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Provocazione sionista e poliziesca a Milano

Publie le domenica 30 marzo 2008 par Open-Publishing
2 commenti

Milano: sabato 29 marzo all’ interno della campagna nazionale di boicottaggio del governo israeliano nel ruolo di ospite d’onore alla fiera del libro di Torino si è tenuta un iniziativa di controinformazione in preparazione del corteo nazionale del 10 maggio.

Il presidio, con continui interventi al megafono, un volantinaggio di massa e l’affissione di striscioni per tutta la piazza, si è svolto davanti alla Feltrinelli di piazza Piemonte per denunciare la sua partecipazione alla fiera del libro, avallando cosi di fatto la legittimazione del governo terrorista israeliano e l’occupazione militare della Palestina e delle sue politiche genocide e di apartheid.
Il presidio è stato oggetto, durante tutto il pomeriggio, di continue provocazione da parte di componenti della comunitè ebraica milanese a cui non abbiamo risposto se non con interventi politici di denuncia dell’arroganza e della violenza verbale del sionista di turno incapace di rispondere al carico di responsabilitè criminali del governo israeliano.
Nel tardo pomeriggio però le provocazioni hanno raggiunto un livello insostenibile quando un militante sionista ha platealmente strappato uno striscione di 10 metri su cui c’era la scritta "con il popolo palestinese che resisterà€ ". A questo punto, all’avvicinarsi dei compagni e delle compagne per allontanare il provocatore, la polizia presente ha caricato a freddo il presidio ferendo al volto e al torace con manganellate e colpi di casco alcuni dei nostri compagni e compagne.

Denunciamo con forza questa provocazione combinata che fa capire come Israele sia e rimanga il nervo scoperto e intoccabile di una politica di€™aggressione imperialista in tutta l’€area mediorientale.
Ribadiamo che siamo e saremo sempre a fianco del popolo palestinese in lotta per la propria autodeterminazione e che in sintonia con la campagna nazionale di boicottaggio lavoreremo per essere in massa al corte nazionale del 10 maggio a Torino.
Boicottiamo Israele.
Con il popolo palestinese che resiste.

I compagni e le compagne del Centro Sociale Vittoria

Messaggi

  • ritengo che nessuno del Centro Sociale Vittoria sia di religione ebraica ,e che comunque , stante il fatto che la comunità ebraica in Italia è piccola, è statisticamente improbabile che vi sia che vi sia mai stato un confronto con ebrei israeliani che non rappresentino un’ elite culturale ; in sostanza con una qualsivoglia persona di religione ebraica che vive una normale vita da non intellettuale illuminato.
    Non voglio discutere sui rapporti fra Israeliani e Palestinesi e in generale dei rapporti con il mondo arabo, perchè sarebbe fuori tema e troppo complesso . Voglio solo ricordare che , subito dopo la seconda guerra mondiale e dopo essersi resi conto che la popolazione ebraica era quasi scomparsa ( in Polonia , stato dove da secoli viveva una grossa comunità ebraica i numeri dell’Olocausto sono inimmaginabili) , gli ebrei superstiti hanno impostato la propria esistenza sul fatto di non accettare più ogni comportamento che per loro suoni di violenza nei loro confronti . Ovviamente non è nè una giustificazione nè la base di un’analisi, ma la descrizione del normale sentire di un ebreo israeliano medio , che nasce spesso nell’ambito di famiglie devastate dall’Olocausto e comunque con ferite dovute al sessantennale stato di guerra ,e vive , come dicono loro, con il fucile in spalla ; fatto questo che non piace alla stragrande maggioranza della popolazione .
    Infine il boicottaggio organizzato nei confronti della libreria Feltrinelli, con franchezza , assomiglia troppo , anche se son certo che di questo il Centro Sociale non si è accorto , agendo in buona fede, al boicottaggio dei negozi ebraici fatto dai nazisti ; a ciò si aggiunga che il bene di cui si chiede il bicottaggio è il libro, e ciò ricorda ancora una volta fin troppo il rogo dei libri di scrittori ebrei fatto ancora una volta dai nazisti. Ciò ovviamente non vuol dire che il Centro Sociale si è comporatto come i nazisti, ma che quando si parla o si propone il boicottaggio nei confronti di un popolo o di una nazione occorre ben soppesare il fatto che in questo modo si chiede un boicottaggio nei confronti di tutti i cittadini di quella nazione, e quando si chiede di boicottare un evento culturale, si getta fango su tutto quanto di quel popolo è cultura.

    Buster Brown

  • Boicottare un gruppo di scrittori solo perché israeliani non è una provocazione? Ormai quella del sionismo è un’ossessione monotematica per voi...