Home > Quell’incubo che tormenta il premier

(La prima pagina del Pais
che pubblicò alcune foto
scattate a Villa Certosa)
ALLA vigilia del G8, con i Grandi della Terra attesi a Roma nelle prossime ore, Silvio Berlusconi riscrive nell’agenda dell’attenzione pubblica - non solo nazionale - i suoi incubi, la sua paura, l’ossessione per comportamenti che, da mesi, non può spiegare e giustificare se non mentendo. Il capo del governo mostra alla luce del sole, e ora anche impietosamente all’opinione pubblica internazionale, la sua vulnerabilità e l’abisso su cui pencola il suo destino politico.
Lo fa nel modo più ufficiale che si conosca. Con un comunicato di Palazzo Chigi. Poche righe che impartiscono ai media internazionali la stessa minacciosa lezione assegnata all’informazione nazionale. Lo si ricorderà: ai giornali italiani andava "chiusa la bocca". Costi quel che costi, anche la rovina economica preparata dall’invito agli imprenditori di non fornire più pubblicità, e quindi i necessari profitti, alle testate e ai gruppi editoriali che non rispettano la consegna del silenzio sugli scandali che vedono il premier mattatore unico e ambiguissimo.
Ora tocca a tutti gli altri media, quale che sia la loro nazionalità. Si preparano a pubblicare foto raccolte a Villa Certosa, avverte con indignazione Palazzo Chigi. Si preparano a nuovi racconti, altre cronache come se non dovesse essere questo il loro impegno verso il lettore. Con una tecnica che può essere convincente soltanto per un servizio pubblico televisivo sottomesso e servile come il nostro o per media di proprietà del capo del governo, la nota della presidenza del Consiglio parla di "menzogna", "fotomontaggi digitali", "manipolazioni", "morbosa campagna di stampa".
Consapevole delle tecniche di adulterazione abituali per i media che possiede o indirettamente controlla (il Tg1, su tutti), Berlusconi muove un attacco preventivo e intimidatorio nella presunzione che l’informazione internazionale ne rimanga intimidita e muta.
La mossa è politicamente catastrofica, per il capo del governo e per la reputazione del Paese che governa. Azzera con un solo gesto il tentativo di Giorgio Napolitano di superare il G8 (8/10 luglio) senza danni d’immagine al nostro Paese. Il calcolo di Berlusconi è clamorosamente miope, buono per un Paese che non conosce il conflitto d’interesse come il nostro, inefficace per un Occidente consapevole che una stampa libera è necessaria alla democrazia come un potere controllato da contrappesi. È facile attendersi che il comunicato di Palazzo Chigi più che congelare l’attenzione dei media internazionali, rafforzerà i loro sforzi per offrire alle opinioni pubbliche occidentali una rappresentazione più puntuale e documentata dell’uomo che governa l’Italia.
È questo che Berlusconi teme. È questo il suo angoscioso tormento - e d’altronde soltanto lui può essere consapevole di che cosa deve temere. Il capo del governo sa che non può rispondere a nessuna domanda che voglia verificare le sue narrazioni fantastiche. Si è illuso che i suoi dispositivi di dominio mediatico e politico del discorso pubblico fossero sufficienti per dissolvere nel nulla ogni legittimo interrogativo o addirittura la trama stessa della realtà.
Asini e corifei a parte, chiunque si è reso conto in questi mesi del paradigma berlusconiano, nel "caso veline" (le ragazze del presidente, "gingilli da esibire", conquistano senza alcun merito responsabilità pubbliche); nel "caso Noemi" (minorenni a Villa Certosa); nel "caso D’Addario" (prostitute a Palazzo Grazioli).
La tecnica è nota. Berlusconi nega con forza l’episodio che gli si contesta. Accusa chi non tace, o trucca i ricordi, di essere al soldo del suo "nemico" politico (anche Rupert Murdoch finisce nell’immaginoso calderone). Scatena l’intero sistema mediatico che controlla contro i malaccorti che hanno aperto la bocca. Inventa dal nulla testimoni e testimonianze che distruggono quei poveretti, con una accorta operazione di character assassination amplificata dai media della Casa o gregari per tendenza o passione.
Nel silenzio, chi ha avuto la decenza di raccontare quel che ha visto o ascoltato nelle residenze del governo, riceve nel suo appartamento la visita di stravaganti ladri o, una notte, un "pirata" prova a gettarlo fuori strada (accade alla D’Addario).
Questa scena, questi metodi possono funzionare in un Paese sempre più lobotomizzato nella sua scadente qualità democratica non nei sette Paesi i cui leader saranno presto ospiti in Italia. Berlusconi, consapevole forse che quanto finora emerso è soltanto una piccola parte delle sue condotte e abitudini, se ne renderà presto amaramente conto. Non era senza fondamento il vaticinio che il capo del governo avrebbe trascinato nel suo declino l’intero Paese. Il comunicato di Palazzo Chigi, che apre di fatto il G8, ne è la conferma. La prima.
(6 luglio 2009)
Messaggi
1. Quell’incubo che tormenta il premier, 6 luglio 2009, 17:29
Ma tanto gli italiani non leggono i giornali nostrani figurati se si prendono la briga di leggere il Times o el Pais o Liberation!!!
1. Quell’incubo che tormenta il premier, 6 luglio 2009, 19:44
Che vuol dire ?
Basta co’ ste cazzate sugli italiani "cattivi" ...
Basta celebrare l’onnipotenza di un individuo alla frutta !
Alle europee ha preso si e no il voto di un italiano su cinque e, pure senza tener conto dei non votanti, PdL più Lega hanno preso il 45% e quindi non sono maggioranza ....
La loro unica forza è l’assenza di una opposizione, sia politica che sociale, degna di questo nome.
Ed anche del fatto che molti, anche a sinistra, continuano a celebrarne una onnipotenza che non c’è ...
Ho l’impressione, da certi commenti demenziali non solo su questo sito, che quando, spero prima possibile, il Caimano cadrà si troverà un sacco di gente di sinistra che ne sentirà la mancanza ....
Ormai al "bau bau" molti ci hanno fatto l’assuefazione ...
E il rischio è, come del resto è già successo, che per paura del "bau bau" gli stessi finiranno per accettare qualunque puttanata venga da un governo senza il "bau bau" medesimo ....
Film dell’orrore purtroppo già visto ....
Che spiega pure abbondantemente perchè siamo messi come siamo messi ....
K.
2. Quell’incubo che tormenta il premier, 7 luglio 2009, 00:28
Visto che ritieni che "solo un italiano su 5 ha votato per B. mi sai dire quanti politici italiani hanno mai avuto un tale consenso personale nella storia italiana? E’ il solito vizio della sinistra di sottovalutarlo che ha condotto ad una sconfitta dopo l’altra a cominciare da quel demente del baffino che lo ha resuscitato per la bicamerale. Invece Berlusconi unisce una furbizia estrema ad una totale mancanza di scrupoli ed un istinto di sopravvivenza animale estremo per cui è pericolossisimo soprattutto ora che è ferito. Ferito nel suo orgoglio di chi pensava di essere al di sopra di qualsiasi regola umana, di chi credeva di essere come un imperatore romano(un Tiberio a Capri), forse un dio.Io ritengo che rifiuterà di rispondere ai giornalisti al G8 su domande appena appena imbarazzanti e sui giornali italiani si parlerà minimamente delle foto sui giornali esteri ma poi chissà...
Alcuni(non io) ritengono che questa storia del puttanaio sia stata fatta uscire da Fini che si è stancato di fare il Delfino a vita ma, anche se le coltellate vengono sempre vibrate da chi ti è vicino, io penso che sia dietrologia molto sforzata, ma chissà.
Michele
1. Quell’incubo che tormenta il premier, 7 luglio 2009, 00:43
NESSUN POLITICO HA MAI AVUTO TALE CONSENSO PERSONALE SEMPLICEMENTE PERCHE’ COL PROPORZIONALE TALI MECCANISMI ERANO IMPOSSIBILI.
ANCHE DI QUESTO DOBBIAMO RINGRAZIARE PRINCIPALMENTE IL PDS, DS E POI PD CHE SI E’ INVENTATO LA PUTTANATA DEL MAGGIORITARIO PRIMA E DEL BIPARTITISMO OBBLIGATORIO - PER FORTUNA DI FATTO ABORTITO - POI ...
COMUNQUE IL PDL HA PRESO ALLE EUROPEE IL 35% DEL 67% DEI VOTANTI, IL CONTO E’ PRESTO FATTO, POCO PIU’ DEL 20% DEGLI ITALIANI MAGGIORI DI 18 ANNI.
NON PROPRIAMENTE UN CONSENSO PLEBISCITARIO, DIREI.
E ANCHE AGGIUNGENDO LA LEGA SIAMO POCO SOPRA IL 25% ....
MA RIPETO, SE ANCHE NON VOGLIAMO CONSIDERARE L’ASTENSIONISMO DI MASSA - CHE INVECE E’ IL VERO DATO POLITICO DELL’ULTIMA TORNATA ELETTORALE, ANCHE ALLE AMMINISTRATIVE PER NON PARLARE DEL REFERENDUM - PDL + LEGA FA 45% ..... CHE NON E’ LA MAGGIORANZA ... INSOMMA, SE ERANO ELEZIONI POLITICHE, LE AVEVA PERSE ....
IL GUAIO VERO E’ CHE NON ESISTE UNA OPPOSIZIONE VERAMENTE ALTERNATIVA A QUESTA DESTRA PERCHE’ E’ OGGETTIVAMENTE DI DESTRA ANCHE IL PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE.
K.
2. Quell’incubo che tormenta il premier, 7 luglio 2009, 08:24, di viviana
C’è sempre chi ripete gli slogan numerici da lavaggio del cervello di B
Uno di questi è la schiacciante maggioranza che il lestofante avrebbe nel paese
Ora B ha sempre annullato la realtà per imporre quello che gli fa comodo e ha ridotto a personali opinioni l’economia, l’etica, l’informazione, la giustizia, la costituzione, l’Europa, ma la matematica fatica a diventare una sua personale opinione perché i numeri hanno una loro forza incontestabile
Il Pdl ha preso il 35% dei votanti, che sono stati il 67% degli elettori
35 moltiplicato per 67 fa 23,45
Questo vuol dire che vota per il Pdl solo il 23% degli italiani, cioè 1 su 4
Non è proprio quel consenso plebiscitario
che il Cavaliere sbandiera e che qualche fessacchiotto qua presente sbandiera pure lui!
E’ il 23%, niente di trascendentale
Nulla che non si possa battere
Il consenso plebiscitario è falso, non ci sono tutti questi italiani che lo amano, 77 su 100 non lo possono vedere
3 su 4 sono contro di lui
Se poi si scende alle preferenze, è stato scelto dal 25% del Pdl, 1 su 4 nella dx
e risulta quindi che quelli che lo hanno esplicitamente votato sono a mala pena 6 italiani su 100 e 23 quelli che votano Pdl
La maggioranza non lo vuole o vorrebbe una dx guidata da un altro
Consideramo poi che è stato sì il più votato ma ha preso solo 2.700.000 preferenze su 50 milioni di italiani
Pupo avrebbe preso di più
A livello locale poi ci sono varie sorprese
come a Roma Sassoli che prende quasi tante preferenze di lui, a Benevento lo supera Mastella, a Udine la Serracchiani
Insomma il colosso è d’argilla
Se poi uno dice che non c’è in giro nessun altro politico che prenda più preferenze di lui, ciò è vero e resta un gravissimo handicap dell’opposizione che a parte Di Pietro non ha saputo fare finora che una montagna di errori e malgrado i pessimi risultati insiste a tenere al potere proprio quelli che li hanno fatti
Questa è la vera sfiga italiana: una opposizione che non sa fare l’opposizione, che non sa fare niente di buono, sx radicale compresa
viviana
3. Quell’incubo che tormenta il premier, 7 luglio 2009, 17:50
In giro con i giornalisti stranieri nell’area di Coppito
"Questo vertice non produrrà alcun risultato"
Il Media center blindato
"Italia, un caso da raccontare"
dal nostro inviato DANIELE MASTROGIACOMO
L’AQUILA - E’ una vigilia di attesa e di tensione quella che si respira qui, nel cuore del G8, nel grande spiazzo che ospita i media di tutto il mondo. Moltissimi i controlli, tante le difficoltà logistiche e di spostamento. Coppito, il quartiere dove sorge la caserma della scuola della Guardia di Finanza e dove da domani si riuniranno i grandi della Terra, è isolato.
Ci si arriva solo attraverso bus navetta che fanno la spola con l’Aquilone, il centro commerciale alla periferia della città trasformato per l’occasione in un terminal. Il viaggio dura una decina di minuti. Autobus piccoli e grandi, scortati da due motociclisti della polizia municipale, si addentrano nella campagna, varcano terreni, attraversano paesi e borghi, vigilati, ogni dieci metri, da macchine e gipponi della Polizia, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza.
All’arrivo, nuovi controlli, ancora metal detector, ancora verifiche dei passi e poi finalmente, seguendo un percorso obbligato, transennato e a sua volta vigilato, si approda al villaggio dei media. Un grande piazzale, un ristorante, buffet, due bar, bibite e caffè; al centro ombrelloni, sedie e divani; ai lati gli hangar con le postazioni per le tv, le salette di registrazione, gli spazi per scrivere, leggere, fare le interviste.
Grande scenario. L’immagine è curata anche nei dattagli. Ma è l’organizzazione che mostra subito le sue crepe. Salta spesso il collegamento alla rete, quello delle linee telefoniche, della luce. I responsabili si affannano, ma le responsabilità si rimpallano. Tra chi ha montato i cavi, chi gestisce il server, chi distribuisce la linea, chi l’alimenta.
Ci sono 1500 accrediti. Stampa e tv di tutto il mondo. Il nervosismo si avverte per i disagi. L’attesa per risultati che pochi si aspettano da questo vertice. La curiosità per come si comporterà il nostro presidente del Consiglio. Per le risposte che fornirà alle inevitabili domande. La durissima reazione di Berlusconi nei confronti dei media esteri accusati di essere al centro del complotto ordito nei suoi confronti suscita sorrisi, allusioni. Ma anche risposte, più articolate, che registriamo mentre pranziamo con i colleghi tedeschi, giapponesi, americani, inglesi, belgi, francesi.
"Il G8", sostiene il corrispondente da Roma dell’Asahi Shimbum, il più diffuso quotidiano giapponese e del mondo, "non produrrà alcun risultato. Sono convinto che questo summit sancirà piuttosto la sua fine. Perché è ormai assurdo che paesi commercialmente ed economicamente rilevanti come la Cina e l’India non ne facciano parte. La strategia del governo italiano è riuscire a trasformare questo G8 in un G14. Che è poi una via di mezzo tra il G8 e il G20. Per questo sono convinto che l’Aquila segnerà la fine di un summit che non ha più senso per come è organizzato".
L’inviato della tv tedesca scuote la testa. "Per me", aggiunge, "la scelta dell’Aquila è stato un errore. Ha provocato molti disagi, ha imposto un livello di sicurezza complesso ed esagerato. E poi investire tutti questi soldi per un vertice che il mondo considera quasi inutile, mi sembra uno spreco. Parlo anche a nome di tanti telespettatori tedeschi. La gente avrebbe apprezzato di più se questi soldi fossero stati impiegati per la ricostruzione della città". Il collega svizzero punta dritto sul presidente del consiglio. "Ho letto il suo comunicato della scorsa settimana", premette. "E mi è sembrato davvero fuori luogo. Da noi nessun primo ministro si sognerebbe di parlare di complotto. La libertà di stampa è un bene vitale per una democrazia e le critiche sono la sua essenza". "A noi sembra tutto surreale, ridicolo", incalza la collega tedesca. "Il vostro primo ministro è abituato a controllare stampa e media. Non sopporta le critiche, semplicemente perché non le concepisce, non fanno parte del suo mondo".
"Anche noi dello Ashahi", interviene il corripondente giapponese, "qualche volta siamo accusati di essere di parte. Di sinistra. Ma le critiche sono sempre velate, contenute. E poi la gente, i lettori, hanno modo e tempo di capire. Difendono la libertà di stampa. E’ il sale della democrazia. Ho scritto e spedito ampi servizi sulle vicende di villa Certosa, sulle visite delle escort a palazzo Grazioli. Siamo stati invasi di mail dei lettori che erano allibiti. Non tanto per la vicenda in sé. Ma per il fatto che Berlusconi non si fosse dimesso. E’ un problema di mentalità, ma anche di etica. Etica politica. Da noi, per molto, ma molto meno, le dimissioni sono obbligate. Invece da voi, in Italia, il vostro primo ministro, nonostante quello che è emerso continua ad avere un consenso che supera il 50 per cento. E’ molto interessante. Lo abbiamo spiegato ai nostri lettori, abbiamo fatto anche dei sondaggi. La risposta più cliccata è stata: non si dimette e ha così tanto consenso perché controlla la maggioranza della stampa e delle tv".
La collega tedesca sorride e poi aggiunge seria: "Possiamo parlarne giornate intere. Ma di una cosa noi tedeschi siamo certi: se Angela Merkel avesse fatto quello che ha fatto Silvio Berlusconi, sarebbe andata via. Non ci sarebbe stata alcuna discussione. In politica ognuno risponde per se stesso. Sarebbe venuta in tv e avrebbe annunciato le sue dimissioni. E nessuno avrebbe mai osato parlare di complotti. Per di più comunisti".
(7 luglio 2009)
www.repubblica.it