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Quando finirà la guerra globale?La Nonviolenza è l’unica arma della Pace..!
Publie le domenica 6 agosto 2006 par Open-Publishing1 commento
Tsto della canzone di impegno per la Pace della cantautrice per la Pace Agnese Ginocchio di Caserta, la canzone è stata composta contro la guerra in Medio ORIENTE tra Israele e Libano.
(Titolo:)
Quando finirà la guerra globale?
(sottotitolo e risposta: La Nonviolenza è l’unica arma della Pace..!)
(contro l’ escalation di guerra tra Israeale e Libano)
Musica e testo di Agnese Ginocchio(1)-cantautrice per la Pace www.agneseginocchio.it
del 4 Agosto 2006 *Deposito SIAE*

"Un disastro non colpisce solo un popolo, ma tutti indistintamente ...
perchè siamo parte dello stesso corpo, dell’unico popolo..."
1)Quando finirà la guerra globale,
perchè noi potremo finalmente respirare
Aria di Libertà, Aria di Pace,
sulle cui bianche Ali la Speranza volerà ?
Popoli contro popoli si sollevano
guerre fratricide che uccidono (...Caino e Abele..)
Quanto sangue innocente dovrà scorrere ancora?
perchè l’onda del mare si arresti..
perchè l’onda dell’odio si plachi..
(interludio:)
Ma un’alternativa alla guerra e agli scontri di civiltà c’è... La Risposta..:
(Rit:)
La Nonviolenza è l’unica arma della Pace.
La Nonviolenza è il volto disarmante della Storia!
La Nonviolenza è l’unica arma della Pace.
La Nonviolenza è il volto disarmante della Storia!
2)Quanti giorni perchè l’ Alba ritorni ..?
e i popoli si riconoscano fratelli /
il grido innocente di Abele - Abbas al Shalhoub (2)
condanna i crimini di Caino - Hetzbollah...
Il sangue dei martiri di Qana e del mondo
Ricadrà sui GRANDI della terra, sì, su di Voi!
– Non perdete altro tempo, ogni attimo è fatale-
Fermate l’escalation di guerra
Fermate l’escalation dell’ odio..!( Cessate il fuoco..!!!)
(interludio:)
Ma un’alternativa alla guerra e agli scontri di civiltà c’è... La Risposta..:
(Rit:)
La Nonviolenza è l’unica arma della Pace.
La Nonviolenza è il volto disarmante della Storia!
La Nonviolenza è l’unica arma della Pace.
La Nonviolenza è il volto disarmante della Storia!
(Finale) :
Sii Tu infaticabile provocatore di Nonviolenza !

(Note:)
1 Agnese Ginocchio, originaria di Caserta, cantautrice per la Pace, la Nonviolenza e la legalità, contro tutte le guerre, mafie e povertà. Impegnata per la diffusione di una cultura di Pace. Collabora con i movimenti per la Pace, la Nonviolenza, la Legalità e la difesa dei i Diritti Umani-sociali-ambientali . E’ stata Ospite e testimonial di Pace all’ultima (X )edizione del Festival Internazionale della Pace (Assisi- International Peace Festival - sett. 2005)della nota associazione internazionale per la promozione di una cultura di Pace:"United Artist For Peace" (sede a Perugia).
Recentemente è stata premiata dall’ Unicef (Margherita Dini Ciacci) in merito al suo impegno per la Pace , la Legalità, Nonviolenza e la Solidarietà. Il suo sito è: www.agneseginocchio.it
2 Dedicata ad Abbas al Shalhoub di anni uno, deceduto a Cana per mano
degli israeliani, ai 37 bambini e a tutti gli altri bambini che,
come lui, sono state vittime innocenti del massacro di Cana, dell’escalation della guerra criminale e beffarda
in Libano da parte di Israele e non hanno nessuna colpa del male dei grandi.
Messaggi
1. > Quando finirà la guerra globale?La Nonviolenza è l’unica arma della Pace..!, 6 agosto 2006, 18:48
Paradossi ideologici: violenza della non-violenza?
di tenebrio molitor
La non-violenza, a non avercela, non ce la si può dare. E non è detto che sia un male. In tempi in cui tutti si proclamano non-violenti (per ostentazione, per lucrare un aggio politico o solo per conformismo anticonformista, un pò come si è vegetariani) sarebbe opportuno rammentare la (desueta? ma quanto?) opzione marxiana della "rivolta del proletariato", che non è propriamente una categoria dello spirito imperniata sullo scambio di violacciocche.
Concetti come "guerra di liberazione", "difesa popolare", per arrivare a "rivoluzione" (addirittura...) presuppongono ed implicano l’uso della forza e delle armi. L’idea stessa di "diritto internazionale" postula, in quanto diritto, il possibile ricorso alla violenza monopolistica in capo all’ordinamento (statale o internazionale) quale extrema ratio per l’attuazione concreta della norma giuridica.
Insomma, la guerra è una categoria storica che non è possibile né utile rifiutare per principio: non ci sarebbero state le brigate partigiane e la lotta antifascista se si fosse aprioristicamente rinunciato all’uso dei fucili. Se ci aggiungiamo la spocchia, l’alterigia, la durezza di certi non-violenti in palese contraddizione coi propri tratti somatici (si pensi a Marco Pannella quando, con la bava alla bocca e le orecchie fumiganti, appestava di sigarette e di improperi gli interlocutori e la biosfera in nome dell’anima reincarnata di Gandhi!), allora la possibilità di dismettere il pacifismo acritico a vantaggio di una pragmatica obiettività diventa assolutamente salutare.
Insomma: la non-violenza si sta amalgamando al suo contrario, sta mutando il suo pensiero in non-pensiero (o pensiero unico che dir si voglia), violento nei risultati se non nell’apparenza. Se siamo contro la guerra di aggressione imperialista degli USA verso l’Iraq non è certo per pacifismo, ma perché individuiamo negli interessi economici e politici americani l’unico movente che sta alla base dello sterminio di vite e di libertà praticato sotto la maschera della "democrazia esportata".
In Afghanistan la questione è la stessa: occorre andarsene per non avallare le intromissioni finanziarie di Bush, per non condividerne le pulsioni all’annessione economica, il pacifismo non c’entra niente! A rischio di grande impopolarità su queste pagine, si può sostenere che la sicurezza e l’incolumità fisica di popolazioni inermi ha altrettanta rilevanza che la condanna del neocolonialismo militarizzato statunitense: che se va rigettata ogni ipotesi di collaborazione americanista, altrettanto va respinta l’ipotesi di abbandonare i civili nelle grinfie rapaci dei contrapposti interessi di potere.
Dei cittadini di Kabul votati agli alternativi massacri di bombe locali o importate, è indispensabile che qualcuno si occupi davvero! E’ evidente che questo ragionamento può essere usato come paravento per la più bieca accondiscendenza a Washington (è esattamente ciò che faceva l’ex sedicente governo italiano), ma è pur vero che dall’intransigenza ideologica hanno da perdere (la vita, soprattutto) i lavoratori, le donne, i bambini, gli anziani mediorientali, non certamente i trafficanti e i signori della guerra equivalenti a sottocloni di George W.
E’ bene che il pacifismo rifletta sui poveri e sugli ultimi, prima che su se stesso. Ciò detto, va preso atto che l’asse Bush/Olmert sta impartendo alla storia una lezione chiara sulla manipolazione della democrazia. E’ paradossale che il paladino mondiale dei brogli elettorali e dei finanziamenti occulti sostenga ed armi Israele nella sua aggressione agli eletti e agli elettori palestinesi, e che lo faccia in nome delle libertà democratiche! E’ stupefacente che l’America sia ancora e sempre l’Amerika, in caccia di prede da immolare sull’altare della propria onnipotenza e di un intangibile predominio affaristico, e che tanti mass media si prestino ovunque ad assecondare i suoi appetiti macrocoloniali.
Dopo quello del Libano, a quando il sacrificio dell’Iran, della Somalia e di qualunque sovranità sia opportuno calpestare a salvaguardia dell’assolutismo USA? Veramente l’opinione pubblica è ridotta ad onnivoro apparato digestivo in funzione dei propri succhi petroliferi, per accettare tutto questo... Allora è un’informazione reale, una divulgazione di massa delle nefande strategie israelo-americane che va posta lucidamente in atto a sinistra, molto di più che il vacuo ciangottio di una "pace" trascendente ed eterea, analoga all’idea cattolica di "grazia".
Nessuna pace scenderà per miracolo dal cielo se non la costruiranno gli uomini con le armi (dirompenti) della verità e della giustizia. Si faccia per la politica estera ciò che si sta faticosamente facendo per i fatti di Genova: ricerca, documentazione, diffusione, controinformazione, e la pace (quella vera) se ne gioverà assai più che non di fatui proclami.
Di : tenebrio molitor
lunedì 24 luglio 2006
http://www.bellaciao.org/it/article.php3?id_article=14418