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QUEST’UOMO OFFENDE NOI DONNE E LA DEMOCRAZIA: FERMIAMOLO

Publie le sabato 10 ottobre 2009 par Open-Publishing
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QUEST’UOMO OFFENDE NOI DONNE E LA DEMOCRAZIA: FERMIAMOLO
È ormai evidente che il corpo della donna è diventato un’arma politica di capitale importanza, nella mano dei Presidente del consiglio. È usato come dispositivo di guerra contro la libera discussione, l’esercizio di critica, l’autonomia del pensiero. La donna come lui la vede e l’anela è avvenenza giovanile, seduzione fisica, ma in primissimo luogo è completa sottomissione al volere del capo. È lì per cantare con il capo, per fare eco al capo, per mettersi a disposizione del capo, come avviene nelle fiere promozionali o nei dispotismi retti sul culto della personalità. Le qualità giudicate utili per gli show pubblicitari si trasformano in doti politiche essenziali, producendo indecenti confusioni di genere: ubbidienza e avvenenza diventano l’indispensabile tirocinio per candidarsi a posti di massima responsabilità. Diventano il burqa gettato sul corpo femminile, per umiliarlo sulle scene televisive e tramutarlo in arma che ferisce tutti e tutto. Contro questa cretinizzazione delle donne, della democrazia, della politica stessa, protestiamo. Quest’uomo offende le donne e la democrazia. Fermiamolo.

Michela Marzano

Barbara Spinelli

Nadia Urbinati

http://temi.repubblica.it/repubblica-appello/?action=vediappello&idappello=391110

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Anche nella circostanza del Nobel i giornali di Berlusconi non si sono smentiti, riprendendo una politica ipocritamente schierata con Obama ma sostanzialmente avversa.
Tutti i giornali di Berlusconi si sono affrettati a scrivere dunque meravigliandosi della scelta di dare il Nobel a Obama, come se essa fosse bizzarra e stravagante, insomma fuori luogo.

Obama ha mostrato una chiara volontà di riportare la pace in quel mondo che la dissennata condotta di Bush ha condotto sull’orlo della rovina. Gli stanno contro ostacoli grossissimi. La sua battaglia sarà lunga e contrastata e non possiamo pensare che nove mesi siano sufficienti per vedere già dei buoni risultati. Il premio è stato dato perciò più sulle intenzioni che sui risultati.

Ma questo irrita i guerrafondai, chi arricchisce le multinazionali delle armi, i petrolieri, e chi fonda il suo potere su pretese imperialiste e su un mercato conquistato con la forza, dunque i criminali di un neoliberismo senza controllo. E’ chiaro che dobbiamo considerare questo Nobel ad Obama un auspicio per un futuro migliore, affinché i suoi sforzi di pace si accentuino ed abbiano un maggiore successo.

Invece quelle migliaia di sciagurati o lecchini che, sfidando ogni ridicolo, hanno candidato al Nobel per la pace Berlusconi, non è chiaro che cosa stiano auspicando. Che fotta di più?

masadaweb.org

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