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Pubblichiamo le lettere inviate da Ronzitti e dai 4 compagni della sinistra Ds ai vertici del partito

Publie le martedì 26 settembre 2006 par Open-Publishing

Genova, laboratorio a sinistra

La notizia l’abbiamo data sabato scorso: quattro esponenti della sinistra Ds si sono dimessi dalla segreteria provinciale di Genova, seguendo il presidente del Consiglio regionale Mino Ronzitti che li ha anticipati nell’esprimere la sua netta contrarietà al futuro partito Democratico.
Pubblichiamo oggi le due lettere ufficiali di dimissioni. La prima è stata inviata lo scorso 19 settembre da Ronzitti al segretario Ds Mario Tullo.
La seconda, datata 22 settembre, è la lettera di dimissioni dei quattro compagni del correntone dalla segreteria Ds di Genova.

La lettera di Mino Ronzitti

Caro Mario,

dopo il nostro lungo e sereno colloquio della scorsa settimana, ho meditato ancora sulla proposta di dare vita al gruppo unico dell’”Ulivo” in Regione.
L’ho fatto senza alcun pregiudizio, come mi avevi accoratamente invitato a fare, sebbene la mia contrarietà a questa ipotesi sia da tempo nota.
Sono sempre più convinto, infatti, che tale scelta, pur legittima e coerente con il disegno enunciato a più riprese negli anni passati, si configuri, di fatto, come una assunzione acritica del modello politico-culturale americano.
Si rinuncia così definitivamente a sviluppare la ricerca nel campo della sinistra, tesa a dare vita ad un patto federativo tra tutte le componenti che ad essa si richiamano in Italia ed in Europa, nell’ambito dell’alleanza strategica di tutte le forze del centrosinistra: in sostanza continuo a credere nell’idea di “UNA GRANDE SINISTRA IN UN GRANDE ULIVO”.
In discussione, infatti, non è la necessità di dare risposte nuove ai tanti problemi e alle tante domande inedite che sono cresciute tumultuosamente nelle società contemporanee. Ciò è non solo utile ma quanto mai necessario.
D’altra parte è proprio questo un tratto peculiare della sinistra italiana che ha saputo, in particolare con Enrico Berlinguer (troppo presto dimenticato), guardare oltre le “contingenze” del momento, sapendo rileggere criticamente anche la propria storia per imprimere coraggiosi e non effimeri processi di rinnovamento.
Ma oggi la scelta che viene avanzata non è, a mio giudizio, quella di scrivere una nuova pagina della storia della sinistra, ma di iniziare a scrivere “un’altra storia” per me incerta e nebulosa, che in via riservata denunciano anche molti che dovrebbero dar vita al nuovo soggetto.
Ciò lo ritengo contraddittorio oltre che intempestivo, proprio nel momento in cui la sinistra - tutta la sinistra - per la prima volta nella vita politica italiana raccoglie la sfida del governo del paese, superando antiche e recenti riserve politiche e ideologiche.
Io non nego che nella società vi sia una domanda di semplificazione e di unità che molti identificano con il partito democratico, ovvero come progetto politico teso a superare vecchi steccati e avviare un grande processo di modernizzazione del sistema politico.
Troppo spesso, tuttavia, dietro la “metafora” della modernità è mancata la forza di un reale e credibile progetto capace di suscitare passione e condivisione.
Un limite che vedo anche oggi in questa proposta, se guardo all’identità, al radicamento sociale al profilo culturale del nuovo partito, che si presenta ai miei occhi debole e indistinto.
Penso anche io che non vi sia automatismo tra gruppo unico e partito democratico, ma, come ci siamo onestamente detti, nessuno in coscienza può negare il “nesso inscindibile” tra queste due scelte.Lo stesso Piero Fassino, d’altra parte, concludendo la festa dell’Unità di Pesaro, ha chiaramente detto che “indietro non si torna”.
Per tali ragioni la mia ulteriore riflessione mi porta, in tutta serenità e convinzione, a scegliere un percorso diverso da quello proposto.

Sai bene che giungo a questa decisione con la coscienza tranquilla di chi ha cercato di seguire sempre la via maestra della coerenza e della lealtà, ma non posso nascondere il travaglio e la sofferenza che porta a separarmi da tante compagne e compagni, con i quali ho condiviso decenni di impegni e battaglie comuni.
Sono stati anni di vittorie esaltanti e di sconfitte cocenti, contrassegnati da un forte spirito di solidarietà ma anche da incomprensioni dolorose e a volte da emarginazioni che avevano il sapore amaro della scomunica d’altri tempi.
Di tutto ciò, credo, la maggior parte di noi ha fatto tesoro.
Anche per questo siamo riusciti a riconquistare la fiducia dei cittadini, il governo della Liguria e successivamente il governo del paese, che al di là delle questioni specifiche, restano le grandi scommesse che dobbiamo saper vincere assieme.
Questa sfida, credo, possa essere vincente in particolare in Liguria, dove la Giunta guidata da Claudio Burlando ha impresso un indubbio salto di qualità al profilo di governo e al ruolo della nostra regione.
Perciò ritengo che se oggi le nostre strade divergono, non per questo verrà meno il comune impegno unitario: di chi sceglie la strada del gruppo unico e del partito democratico e di chi, come me, non rinuncia a battersi per riaffermare le ragioni del socialismo e di una moderna forza della sinistra europea, capace di promuovere una ricomposizione di tutte le esperienze che si richiamano al filone dell’illuminismo e del pensiero marxiano e del movimento operaio.
Una moderna forza della sinistra riformista e radicale, che non smarrisca il senso delle proprie radici, che sappia guardare ai valori della libertà, dell’uguaglianza, della laicità e della giustizia sociale, inscindibili, nel nostro tempo, dalla pace, dalla sostenibilità ambientale, dal multiculturalismo e da un nuovo assetto democratico nell’era della globalizzazione.
In altri termini torna un bisogno forte di politiche pubbliche che sole possono garantire diritti primari di cittadinanza e beni comuni collettivi. Insomma c’è bisogno di una forte “sterzata a sinistra” come l’ha definita Alain Touraine, dopo il trentennio neo liberista.

Come vedi, nelle mie parole, vi è la rivendicazione di un’autonoma posizione che guarda al ruolo della sinistra, assieme al rispetto sincero per posizioni diverse dalle mie.
Ciò lo dico con spirito aperto e costruttivo, rivolgendomi alle compagne e ai compagni dei D.S. ed in particolare a chi tra di loro mi è stato e resta amico fraterno e maestro; al partito che mi ha dato molto e nel quale ho militato con coerenza e generosità, senza rinunciare mai alle mie idee.
Mi rivolgo al tempo stesso anche agli amici della Margherita, che negli ultimi giorni non mi hanno fatto mancare il loro sostegno e il loro affetto. A loro va il mio ringraziamento sincero, consapevole che il rispetto e la sintonia tra noi stia anche nella capacità di non nascondere le differenze e farle vivere come ricchezza a base di progetti e comuni assunzioni di responsabilità.

Ti ringrazio nuovamente per l’espressione di stima che mi hai voluto rinnovare e per la sensibilità dimostrata anche in questa vicenda, che fa onore a chi dirige una grande forza politica.
Il dispiacere che forse tu proverai nel leggere la mia risposta è, per le molte ragioni dette prima, uguale al mio.
Ma questo è quello che mi detta la mia coscienza.
Spero che tutti noi sapremo far propria quell’idea lieve e rispettosa della politica, che troppo spesso inciampa in cadute di stile, figlie dell’arroganza del potere che dobbiamo saper rifiutare.
Ti abbraccio fraternamente e Ti prego di estendere un affettuoso saluto a Moreno Veschi e alle compagne e ai compagni del gruppo consiliare ringraziandoli di cuore per la fiducia che hanno riposto in me. Rivolgo infine un cordiale saluto a tutte le compagne e compagni della Direzione regionale e della Liguria tutta.


A Mario Tullo
Segretario Regionale D.S. Liguria
e p.c.
Piero Fassino
Segretario Nazionale D.S.
Fabio Mussi
Ministro dell’Università e della Ricerca
Coordinatore nazionale “Sinistra D.S.”
Claudio Burlando
Presidente Regione Liguria
Moreno Veschi
Capogruppo D.S. Regione Liguria

La lettera di Gianluca Mambilla, Luca Bettinelli, Daniele Piacenza e Rita Benzi

Att.ne Alfonso Pittaluga
e p.c. Mario Tullo

Caro Alfonso,

alla luce dell’evoluzione degli avvenimenti di questi giorni si è resa ancor più evidente la divergenza tra il nostro orizzonte politico e quello del partito.
Una differenza per la verità chiara da tempo, che le ultime vicende non hanno fatto altro che rendere ancora più esplicita, arrivando a mettere di fronte opzioni politiche alternative tra loro e certamente inconciliabili con la nostra presenza all’interno di un organismo esecutivo e per definizione unitario quale è la segreteria provinciale.
Riguardo alla nostra adesione al partito ci riserviamo di assumere una posizioni definitiva alla luce dell’esito del prossimo ed imminente Consiglio nazionale che, con tutta probabilità, reputiamo sancirà l’avvio di quel percorso verso il Partito democratico che nei fatti sentiamo in essere già da tempo.
Non ci piacciono però, e francamente riteniamo stupefacenti, i toni da scomunica sentiti da parte di esponenti della maggioranza del partito, addirittura contradditori nel momento in cui sono invece accompagnati da un invito che ci è stato rivolto alla partecipazione alle scelte dei Ds.
Ritenendo degne di rispetto le varie opzioni politiche in campo, tutte all’interno dell’alveo dell’Unione e tutte tese al rafforzamento del centrosinistra nel suo complesso, crediamo sia utile non smarrire tra di noi, pur nella diversità di opinioni politiche, quel rapporto di dialogo e collaborazione che abbiamo praticato, pur nelle difficoltà, in questi mesi.
Con la presente intendiamo, quindi, in coerenza con le suesposte considerazioni, rassegnare le nostre dimissioni dalla segreteria provinciale dei DS.
Fraterni saluti

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