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Quanto hanno pesato le sue televisioni

Publie le lunedì 21 aprile 2008 par Open-Publishing
4 commenti

Il successo del centrodestra nelle elezioni politiche, unanimemente annunciato da tutti i sondaggi, non è stato una sorpresa.

Alla fine però il distacco finale tra PDL e PD è risultato superiore alle apettative maturate negli ultimi giorni di campagna elettorale, quando il tono degli appelli di veltroni aveva alimentato qualche illusoria speranza di una rimonta.

L’eterno ritorno del Cavaliere segna una drastica semplificazione del sistema partitico, terremotato dalla cancellazione parlamentare della sinistra comunista , socialista ed ecologista. Eppure c’è qualcosa di non pienamente soddisfacente nelle spiegazioni fornite da molti commentatori a questa apparente svolta a destra del paese, contabilizzata dal voto politico.

Come spesso accade , le ragioni dell’esito elettorale vengono ricercate in fattori, episodi o vicende maturate nell’arco delle settimane o dei mesi immediatamente precedenti al voto . L disfatta del centro sinistra viene così ricondotta in primo luogo al pessimo lascito del governo Prodi. La nausea verso i contorcimenti di una maggioranza tanto rissosa quanto autolesionista si è sommata la disastro d’immagine dei roghi pestilenziali d’immondizia nella rossa Campania, alla maldestra gestione della vendita dell’Alitalia, all’inasprimento fiscale , al disprezzo montante verso i privilegi della casta politica. Tutto vero ma forse non sufficiente.

Non è sufficiente a spiegare il fatto che negli ultimi quindici anni, dal momento del suo ingresso in politica, la coalizione, di cui Silvio Berlusconi è stato catalizzatore e capo indiscusso, è stata costantemente maggioritaria nelle elezioni nazionali, anche quando accidentalmente ha vinto il centrosinistra.

La sconfitta berlusconiana del 1996 , infatti, va imputata ad un temporaneo rigurgito secessionista della Lega , ben presto ternata all’ovile. Ancora più sorprendente il risultato del 2006, quando il Cavaliere ha ottenuto la maggioranza dei voti al Senato ed è andato sotto di un soffio alla Camera, nonostante il catastrofico bilancio del suo quinquennio di governo, con crescita economica nulla, voragini nei conti pubblici, tensioni sociali, leggi ad personam. Esistono allora cause più profonde del radicamento elettorale di un popolo che da quindici anni guarda con messianica fiducia alle mosse del profeta di Arcore, insensibile alle metamorfosi politiche e fisiognomiche del capo, a barzellette stantie, corna, lifting e trapianti di capelli.

L’esperienza berlusconiana ha ridisegnato la geografia politica del nostro paese, ma da ben prima della discesa in campo – caso unico nella storia delle democrazie occidentali- ha contribuito anche a plasmare l’orizzonte di valori , i modelli culturali e simbolici di riferimento per larghe fasce della popolazione. Tra cui quelle più deboli socialmente , quelle che sarebbero poi diventate l’inossidabile base elettorale del progetto berlusconiano.

L’impero mediatico del Cavaliere non rappresenta soltanto la manifestazione più eclatante di un conflitto d’interessi talmente esteso da passare paradossalmente inosservato, . Non si limita ad alimentare paure ed insicurezze collettive , facendo inesorabilmente ruotare il dibattito pubblico e l’agenda politica intorno a temi – la sicurezza, le tasse, l’immigrazione – che sono tradizionale patrimonio retorico della destra.

Da quasi trent’anni la potenza doi fuoco delle televisioni berlusconiane ha costituito il più potente strumento di accellerazione di quella mutazione antropologica già descritta da Pasolini negli anni settanta : l’omogeneizzazione e la massificazione dei gusti intorno a modelli di consumismo edonistico , l’individualismo egoistico spacciato per modernità.

In altri termini l’humus sociale del progetto politico del Cavaliere , che nei suoi stili comunicativi ne ha incarnato l’unica credibile sintesi populista, diventando così il naturale beneficiario del genocidio culturale in atto, per citare ancora Pasolini.

Non averlo compreso, lasciando la questione del conflitto d’interessi e della concentrazione televisiva venisse trattato come un tema tra i tanti del confronto politico, piuttosto che come una questione cruciale per la qualità e per la stessa sopravvivenza della democrazia e del vivere civle, è forse la colpa principale che oggi si può imputare al centro sinistra sconfitto.

Messaggi

  • Analisi perfetta e condivisibile, che però a mio avviso travisa un aspetto e cioè il considerare immuni dal contagio del "berluskonismo" le cosidette forze politiche del centrosinistra e ritenerle solo vittime di errori tattici.

    I valori portanti e le opzioni socio-politiche delle forze riunite nel PD non differiscono sostanzialmente da quelle del PDL : la differenza sta probabilmente solo nello stile di governo : becero e populista, quello berluskoniano, più soft e friendly quello veltroniano, ma alla fine gli interessi da proteggere e tutelare sono praticamente gli stessi.

    La vera sconfitta dal berluskonismo è la sinistra radicale, peraltro essa stessa non del tutto immune dal malefico contagio, che, non cogliendo la portata culturale della debacle, continuerà a fare politica con i vecchi ed obsoleti sistemi e rischierà non solo la marginalizzazione ( già in parte avvenuta !!) , ma addirittura la definitiva ed irreversibile archiviazione.

    MaxVinella

    • La vera difficolta’ della sinistra radicale a mio avviso e’ che non ha saputo incanalare un discorso di alternativa neo-liberale.

      La Lega ha semplicemente mascherato le vere difficolta’ che il sistema neo-liberale sta’ avendo. Una sorta di velina fascista sulla bocca di Mr. Plastic, poiche’ le sole parole di Mr. Plastic possono svelare la profonda delusione del sistema neo-liberale.

      Al SUD, le stronzate di Mr. Plastic sono piu’ evidenti.

      La sinistra radicale si e’ ristretta nella solita retorica del periodo post-industriale. Non c’e’ discorso in cui non si pronunci la parola "operaio" o "lavoratore" o "sfruttato" ecc. ecc. Sono cose che si sanno. Gli operai e tutti i lavoratori del pianeta le hanno digerite.

      E’ davvero alienante. E’ una condizione che vive solo nell’antagonismo.

      Ed e’ giusto che ci siano aree estreme di antagonismo, di lotta, di contenimento dell’aggressione del capitale, seppur la vera alternativa potrebbe essere facilitata ed implementata dalle stesse aree della sinistra radicale.

      E’ come alzarsi al mattino e dire: oggi non rompo piu’ i coglioni a Mr. Plastic ma istituisco un collettivo di autogestione delle Universita’ e Scuole per il recupero dello studio dopo lo scatafascio neo-liberale.

      A rompere i coglioni a Mr. Plastic ci sarebbero le aree antagoniste. E sai perche’? Perche lo saprebbero fare meglio.

      Certo che si puo’ avere un’alternativa alla poltica neo-liberale. C’e’ una incredibile analisi del fallimento della dottrina neo-liberale in rete. Ma cosa cazzo stanno facendo nelle Universita’ e nelle Scuole?

      Quando ci convinceremo che il sistema neo-liberale non si manifesta solo con una legge o con una riforma ma e’ legata ad una piu’ larga concezione del mondo?

      Ecco perche’ bisogna avere un occhio anche sullo scenario internazionale senza trascurare il locale.

      Quale valenza ha la Lega sullo scenario internazionale ? E’ sempre la stessa. Cattolico Anglo-Americana.

      I rigurgiti anti-europeisti della Lega sono infatti passati. Sono andati via. Ma sentiamo ancora l’odore di cio’ anche sui quotidiani che avevano le sembianze di appoggiare la sinistra (in genere).

      Serve anche un po’ di critica marxista e mi pare giusto che la si faccia il piu’ possibile accessibile a tutti.

      Non vi e’ un solo programma sulla RAI che faccia una seria critica marxista al neo-liberismo decadente nel mondo ed all’egemonia neo-liberale Anglo-Americana.

      Solo informazione da consumo giornaliero. La sinistra che cannibalizza se stessa a ’Porta a Porta’ e’ un’esempio a cui tutti hanno assistito.

      E questo non significa rinchiudersi nella provincia. Significa solamente aprire nuovi orizzonti senza rincorrere il feticcio. Porta a Porta non ha poteri di per se. (Me lo possono spiegare i politici di sinistra che cazzo di trasmissione farebbe il vespone senza l’opposizione seduta sui divani?).

      Sarebbe meglio avere l’area antagonista fuori a lanciare uova marce a Mr. Plastic all’uscita del portone principale?

      Quanti compagni sarebbero stati felici di parlare direttamente a loro, faccia a faccia. Ai nostri grandi protagonisti della politica di sinistra. Quelli che sentono l’essere comunista veramente nelle viscere. Sai ...

      Salvatore Fiore

    • Caro Salvatore, scusa ma la Tua analisi mi sembra un pò confusa per non dire farneticante !!

      Accozzi a casaccio argomenti e temi senza alcuna connessione logica e soprattutto senza avere una visione complessiva degli eventi ed una chiara lettura delle dinamiche politiche che originano gli eventi stessi !!

      Non Te la prendere, non è per superbia intellettuale, ma faresti meglio ad astenerti dall’analisi politica !!

      MaxVinella

    • Provero’ con un altro pezzo allora! :-)))

      Lungi da me l’idea di dover fare analisi politica. Era solo una "pastiche" postmoderna.

      Chiamala come la vuoi. Spero il tuo rimprovero non sia dettato da una linea di partito? Mi sbaglio?
      :-))

      Sal.