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Questa notte ho fatto un sogno

Publie le sabato 12 dicembre 2009 par Open-Publishing
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Questa notte ho fatto un sogno! Non era un bel sogno, di quelli che ti lasciano desideroso di tornare là… è stato uno di quegli incubi ben costruiti sulla realtà. Mi trovavo in una piazza, una strada, un borgo. Intorno a me persone amiche. Ad un certo punto un annuncio da un elicottero: TUTTI I “CENTRI SOCIALI” SAREBBERO STATI SGOMBERATI CON LA FORZA.

Allora la piazza si divideva tra quei “ragazzi” vestiti strani – tendenzialmente scuri – e “gli altri”. Gli “altri” si facevano da parte per fare spazio alla polizia dietro a caschi, manganelli e scudi di plastica. Io mi sorprendevo a commentare spaventato quanto stava accadendo, tra gli sguardi annichiliti degli “amici”. Le emozioni del sogno non erano piacevoli. Il graduale ritorno alla realtà dello stato di veglia mi ha fatto pensare: – non c’é distanza tra l’incubo e la realtà!

La realtà: – Quella mattina, durante una visita di lavoro – non ho la televisione in casa mia – avevo visto le agghiaccianti immagini dell’esecuzione mafiosa a Napoli, Rione Sanità nonché ascoltato i commenti scandalizzati di giornalisti e commentatori sull’indifferenza della gente a quanto appena accaduto. Invitato a cena in una casa più televisiva ascoltavo il TG regionale: “Chiamparino, in risposta ad una manifestazione, annuncia lo sgombero di tutti Centri Sociali di Torino”. A poca distanza di tempo lo schermo mi rimanda le immagini di uno sgombero…a Catania…il giornalista commenta le immagini delle manganellate sulle mani alzate dei manifestanti buttando lì il fatto che le forze dell’ordine hanno dovuto affrontare la resistenza pacifica dei cittadini solidali con gli “occupanti” … perché il Centro Sociale forniva un asilo per i bambini del quartiere…!

L’anno scorso Padre Alex Zanotelli – testimone eccezionale – spiegava a Bruzolo – in Valle di Susa – che la Mafia aveva buon gioco a Napoli, proprio nel Rione Sanità, per la mancanza quasi totale di servizi sociali (scuole, impianti sportivi, centri d’incontro…) che lasciavano la popolazione senza possibilità di affrancamento alcuno; questa assenza dello stato (e non di esercito, caserme e polizia!) faceva parte delle condizioni necessarie e ricercate dagli stessi boss, e Padre Alex citava dichiarazioni con nomi e cognomi.

Domenica scorsa avevo scambiato poche tristi considerazioni sulla mancanza di locali per il “TAKUMA” di Avigliana, in Valle di Susa, quello strano centro sociale “legale” che aveva donato ad una irriconoscente cittadinanza uno spazio di riferimento con attività di altissima qualità (che altri comuni si sognano di avere senza costosi progetti di “recupero delle categorie disagiate”) frequentate da soggetti “normali” (giovani, adulti, donne e bambini)…cosa che per i più ambiziosi progetti di integrazione sociale rappresenta un obiettivo da raggiungere dopo anni di consapevoli investimenti anche economici!

Personalmente ricordo i miei approcci con gli squatter durante le manifestazioni No TAV del 2005. Occasione per confrontare idee differenti e differenti modelli di vita…e scoprire che accanto a scelte non condivise albergavano idealismi e azioni assolutamente civili e socialmente utili. …ed evidentemente non ero l’unico a non spaventarmi, e neppure ad esprimere chiaramente idee molto diverse da quelle di alcuni (per inciso: un giovane a cui chiesi di buttare il “barotto” (grosso pezzo di legno) lontano dalle teste dei poliziotti brontolò, ma lo fece, …attenzione che non avevano avuto gli agenti che percossero mio padre ed i miei amici un paio di notti prima).

Scherzi della mente. Sogni, realtà, incubi e fantasie… Quale demone farebbe carte false per confondere il bene con il male in cotal modo?
Nelle mie visioni di futuro auspico una realtà in cui si possa guardare il proprio simile negli occhi, anche quando dissenziente, sperando di poterlo ringraziare nel momento in cui mi faccia cambiare idea; un mondo in cui ci si mette assieme per gli interessi di tutti, anche di chi non è d’accordo; un mondo nel quale io che non fumo sono però consapevole che il danno sociale di una deprecabile “canna” è molto, molto inferiore all’ordinaria indifferenza dell’evasione fiscale.

Se così non fosse dovrei prepararmi a scavalcare i morti per strada o a lasciare che altri si prendano le botte per difendere i miei diritti, magari a Napoli, Torino o proprio qui in Valsusa. Un mondo in cui il sogno e la realtà non abbiano confine: anche se incubo fosse potrei sempre accendere la tivù e dispormi ad accettare tutto ed il contrario di tutto…

Guido Pent

Da Masada n° 1045. Guido Pent di Val di Susa

http://masadaweb.org

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