchetto di plastica. Poi abbiamo infilato i cadaveri in due sacchi dell’immondizia, abbiamo scavato una buca nel terreno vicino alla villetta di Guido Palladino e ci abbiamo gettato dentro i corpi. Prima di coprirli di terra, li abbiamo cosparsi di calce bagnata per evitare che l’odore della decomposizione potesse filtrare in superficie e attirare gli animali"...dichiara il complice Luca Palaia.

Che aveva a che fare Izzo con le due donne, con Valentina, 14 anni, con la sua mamma?

Non era in galera, il filosofo della ’sfascio’, lo stupro di gruppo, il massacratore del Circeo?

No, era semi-libero di girare l’Italia.
"Mi sembrava veramente pentito. Era desideroso di lavorare e ricominciare una vita. Era una persona totalmente diversa da quella delle cronache dei giornali, non sembrava più il ragazzo(!) che aveva compiuto le efferatezze del Circeo. Non voleva dare problemi di sorta, non voleva che si parlasse in maniera negativa di lui in carcere. Insomma sembrava veramente un altro".

Conosceva Valentina, la mamma, in carcere era ’amico’ di Maiorano, voleva farsi dare i quattrini per aprire un ristorante.
Era convinto che li avessero, il ticchio dell’imprenditore era di vecchia data.

Disprezzava le donne e i poveracci, lo aveva sempre dichiarato.

Donatella Lopez, da lui massacrata al Circeo, era un ragazzina proletaria, una ’povera scema’, toglierla dal mondo, pulizia etnica.

Gentiluomo, in carcere, ,-coltivava bene il suo progetto - decine di relazioni firmate da medici e assistenti sociali, la rieducazione avvenuta, iltocco della Grazia,l’Angelo di telefono amico!

" Spiegherà meglio le circostanze tra alcuni giorni, quando sarà più sereno...potrà metabolizzare i fatti..chiarire a se stesso la vicenda", il suo avvocato Enzo Guarnera.
Quando sarà più sereno..nel suggerire qualche variante di sfascio ai ’cacciatori’, si apre la battuta di caccia, in Italia, l’estate, l’accoppamento di donne..

Angelo Izzo è il filosofo dello ’sfascio’. Sfascio femminile, la sua idea di piacere, s’intende. L’accoppamento per divertirsi, la crudeltà che risveglia la libidine, il godimento sessuale.

L’insufficiente ’eccitazione’, ogni maschio impotente può ricavarne scampoli di filosofia dello ’sfascio’, dal suo teorico impotente.

In carcere le sue fantasie di stupro, stavano su un vassoio di ottone.La ’rieducazione’.Lo sfascio raccontato ai secondini, ai compagni di cella, per trascorrere il tempo.
La prassi dei lager nazisti, la prassi dello sterminio. Un divertimento per uomini,per ’machi’ impotenti.

Ma forse Izzo, pensa che gli accoppamenti di donne, sono ’martirii’. Per essere toccato dalla Grazia. Se è stato in grado di resistere così a lungo allasua ’particolare propensione’ vuol dire che la Provvidenza ha avuto per lui un occhio particolare. Quale misterioso disegno provvidenziale, quale’conversione dell’Innominato’ ci sarà?

Nello stupro-omicida, un motivo provvidenziale, cristiano, la salvezza, il ravvedimento di qualche criminale da ’novanta’, senz’altro!

Anche questa ’merda’ nell’Italia vaticana, ci dobbiamo sopportare!


3 maggio 2005,il’ricordo’ di un compagno di scuola di Izzo
Quegli anni vissuti nella paura
di MARCO LODOLI

1) "Per cinque anni sono stato a scuola insieme ad Angelo Izzo, al liceo classico San Leone Magno, a Roma, una scuola dei Fratelli Maristi. Dalle otto alle otto e venti si recitava il rosario, tutti i giorni. Izzo stava una classe sopra la mia e la sua sezione era un’accolita di fascisti e di pazzi spaventosi.

Era come se, per uno scherzo assurdo, il caso avesse riunito nella stessa aula una ventina di canaglie violente e invasate.

Erano ricchi, bellocci, si sentivano invulnerabili, afferrati da un delirio superomistico. Avevano i Rayban e i giubbotti di camoscio, le Jaguar e le Mercedes, stivaletti a punta e sorrisi beffardi. Il più feroce era Gianni Guido, un demonio con la faccia da angioletto. Ricordo che una volta vidi uno di loro spegnere una sigaretta sul braccio di un quattordicenne e ridere. Dopo sei mesi quel disgraziato si suicidò. Dissero che si era sparato nel petto con il fucile del padre e la cosa finì lì.
Anni dopo Izzo confessò che l’avevano ucciso loro, gli amici del cuore.(anticipo delle Bestie di Satana?) Ancora non so se sia vero, se le indagini della polizia hanno confermato quell’orrore.
Per il piacere di sentirsi un maledetto, Izzo ha confessato tanti delitti che rimangono misteriosi.

Il loro gioco preferito erano gli sfasci, così chiamavano gli stupri fatti in gruppo. Incantavano qualche ragazza ingenua, ma anche qualche pariolina, e la sfasciavano.
Avevano pistole e soldi, erano sadici e strafottenti. Ogni tanto prendevano il microfono durante le messe, nello spazio aperto ai fedeli, e si lanciavano in lunghi sermoni misticheggianti. Izzo era una mezza sega, il più magrolino, il meno ricco, il più insicuro. Si diceva che fosse la mente di quella banda di criminali, l’eminenza grigia del gruppo, ma a me pareva solo un ragazzo debole e malaticcio. Girava voce che fosse impotente.

Una volta mi beccarono in tre per viale Eritrea e mi picchiarono, perché ero comunista. Un’altra volta convocarono fuori scuola Cittadini, il più famoso picchiatore nero di Roma. Fortunatamente ero uscito un’ora prima. Cittadini morì per overdose nel cesso del bar Euclide qualche anno dopo. Quando lessi sul giornale del massacro del Circeo, non mi stupii più di tanto. Sapevo quanto quei pazzi disprezzavano le donne e i poveracci.

Sapevo che Izzo e Guido erano capaci di tutto, avevano gli occhi senza luce di chi può uccidere una ragazza come si schiaccia una mosca. Eppure quando vidi in televisione una lunga intervista a Izzo, che condannava il suo passato mostruoso e si diceva cambiato, ho provato un sollievo. Si può sempre cambiare, ho pensato. Mi ero sbagliato.