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Quell’autonomia di Sansonetti che è imposizione di una linea
Publie le mercoledì 22 ottobre 2008 par Open-PublishingQuell’autonomia di Sansonetti che è imposizione di una linea
di Davide Di Lorenzo, Coordinamento Gc Roma
L’articolo di Sansonetti di venerdì mi ha offeso come comunista e come militante.
Per prima cosa è assurdo che il direttore di questo giornale si ostini a predicare in prima pagina una linea già espressa in decine di altri aricoli, molti proprio con la sua firma, bocciata dalla maggioranza degli iscritti del nostro partito. Questa non è autonomia, ma è una imposizione delle opinioni di una sola persona (o di una minoranza) che strumentalizza una sua posizione di potere, e ciò è inaccettabile.
Inoltre ci sono due considerazioni che mi stanno particolarmente a cuore: prima di tutto, non ritengo opportuno che alla testa di un giornale comunista ci sia una persona che non si ritiene comunista, oltre tutto priva di qualunque capacità di sintesi, che quindi non può garantire l’opportuna rappresentanza del dibattito interno (non lo ha mai fatto, soprattutto quando la maggioranza del partito era costituita dalla linea bertinottiana, che comunque aveva il 59% dei consensi, non il 90%) e che non riesce ad attirare nuovi lettori ne tantomeno a mantenere quelli che ha, come la crisi del giornale sta a dimostrare.
Infine è quantomeno ingeneroso definire l’attività di Rifondazione come una rincorsa alla politica di Di Pietro. Anche se non risulta dalle cronache del giornale, Rifondazione e i Giovani Comunisti (non nazionali, ma delle singole realtà organizzate, come Roma) sono in tutte le lotte, in tutte le assemblee all’università (nessuno ha parlato delle centinaia di volantini dei Gc di Roma dati all’assemblea al rettorato della Sapienza da militanti del partito ma anche da simpatizzanti di alcuni collettivi) e anche in tutti gli scioperi, anche quelli che coinvolgono non più di una decina di persone. Questa è rifondazione, quella che torna nelle lotte, nei territori e nelle fabbriche.