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Quiliano, per ripartire con le nostre passioni

Publie le domenica 17 agosto 2008 par Open-Publishing

Il cartello che ti accoglie all’uscita dell’autostrada dice: "Quiliano, un paese a due passi dal mare e in mezzo alle colline del savonese"

Il cartello che ti accoglie all’uscita dell’autostrada dice: "Quiliano, un paese a due passi dal mare e in mezzo alle colline del savonese". Infatti la Festa provinciale di Liberazione organizzata dalla federazione di Savona del Prc è immersa proprio nel verde, in mezzo agli ulivi, al canto delle cicale per tutto il pomeriggio e a qualche cipresso che fa da cornice al ristorante "Rosso di sera". Saltano da uno stand all’altro i comunisti che lavorano alla festa: il ritmo frenetico è quello della preparazione dei piatti della tradizione culinaria ligure come delle più famose portate dei paesi del Mediterraneo. Due sere della festa, infatti, hanno offerto le verdure grigliate e i Falafel tunisini e cento altri sapori della parte africana del "Mare nostrum".

La festa, come tutte le nostre feste, non ha mai avuto sosta: vive di giorno, di notte e vive veramente sempre. Il contributo eccezionale, che da anni il Partito riceve soprattutto dai non iscritti, è una pietra angolare per lo sviluppo della festa e per il suo successo. Così come è da sottolineare la profusione di energie di Mauro, instancabile responsabile provinciale delle feste: e citiamo lui per citare tutte e tutti.

E successo è anche quest’anno, in un comune dove la sinistra da sempre è maggioranza, dove i comunisti hanno una lunga tradizione popolare che si è espressa nella lotta di Liberazione con grandi sacrifici e, successivamente, nella ricostruzione di una parte della provincia di Savona che ha conosciuto un grande sviluppo industriale.

Accanto a Quiliano, infatti, c’è l’importante centro di Vado Ligure che resta uno dei pochi siti dove ancora sorgono fabbriche di una qual certa consistenza e dove anche le multinazionali cercano rifugio per espandere i loro profitti mostrando di concedere qualche beneficio di stampo economico - genericamente chiamato "ricchezza" - e attorno al quale si scatenano i dibattiti infuocati che coinvolgono i comitati locali contro la ormai celeberrima "Piattaforma Maersk", Rifondazione stessa e le forze politiche invece assolutamente favorevoli alle nuove teorie dello "sviluppismo" ad ogni costo (sociale...).

La festa del Prc di Savona non produce solamente cucina ligure, tunisina e del Mediterraneo: non ci sono, infatti,solo i fritti misti di Armando, le patatine di Marco, le bistecche di Beppe o i primi e i secondi di Milli e delle altre compagne impegnate quotidianamente nella preparazione di mille sapori e odori. La festa ha ospitato un angolo politico generoso di accattivanti argomenti: dal percorso di ricostruzione del Prc - affrontato da Ramon Mantovani con esponenti della sinistra savonese - alla vicenda storica delle "bombe di Savona" e i rigurgiti del neofascismo italiano,traversando temi di politica locale come lo sviluppo urbanistico di Savona, per approdare infine alle più recenti vicende nazionali che riguardano la sicurezza e la paura del "diverso" da noi (rom, sinti, ecc.) e, ovviamente, alle questioni del comune ospitante: Quiliano.

La festa chiude oggi con una rassegna di musica popolare ligure e con il dibattito sul G8 e la partecipazione della "neo-iscritta" al Prc Haidi Giuliani.
Nella festa si sono intersecati tutti gli umori del tempo politico appena passato: la sconfitta elettorale della Sinistra Arcobaleno è viva, sulla pelle di tutte e tutti. Ma proprio la festa insegna che è possibile aprire una stagione di riformulazione dei concetti, delle passioni e di tutte quelle tensioni che servono per alimentare una critica sociale attiva, che riporti Rifondazione Comunista ad essere protagonista, tra gli altri, dell’opposizione sociale al governo delle destre.

La festa ci ha insegnato un tempo, e ci insegna ora, che nessuna gestione unitaria è impossibile se il Partito viene percepito come comunità politica di tutti, come espressione non di una maggioranza che si contrappone ad una minoranza, ma come uno strumento necessario al miglioramento della vita di tutti e di ognuno.

Per questo vogliamo pensare che il faticoso lavoro di costruzione, mantenimento e sviluppo della festa provinciale di Liberazione possa essere stato utile a far comprendere tutto questo. C’era una frase scritta da qualche parte, su qualche cartellone un tempo: «Le belle feste non sono il Comunismo, ma gli somigliano molto!». Guardandoci attorno, guardando le nostre feste c’è da dire che è proprio vero!

I compagni e le compagne della Festa provinciale di "Liberazione" di Quiliano, Federazione di Savona