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QUELLI CHE IL POPOLO .....

Publie le mercoledì 15 giugno 2005 par Open-Publishing
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Quelli che il popolo ......

"Noi stiamo studiando una profonda revisione del titolo IV della Costituzione che regolamenta i rapporti tra i poteri. E, tra le varie questioni, c’è proprio quella della elezione diretta dei magistrati" (Roberto Castelli, ministro della Giustizia, "La Padania", 1 febbraio 2005).

"La Costituzione fa risalire al popolo il potere reale e anche la giustizia, secondo appunto la Costituzione, è amministrata in nome del popolo come hanno stabilito i padri costituenti. Il magistrato quindi deve sentenziare secondo il comune sentire del popolo sapendo interpretare quello che, in un dato momento storico, è il sentimento popolare" (Roberto Castelli, ministro della Giustizia, 8 febbraio 2005).

"Io non andrò a votare per fare fallire il referendum e ritengo che la mia sia la soluzione più coerente perché ricordo che Fini, come tutti gli altri ministri che voteranno Sì, fanno parte di un governo che ha varato questa proposta" (Roberto Castelli, ministro della Giustizia, "la Repubblica", 11 maggio 2005).

"La trovata dell’imprenditrice Claudia Buccellati è davvero poco democratica. Tra l’altro, denota un modo di ragionare snobistico e razzista classico della mentalità radical-chic: in totale spregio della coscienza dei propri dipendenti, la Buccellati pensa di poterli ’comprarè con un’ora di busta paga" (Roberto Castelli, Ministro della Giustizia, comunicato ufficiale a proposito di Claudia Buccellati, che ha regalato un’ora retribuita ai propri dipendenti a fronte della prova di essere stati a votare per il referendum sulla legge riguardante la procreazione assistita, Roma, 18 maggio 2005).

"La Francia è insoddisfatta di una carta europea incurante dei popoli, calata dall’alto, fatta su principi elitari che si ispirano ai fondamentali della massoneria e per gli interessi economici di pochi. Non piace ai francesi e non credo che piaccia nemmeno agli italiani se solo fossero informati di quello che c’è dentro.
Tocca alla Lega Nord mobilitarsi per aprire un dibattito serio sulla questione e pensare a un referendum anche a casa nostra. E’ un cavallo di battaglia che la Lega deve rilanciare con forza" (Roberto Castelli, ministro della Giustizia, "La Padania", 31 maggio 2005).

"Non voterò al referendum sulla legge 40 per far mancare il quorum. La mia è una scelta politica" (Roberto Castelli, ministro della Giustizia, "Corriere della sera", 5 giugno 2005).

"So che un referendum sull’euro oggi è vietato perché la Costituzione proibisce di farne sui trattati internazionali. Ma nessuno ci impedisce di fare quel che si fece nel 1989, una leggina costituzionale per un referendum consultivo (...). E’ curioso che si abbia paura di un referendum mentre tutti i sondaggi di opinione, compreso quello presentato da Renato Mannheimer a Porta a Porta, dimostrano che la maggioranza degli italiani la pensa come noi. E’ molto pericoloso per il Palazzo allontanarsi dal sentire comune" (Roberto Castelli, ministro della Giustizia, "Panorama", 9 giugno 2005).

"Io credo che del tutto legittimamente e in modo assolutamente educato, non andrò a votare al referendum sulla fecondazione. Non capisco tutto questo agitarsi: gli uomini della maggioranza che non erano d’accordo con questa legge avrebbero potuto dirlo in Parlamento e presentare degli emendamenti. In questo modo sarebbe stato tutto più semplice. La signora Castelli naturalmente si asterrà" (Roberto Castelli, ministro della Giustizia, Ansa, 10 giugno 2005).

(15 giugno 2005)

Messaggi

  • "Sul referendum la Lega segue la linea della non partecipazione al voto".
    (Roberto Calderoli, ministro delle Riforme, 6 maggio 2005).

    "E’ grave, come dice il senatore Andreotti, la contrapposizione tra politica e magistratura, ma ancor più grave sarebbe la distanza tra magistratura e popolo, visto che proprio in nome del popolo deve essere amministrata la giustizia. Se non recuperiamo questo reciproco rispetto tra il potere politico (governo o Parlamento non è molto importante) e l’assoluto rispetto della magistratura ma anche il dovere di pretendere altrettanto rispetto dalla magistratura come tale per coloro che sono scelti dal popolo nel nome del quale si esercita la giustizia noi rischiamo di andare in un vicolo terribilmente cieco. E’ importante, sicuramente, l’autonomia della magistratura, ma altrettanto importante deve essere quella degli eletti dal popolo. Non dimentichino mai, i magistrati, il primo precetto della Costituzione sulla magistratura, ovvero ’La giustizia è amministrata in nome del popolo’: popolo che, fra l’altro, non riesce sempre a comprendere il significato di alcune recenti sentenze". (Roberto Calderoli, ministro delle Riforme, 26 gennaio 2005).

    "Personalmente non ho mai sentito questa festa del 2 giugno, ma chi dice di sentirla davvero avrebbe dovuto presentarsi con il segno di lutto al braccio, non soltanto per i nostri poveri caduti a Nassiriya, ma perché un Parlamento, con il suo voto favorevole alla Costituzione europea, ha espropriato il diritto del popolo a potersi esprimere attraverso il referendum e, vilmente e surrettiziamente, ha ceduto la cosa più intangibile di un popolo: la sua sovranità".
    (Roberto Calderoli, ministro delle Riforme, 2 giugno 2005).

    "Ritengo che sia assolutamente necessario consultare il popolo in merito al trattato di Maastricht e sull’euro. Personalmente non mi interessa affatto che cosa pensi la Commissione Ue piuttosto che Follini a riguardo: su cose così importanti, che hanno messo a rischio il benessere dei cittadini e la sovranità popolare, non è possibile che a decidere siano in pochi. Dobbiamo essere tutti a poter decidere su quello che sarà il nostro futuro".
    (Roberto Calderoli, ministro delle Riforme, 3 giugno 2005).

    "Mi fa piacere che Rutelli intenda astenersi dal partecipare al referendum sulla procreazione assistita, ma chi è veramente interessato a non fare raggiungere il quorum avrebbe dovuto dirlo prima, visto che nelle ultime due settimane meno se ne parlerà e meglio sarà".
    (Roberto Calderoli, ministro delle Riforme, 3 giugno 2005).

    "Il matrimonio con l’euro, invocato dal commissario europeo agli Affari economici, Joaquin Almunia, non è stato un matrimonio religioso: com’è già successo con il referendum che ha introdotto il divorzio, e quindi attraverso il popolo, allo stesso modo il referendum metterà nel cassetto definitivamente l’euro
    e lo relegherà a moneta per collezionisti".
    (Roberto Calderoli, ministro delle Riforme, 4 giugno 2005).

    "Se dovesse mancare il quorum al referendum sulla fecondazione, non farò altro che aprire una bottiglia e festeggiare".
    (Roberto Calderoli, ministro delle Riforme, 13 giugno 2005).