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Quando i talebani andarono a scuola di mine dagli italiani

Publie le lunedì 24 agosto 2009 par Open-Publishing
2 commenti

Quando i talebani andarono a scuola di mine dagli italiani.

http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/afghanistan_6.htm

Spiegazione poco fantasiosa di un mistero di cui la NATO non trova soluzione. Avvertenza:luoghi, nomi e episodi non hanno nessuna attinenza con la realtà…

Circa tre anni fa la guerriglia talebana constatò che,a fronte di un crescente aumento dell’impegno militare NATO nel paese e l’arrivo di mezzi sofisticati, la pressione sulle truppe occidentali, effettuata con sporadici attacchi kamikaze e autobomba, sarebbe stata insufficiente per contrastare il salto di qualità bellica che le amministrazioni uSA dichiaravano di fare nel prossimo futuro . Presto dall’Iraq sarebbero giunti mezzi maggiormente corazzati e grazie a questi le operazioni di controllo del territorio da parte NATO sarebbero state più facili.
Per contrastare ciò i talebani avevano dinanzi a loro degli ostacoli insormontabili per poter contrastare efficacemente gli infedeli.

In Iraq le migliaia di attacchi condotti con quelli che impropriamente si chiamano ordigni improvvisati, ma che sono delle opere d’arte da Artificiere con laurea 110 e lode, erano stati possibili perché la guerriglia sunnita aveva tra le proprie fila i migliori specialisti dell’exesercito di Saddam, capaci di istruire i gruppi di guastatori, disciplinandoli, insegnando loro la divisione dei compiti ed il modo di come reperire “sul campo” il materiale di base per costruire gli ordigni., scavando tra i depositi segreti di munizioni o tra i campi minati del periodo di Saddam .Grazie a ciò, in poco tempo, centinaia di piccoli gruppi negli ultimi anni furono addestrati e condussero migliaia di attacchi contro le truppe uSA ed alleate, in Iraq. Una situazione che aveva costretto gli USA ad una tregua con i ribelli sunniti , la elaborazione di una exit strategy, ma anche all’acquisto di costosissimi mezzi blindati.

Purtroppo per i talebani tutto ciò non era possibile a causa di una totale inesperienza nel campo delle mine, al contrario dell’Alleanza del Nord che aveva tra le sue file fior di specialisti, in parte exsoldati afgani addestrati dai russi. Come fare a ridurre in poco tempo questo gap?
Se lo chiesero i capi talebani, riunitisi nel sud del paese poco più di due anni fa. Un rompicapo inestricabile per uomini provenienti dalle madrasse pachistane, capaci di usare l’AK47 come noi facciamo con la forchetta negli spaghetti e di recitare a memoria il Corano ma incapaci di riconoscere le diverse tipologie di mine, costruire inneschi o reperire, come si suol dire “sul campo”, il materiale utile per costruire ordigni capaci di fermare le nuove generazioni di blindati.

I capi talebani si grattarono la testa per qualche giorno, fumando chili di oppio afgano ma fu Abdhallh, giovane talebano di Helmand , un tipo sveglio a cui piacevano soldi e donne, che trovò la soluzione:
“-Mio cugino Mohamed , a Kabul, sta facendo un mucchio di soldi con gli infedeli nel disattivare le mine che i russi hanno seminato. Delle agenzie occidentali hanno addestrato lui e molti altri suoi parenti nel farlo e lo pagano bene! Dice che l’Afghanistan è pieno di milioni di mine e di esplosivi abbandonati e che se mettesse insieme quello che ha recuperato in una anno farebbe saltare in aria l’intera Kabul!Dice anche che ogni giorno arriva una nuova ONG con un contratto con L’ONU o la Nato per sminare in Afghanistan e bisognosa di personale!-"
Estasiati i capi talebani ringraziarono Allah per aver loro donato il giovane e sveglio Abdullah e misero in moto l’operazione “Tutti a scuola all’ONU”

Qualche giorno dopo le file dinanzi agli uffici di reclutamento per minatori si allungarono improvvisamente. Giovani con l’occhio sveglio, anche se digiuni di tecniche esplosive, dichiaravano che per dar da mangiare ai loro bambini erano disposti anche a correre il rischio di saltare in aria.
La onnipotente ONG Hallo TrikTrak potè gonfiare ad oltre tremila il numero di dipendenti sminatori afgani nel suo organico aggiudicandosi lauti contratti con l’ONU e la Nato , estendendo il suo campo d’azione, senza noie, anche nell’Afghanistan del sud dove i talebani erano forti.
L’ex maggiore dell’EI Giovanni Ridolfi , della PipperSos, era entusiasta di Ahmed, un giovane che alla fine del 2008 si era presentato implorandolo di prenderlo nella sua squadra di sminatori.In poco tempo era divenuto il leader che coordinava più squadre, capace di smontarti le pesanti mine anticarro Russe, recuperare l’esplosivo che contenevano, smontare gli inneschi e conoscere a memoria tutti i loro sistemi di attivazione e disattivazione. Peccato che Ahmed all’inizio dell’estate del 2009 se ne andò, lasciandogli però un bigliettino col quale raccomandava di prendere al posto suo , il latore della lettera, un cugino con due mogli, e tanti figli da sfamare ma volenteroso e sveglio come lui. Sì, quest’ultima generazione di sminatori afgani rimaneva poco a lavorare con gli occidentali, appena divenivano bravi, ecco che scomparivano ma gentilmente assicuravano un ricambio affidabile raccomandando amici e parenti per prendere il loro posto.

Negli ultimi tempi poi erano stati oggetto di strani rapimenti: le squadre, quelle che in particolar modo mappavano i campi minati russi contenenti le mine più grosse, venivano sequestrate dai talebani, ma rilasciate dopo poco con il solo furto dei cercamine e delle mappe. Boh! Che ci facevano ‘sti talebani con quella roba? Sicuramente i cercamine li rivendevano ai tombaroli di mezzo mondo e le mappe dei campi minati, disegnate su finissima carta , sicuramente erano ridotte a cartine per farsi delle canne di eccezionale “hashish afgano”!

Stranamente ,contemporaneamente a questi avvenimenti, la guerriglia afgana incominciò a condurre attacchi sempre più sofisticati alle truppe NATO. Spesso ordigni di grossa potenza, assemblate con mine anticarro e inneschi e provenienti da mine antiuomo russe e italiane, incominciarono a falcidiare i blindati occidentali con molte vittime. Sembrava quasi che tutto ad un tratto i talebani fossero andati alla scuola del perfetto artificiere e che fossero capaci di trasportare o reperire ovunque esplosivi e ordigni per tutto il paese sotto il naso della NATO. Ma come facevano? Eppure la ricognizione robotica non rilevava grandi passaggi di armi dai confini del SUD. Dove trovavano tutta quella materia prima per costruire gli ordigni ? Com’era possibile che gli ignoranti e fanatici talebani fossero divenuti così esperti e militarmente organizzati? Il mistero s’infittisce...

Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
osservatoriobrindisi Cao libero.it
Brindisi 24 agosto 2003

Messaggi

  • Secondo me non c’è alcun mistero !! Chi ha interesse a mentenere viva la guerra ( gli USA !!) , deve rifornire in qualche modo anche i Talebani , altrimenti il gioco si esaurirebbe velocemente per mancanza di nemici !!

    MaxVinella

  • E’ certamente un dato di fatto che qualcuno rifornisce i talebani di armi e munizioni altrimenti queste finirebbero in pochi mesi come appresero i russi che vedevano i talebani di allora( ovviamente non si chiamavano ancora così) ampiamente riforniti dagli S.U. attraverso il confine pakistano. Ma ora chi li rifornisce? Anche considerate le mine russe per l’esplosivo, chi li rifornisce di razzi RPG e munizioni 7,62x39?Dato il loro modo "fatalistico" di sparare ( gli americani lo chiamano " spray and pray") sparano a casaccio quantità enormi di colpi sperando che Allah li guidi verso parti non protette dei nemici ne hanno un bisogno enorme!DA DOVE VENGONO? michele