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Qualche scomoda verità sui lavavetri

Publie le sabato 8 settembre 2007 par Open-Publishing
2 commenti

Avanti, confessatelo, la verità è rivoluzionaria. Anche voi preferite le strade della vostra città come si presentano in questi giorni, senza l’assalto dei lavavetri agli incroci o le altre forme di accattonaggio più o meno organizzato. Provate sollievo e un senso di liberazione per il fatto che non dovete più svoltare per una traversa laterale ed evitare l’incrocio, non dovete più tirare su il finestrino per ridurre al minimo il contatto, non dovete più preparare i soldi spicci per il "pedaggio" o prepararvi ad un diverbio, non dovete più guardare ostinatamente davanti a voi mentre il lavavetri bussa con le nocche al finestrino per richiamare la vostra attenzione, o peggio pone la spazzola umida e sporca sul parabrezza senza permesso, facendovi avere uno sbalzo di pressione. Siamo animali territoriali, esattamente come i lupi e i gorilla. Vogliamo che la bolla pericorporea del nostro territorio, come dicono gli antropologi, non sia invasa da nessuno, se non da coloro cui abbiamo liberamente concesso familiarità e intimità.

Se lo avete ammesso, diciamo subito che non è questo il problema. Non è mai stato questo il problema.

Il problema era semmai la compulsione a voler descrivere il fenomeno dell’immigrazione in termini pittoreschi, o ripetendo banalità circa le "opportunità" che la società multietnica presenta, dimenticando che la radice del fenomeno era ed è la povertà, e che la povertà in genere puzza ed è antiestetica. Quanto alle "opportunità" della società multietnica, quel tanto di verità che questa nozione contiene, si svuota per l’automatismo retorico e demagogico con cui si evita sempre la sostanza reale dei problemi. I chiacchieroni di sinistra, con la loro totale assenza di senso della realtà, sono una causa non secondaria del neo-forcaiolismo di Cofferati e Dominici.

Al tempo stesso, quel sollievo automobilistico che ho appena descritto, nella misura in cui si convertirà in consenso elettorale per i nuovi sceriffi, costituirà un ottimo test per misurare la grettezza civile di ciò che una volta si chiamava il popolo della sinistra (cosa pensa il popolo della destra non è mai stato un mistero). Fondare il patto sociale unicamente sulla percezione dei propri bisogni e vantaggi immediati (chi se importa che fine ha fatto il lavavetri che incontravo sempre a questo incrocio?), chiamare questo legalità, premiare il leader politico che non accetta più la difficile sfida della solidarietà, è il risultato del deterioramento costante del patrimonio di valori che un grandioso movimento operaio come quello italiano, dai primi movimenti anarchici e socialisti, e dalle prime leghe operaie e contadine di fine Ottocento, aveva lasciato in eredità ad una nazione che aveva ben poche altre ragioni di orgoglio davanti al mondo, se non quelle di un lontano passato conservato nei suoi monumenti e nei suoi musei. La signora che lavora volontaria allo stand gastronomico della Festa dell’Unità, e che prepara una crostata da regalare a Veltroni, non è più la rappresentante di un popolo generoso, anche al di là della tara da fare alle vecchie oleografie. E’ una signora che partecipa ad un vuoto rituale di potere, di cui è complice con il suo conformismo che non la distingue dai più sguaiati fan di Berlusconi. Francamente un personaggio detestabile.

Mi viene da ridere quando penso che Bakunin credeva che la Rivoluzione Sociale e la Redenzione delle classi oppresse, dovessero esplodere prima di tutto in Italia o in Spagna. Quali che fossero le ragioni che lo portavano allora a dire questo, oggi l’Italia è forse il paese europeo più stagnante, chiuso in se stesso, gretto, incolto, decadente che vi sia. La sinistra dei Cofferati, Veltroni, Dominici lo rappresenta assai bene.

Messaggi

  • se è per questo è stato anche il paese dei bulloni ai sindacalisti, dei comitati contro la tav, del g8 di genova, del movimento contro la guerra più imponenete d’europa... Dunque, l’italia è una ciofeca (e su questo non ci piove)... ma basta guardare bene il resto d’europa per vedere che non sono messi molto meglio! La sinistra tedesca? Quella francese?! Quella inglese?!?!!? Insomma, siamo in tragica ma alalrgata compagnia!

    • Mi trovo abbastanza d’accordo con il commento qui su da aggiungere che ho sempre pensato che l’adagio "Povera Italia" fosse sostanzialmente reazionario, e io lo evito sempre accuratamente. Inoltre per quanto riguarda la lista dei meriti patri: "i bulloni ai sindacalisti, dei comitati contro la tav, del g8 di genova, del movimento contro la guerra più imponenete d’europa.." dò lo stesso lusinghiero giudizio.

      Ciò nonostante, al di là di ciò che accade nell’area dell’antagonismo, io credo davvero che l’Italia sia entrata in una fase storica analoga a quella che fece seguito al Rinascimento e fu inaugurata dal Concilio di Trento: un’epoca di conformismo, soggezione alla Chiesa, stagnazione politica e culturale. Quale che sia la situazione dell’Europa, l’Italia fa da battistrada a queste tendenze.

      Gianluca Bifolchi