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RIFONDAZIONE. BERTINOTTI, CHI ERA COSTUI?

Publie le martedì 13 maggio 2008 par Open-Publishing
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RIFONDAZIONE. BERTINOTTI, CHI ERA COSTUI?

"Ho sentito persino un’accusa del genere contro di lui: portava i gemelli", dice Rina Gagliardi con un profondo sospiro. Nella Rifondazione dissolta dal punto di vista parlamentare, nello scontro tra Vendola e Ferrero per la segreteria, forse quello che più di tutto pesa e sotto forma di inquietudine percorre l’intero gruppo dirigente, è l’inaspettato accanimento nei confronti di Fausto Bertinotti.

L’ex presidente della Camera non dice una parola, non si è fatto vedere durante la riunione del comitato politico nazionale di domenica scorsa, si è limitato a sottoscrivere la mozione per Vendola. "Ma certo è molto amareggiato", ammettono quelli che lo conoscono bene. E più dell’amarezza per una pesante sconfitta politica: è la scoperta di una sconfitta, in alcuni casi, persino sul terreno dei rapporti umani.

Per molti dirigenti de viale del Policlinico è emblematica la scelta di Citto Maselli, il regista molto amico di Bertinotti, serate e serate di chiacchiere, "nelle foto lo vedevi alle sue spalle", ora critico durissimo di questi ultimi anni. "Più bertinottiano di Bertinotti", si limitano a notare gli amici dell’ex segretario. O Walter De Cesaris, tra i principali collaboratori di Fausto, anche lui sul fronte critico. O alcune femministe che in passato sono state molto valorizzate dal leader del partito.

Ma non è tanto la polemica che colpisce Bertinotti. E quel miscuglio di sentimenti e risentimenti che la Gagliardi così sintetizza: "Trovo indecente, oltre i limiti tollerabili del dibattito politico, questa vera e propria campagna contro Bertinotti come persona: rancorosa, livorosa, plebea. Alimentata anche da molti suoi ex amici". Come successe a Occhetto, e prima a Craxi... "Che il giorno dopo non si trovava più un craxiano, appunto -chiosa Rina gagliardi- Conferma una visione pessimistica rispetto alla natura umana. Ma è normale rinfacciare a un leader politico che porta i gemelli? Ma insomma...".

Colpito è anche Gennaro Migliore, nella scorsa legislatura capogruppo a Montecitorio. "Una cosa incredibile. Come se l’arrivo di quelli che vogliono occupare oggi il partito -tra di loro sono stati infatti sempre divisi- fosse dettato da uno stesso sentimento: cancellare Bertinotti politicamente e anche da un punto di vista umano. E proprio quelli che erano più vicini, oggi si appoggiano alle storie del cachemire".

Bertinotti osserva, ingoia bocconi amari e per ora non parla. Intanto organizza le riunioni di redazione della sua rivista "Alternative per il socialismo": un tempo magari si svolgevano presso il suo appartamento di presidente della Camera, adesso negli uffici della Fondazione della stessa, di cui è a capo. E proprio per la rivista sta preparando una lunga analisi -la sua replica alla valanga di accuse di queste settimane- sulla disfatta elettorale della Sinistra arcobaleno.

Pure Pietro Sansonetti, il direttore di Liberazione, criticato dalla nuova maggioranza del partito, si espone nella difesa netta dell’antico leader. "Di Bertinotti penso tutto il bene possibile. E’ uno dei peronaggi più significativi della sinistra, ha salvato Rifondazione infinite volte. Certo, ha subito la sconfitta, ma se un nuovo gruppo dirigente prenderà in mano la sinistra, non potrà non ripartire da lui". E Migliore continua a scuotere la testa stupito: "La cosa più impressionante è che i più acerrimi nemici di fausto sono oggi quelli stessi che erano un tempo i bertinottiani più accesi".

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  • Gagliardi, Migliore, Sansonetti ovvero gli ultimi pretoriani a difesa di un imperatore che pensava di vincere e convincere anche se metteva nelle liste elettorali il suo cavallo per farlo nominare senatore. Di che cazzo vi stupite? Bertinotti ha spinto verso una personalizzazione estrema del partito e ora ne paga le conseguenze. Capita così quando si crea il culto della personalità; infatti, tanti si professano amici del segretario del partito solo per ottenere vantaggi personali, ma nel momento in cui la nave si è incrinata, quasi tutti hanno cercato una scialuppa per allontanarsi dall’artefice del naufragio elettorale.