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Que viva Oaxaca!

Publie le venerdì 1 dicembre 2006 par Open-Publishing

di Raoul Vaneigem

Esiste oggi, in un mondo dominato dalla vigliaccheria, la rassegnazione e la servitù volontaria, una città ed una regione decise a resistere ad un governo locale e mondiale che non conosce altre leggi se non quelle della corruzione e del profitto.

Da molti mesi la popolazione di Oaxaca rifiuta i diktat di un’amministrazione corrotta che non esita ad uccidere gli oppositori alla sua politica di malversazione. Il movimento non ha smesso di svilupparsi ed ha dato nascita ad un’assemblea popolare ancora infiltrata dalla vecchia politica clientelare ma sempre più orientata verso un rifiuto di ogni potere e verso una priorità: migliorare la vita quotidiana dei bambini, delle donne e degli uomini.

Chiamo a manifestarsi in favore di Oaxaca tutti coloro che non hanno altra forza che la loro volontà di vivere, perché è da lì che oggi sgorga il solo pensiero che non sia succubo dei soci patrocinatori del mercato planetario.

Li chiamo a difendere con tutti i mezzi della loro inventiva la libera Comune di Oaxaca affinché nella sua assemblea popolare si sviluppino la democrazia diretta e la pratica autogestionaria che i barricadieri, la popolazione urbana e le comunità contadine indigene stanno consolidando.

Li chiamo a mettere in allerta tutte le forze vive che a poco a poco si svegliano per far uscire dei milioni di esseri umani dall’incubo che il totalitarismo economico fa pesare su di loro. Bisogna impedire che il governatore Ulises Ruiz ed i suoi sicari, sostenuti da Fecal ( Felipe Calderon), nuovo presidente del Messico, schiaccino l’esperienza di autonomia regionale ­ urbana e contadina ­ che si abbozza nella direzione della Comune di Parigi e delle collettività andaluse, aragonesi e catalane degli anni 1936-38.

Quel che succede ad Oaxaca è una speranza per tutti quelli che disperano di poter accedere ad un’esistenza degna di questo nome, sotto il giogo del capitalismo finanziario che riduce la vita e l’ambiente ad una merce.

Ricordiamoci! E’ una presa di coscienza mondiale che ha aiutato il movimento zapatisti ancora fragile a sfuggire alla repressione del governo e del suo esercito, nel gennaio 1994 e nel febbraio 1995.
Quel che gli zapatisti sono riusciti a fare con le comunità contadine indigene del Chiapas sta tentando di farlo in ambiente urbano la popolazione di Oaxaca. La posta in gioco è considerevole. Facciamo in sorta che si conforti la speranza d’instaurare la Comune di Oaxaca perché questa speranza è la nostra, quella dell’emancipazione esistenziale e sociale che ci sta a cuore.